IMPUDENZE

di Franco Buffoni

“Le cifre dell’evasione fiscale sono impressionanti”, dichiara Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ai microfoni di Radio anch’io. Così continuando: “Come credenti e comunità cristiana dobbiamo rimanere al richiamo etico che fa parte della nostra missione e fare appello alla coscienza di tutti perché anche questo dovere possa essere assolto da tutti per la propria giusta parte”. “Se questo dovere fosse assolto”, conclude il cardinale, “le cose in Italia sarebbero risolte”.
Come non condividere? Peccato che a fronte vi siano i mastodontici privilegi dovuti ai meccanismi perversi dell’otto per mille codificati da Giulio Tremonti ai suoi bei dì, nonché il regime di totale impunità e assenza di controlli in cui opera lo Ior – Istituto Opere di Religione, la banca centrale vaticana -, e l’abbuono dell’Ici sul patrimonio immobiliare della Chiesa cattolica – persino su residenze e attività estranee al culto – stimato al 40 per cento del totale nella città di Roma e al 25 per cento nell’intera penisola. Ma si rifletta anche su più sottili e repellenti ingiustizie quali le forniture gratuite di acqua, luce e gas al Vaticano, o gli stipendi agli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di stato.
 La stima complessiva è di oltre 4 miliardi annui di sole esenzioni fiscali.
In questo momento di gravissima crisi economica, in cui persino le banche e le grandi industrie sono in difficoltà, l’unica vera ricca lobby rimasta in Italia è proprio la Chiesa cattolica. Che per non essere tacciata di impudenza dovrebbe smettere di parlare, e incominciare a pagare qualcosa, prescindendo dalle richieste dei nostri pavidi governanti. Perché a Bagnasco evidentemente sfugge che i privilegi e le esenzioni fiscali di cui gode la Chiesa cattolica in Italia sono la versione autorizzata – e per ciò stesso ancor più repellente – dell’evasione fiscale a cui si riferisce nell’intervista a Radio anch’io.

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50 Commenti

  1. Pensavo e commentavo la stessa cosa con amici ieri e oggi. Che impudenza, a dire quelle cose, e quanti (utili) idioti a credere ancora nel magistero morale della chiesa.

  2. Un applauso, caro Franco, le tue sono davvero “parole sante”. E’ ora di dirle queste cose, anche se è sempre troppo tardi. Il clero è davvero l’unica vera e ricca lobby. Speriamo che la gente smetta di farsi prendere per i fondelli e si svegli.
    Con affetto. Fabio

  3. Aspetto solo qualche idiota gridare che si attenta alla libertà della chiesa. Quando sento una simile espressione, rimpiango perfino Diocleziano.

  4. non faccio che ripeterle queste cose, fino alla nausea.
    tra l’altro, aggiungo, che esonerando la Santa Meretrice dal pagamento dell’ICI, l’Italia viene meno ad una direttiva dell’Unione, e pertanto non solo non riscuote, ma pure “versa” all’Unione il pagamento di una sanzione.
    (uh… mi è venuto tutto rimato e ritmato, del resto è così paradossalmente ridicolo, da poter essere cantilenato).
    nc

  5. Volevo segnalare un articolo uscito oggi sul sole 24ore, non l’inserto letterario, tengo a precisare. E’ a firma di bruno forte, si trova in prima pagina, ed ha i toni apologetici che ti aspetteresti di trovare sull’osservatore romano. Immaginatevi qualcosa di simile sul wall street Journal, e’ impossibile. Trascrivo qualche riga, per dare l’idea. “un mare di giovani provenienti da tutto il mondo (si calcola che ai momenti di incontro con Papa Benedetto XVI siano stati oltre un milione e mezzo, di cui piu’ di centomila gli italiani). Una folla gioiosa e festante per le vie di Madrid, una stupenda tavolozza di colori, di bandiere, di magliette, di volti, un coro di voci di ogni genere, un fiume in piena di canti, di parole, di risate. E poi, quegli stessi giovani raccolti nel silenzio prolungato dei momenti di adorazione, attenti e riflessivi nei tempi delle catechesi, spontanei e generosi, stanchi e felici, pronti sempre a ricominciare la giornata con entusiasmo”
    Di contro ” alla chiassosa contestazione di laicisti radicali (certamente non laici, se con questo termine si vuole intendere la posizione di chi rispetta tutte le posizioni e le identita’): la violenza verbale (e talvolta non solo) di qualche scalmanato ha trovato la sua smentita migliore nella risposta del tutto non violenta e serena dei giovani, che hanno semplicemente continuato a cantare, testimoniando gioia e amicizia, simpatia e bellezza della loro scelta di fede.” l’articolista e’ l’arcivescovo di Chieti, poi ci s sorprende che ravasi sia il nuovo guru del domenicale, sproloquiando su cioran a ogni pie’ sospinto…

  6. En passant, l’unico articolo che abbia letto finora sulla palese contraddizione enunciata da Bagnasco che bacchetta gli evasori l’ho letto u il fatto quotidiano oggi, a firma di Lidia ravera.

  7. le critiche, l’indignazione, le invettive….va tutto bene ma serve a poco.
    Anzi a niente, se poi le forze politiche non traducono in atti concreti la presunta laicità professata a parole.
    L’unica soluzione è creare un movimento di opinione che chieda alla sinistra inderogabilmente l’adozione di misure di giustizia che eliminino gli indecenti privilegia della nostra per niente santa chiesa. Altrimenti niente voto.
    Questo vale per i temi etici, per i diritti civili, per i privilegi economici.
    caro PD tu non ti impegni a fare una legge sulle unioni di fatto e noi non ti votiamo. Punto.
    Caro PD tu non ti impegni a modificare pubblicamente il meccanismo truffa dell’otto per mille (sarebbe il caso di fare informazione u questa indecente truffa) e non non ti votiamo. Punto.

    Spiegare a tutti quei milioni di persone che non scelgono la destinazione dell’8 per mille che di fatto il loro otto per mille va alla chiesa.

  8. questi cattolici molto cattolici e poco cristiani, talmente cattolici da manipolare l’infromazione come fa il, sig. giulio mozzi che invece di infromarsi come sarebbe dovere di ogni cittadino ( come cattolici non so probabilmente è sufficiente un atto di fede per ingoiare qualsiasi cazzata ) sono davvero ridicoli e avolte indecenti per quanto ipocriti.
    bene allora consiglio di leggere l’intervista di mario staderini qui:
    http://www.informarezzo.com/permalink/8431.html

    che smonta pezzo per pezzo le suddette cazzate propinate dall’avvenire. E scusate il tono poco cristiano ed educato.
    Ma per quale maledizione in questo stramaledetto paese, il rapporto tra la chiesa e lo stato tra i credentie i laci non deve essere come quello vigente, in francia, in germania o in spagna?.

  9. Io pensavo che il link di Mozzi portasse alla nuova sigla di Quelli che il calcio. Era invece una cosa da prendere sul serio? Una sigla televisiva cosi’ palesemente retoricamente falZa?

    :-))))))))

  10. Tre risposte: tutte e tre derisorie, ma almeno una cita un link che entra nel merito.
    Ecco: a me interessava questo: mostrare come a volte è difficile entrare nel merito.
    Ho linkato l’articolo di Umberto Folena solo a questo scopo.

    Non credo proprio di essere, caro Franco, un “depositario della verità assoluta”. Non sono né pazzo né idiota. Non ho “manipolato l’informazione”, caro Carmelo: ho linkato un articolo palesemente interessato e di parte (nessuno crederà, spero, che l’ “Avvenire” non sia palesemente interessato e di parte).

    Proviamo a prendere ciò che scrive Folena, affermazione per affermazione. Ad esempio:
    “Quelli che sul loro giornalone da 500 mila copie denunciano con veemenza che la Chiesa italiana nasconde il rendiconto dell’8 per mille. Quelli che, e sono gli stessi, da 20 anni pubblicano il rendiconto in una loro pagina acquistata dalla Chiesa, incassano i soldi e, una volta smascherati, si guardano bene dal correggere la fandonia”.
    Vero o falso?

  11. Appunto. Il rendiconto dell’8xMille non dovrebbe essere pubblicato su una pagina a pagamento di un giornale da 500 mila copie. Dovrebbe essere a disposizione di tutti tutto l’anno online ad esempio. Ma non come adesso con informazioni generiche ed elusive.

    E comunque resta da rivedere l’assegnazione truffaldina dell’Otto x Mille alla Chiesa Cattolica.

  12. Il rendiconto è online nell’apposito sito, qui.

    Non capisco perché “il rendiconto dell’8xMille non dovrebbe essere pubblicato su una pagina a pagamento di un giornale da 500 mila copie”.

    Ma l’affermazione di Umberto Folena riportata sopra, allora, è vera o falsa?

  13. ma anche questo Folena è un po’ vago, chi sono “Quelli che sul loro giornalone da 500 mila copie denunciano con veemenza che la Chiesa italiana nasconde il rendiconto dell’8 per mille. Quelli che, e sono gli stessi, da 20 anni pubblicano il rendiconto in una loro pagina acquistata dalla Chiesa, incassano i soldi e, una volta smascherati, si guardano bene dal correggere la fandonia” ?

  14. “Corriere della sera” o “La Repubblica”, direi. Solo loro raggiungono quei numeri. “La Stampa” è un duecentomila copie sotto.

    Quindi abbiamo trovato un difetto (grave, secondo me) a questa affermazione di Umberto Folena: non nomina esplicitamente ciò e coloro di cui parla.

    Resta da stabilire se essa sia vera o falsa.

  15. “Quelli che cantano dentro nei dischi perche’ ci hanno i figli da mantenere, oh yes!
    Quelli che da tre anni fanno un lavoro d’equipe convinti d’essere stati assunti da un’altra ditta, oh yes!
    Quelli che fanno un mestiere come un altro.
    Quelli che accendono un cero alla Madonna perche’ hanno il nipote che sta morendo, oh yes!
    Quelli che di mestiere ti spengono il cero, oh yes!”

    eccetera

    mi pare poco, onestamente

  16. Ma dall’incrocio delle fonti sappiamo che si tratta di “Repubblica” e di Curzio Maltese. L’articolo di Folena dell’altro giorno è in sostanza il riassunto della pubblicazione che hai trovata tu, Alcor.

    E’ dunque vero che “La Repubblica” ha pubblicato una notizia falsa (“la chiesa nasconde il rendiconto dell’otto per mille”)?

  17. per risponderti dovrei leggermi “le sette puntate dell’inchiesta
    dal titolo: “I soldi del vescovo” pubblicate da Maltese su
    Repubblica dal 28 settembre al 17 dicembre 2007, per un totale
    di quindici pagine di giornale” nonché il libro, dove Maltese secondo Folena omette.

    Ma andremmo fuori strada, direi, rispetto al succo, che per me è in effetti l’8×1000 e tutte le cospicue detrazioni fiscali e tutti i contributi di cui la Chiesa cattolica gode nel nostro paese. Non sarebbe meglio che sostenesse i suoi sacerdoti e il resto che fa con i suoi mezzi, vendendo magari una parte del suo enorme patrimonio immobiliare e artistico, invece di batter continuamente cassa, in un modo o nell’altro, certamente legale, ma estremamente privilegiato, allo sportello di un paese che è anche mio e non solo dei cattolici?
    Perché la Chiesa cattolica deve essere tanto ricca e così attenta a restarlo? Posso persino accettare che abbia una banca, e che banca, visto che è uno stato, ma che assomigli a una idrovora mi lascia perplessa, Folena o non Folena.

  18. Alcor, sono d’accordo: la chiesa dovrebbe sostentarsi con i propri mezzi, come ogni altra organizzazione privata, dalle bocciofile ai partiti, dal sindacato alle associazioni culturali.
    (Farebbe malissimo, faccio notare, a vendere per questo una parte del suo patrimonio. Finanziare la spesa corrente vendendo il patrimonio è semplicemente suicida. Ma ci sono tanti modi per farlo fruttare, un patrimonio).

    Però, vedi, c’è una cosa che mi colpisce. Io butto là una domanda, e cioè se ciò che è detto in un certo articolo sia vero o falso. E vedo (non è il caso tuo, Alcor) che c’è una certa riluttanza a entrare nel merito. Perfino Franco Buffoni se ne guarda bene, e preferisce denigrarmi attribuendomi intenzioni e convinzioni che non ho.

  19. No, Franco, non sono una povera vittima del laicismo. E tu non sei un cattivaccio.

    Perché continui ad attribuirmi opinioni e pensieri che non ho e che non mi sogno di avere? Non mi sembra un modo pratico di parlarsi.

  20. Non so perché, Mozzi, io parlo sempre per me.

    Ma forse perché, dove il succo del discorso – mi pare – si potrebbe vedere tutto sommato in questa frase di Buffoni: “l’unica vera ricca lobby rimasta in Italia è proprio la Chiesa cattolica”, dalla quale derivano alcuni corollari, tu prendi un minuscolo – sempre mi pare – e secondario capo della matassa del discorso, cioè questo: “Ciò che scrive oggi l’Avvenire, qui, è vero o falso?”, per riavvolgerla altrove, dirottando la discussione verso temi a te più cari.

    Chi ti legge – io almeno – si rende conto che l’insistenza sul “vero/falso” è un tuo procedimento di lettura dei processi retorici, e non solo, in sé ottimo, ma a volte può sembrare o fine a se stesso, praticato cioè per amore del tagliare il capello in quattro, o anche una piccola astuzia -sempre mi pare, eh, ne metto tanti, di “mi pare”, perché oggi, nonostante il caldo, devo farmi un giro di uffici pubblici e potrei non avere il tempo di continuare, eventualmente – per mostrare le debolezze vere o presunte del discorso altrui. (Perché la verità, anzi, la Verità, non è una faccenda tanto semplice, no?)

    Ma in questo discorso di Buffoni, scusami, io di debolezze non ne vedo, eppure non sono un’anticlericale trinariciuta.

  21. Quell’articolo non mi pare un “minuscolo capo della matassa”, Alcor, visto che riepiloga un po’ tutte le affermazioni che vengono fatte in questi giorni sulla questione. Affermazioni che non è irrilevante se sono vere o false.

    Ad esempio. E’ vero o non è vero che certe agevolazioni, citate da alcuni giornali come esclusive delle organizzazioni ecclesiastiche, sono in realtà disponibili per tutte le organizzazioni che perseguono certi fini?
    Sì. da quel che ho capito, è vero.
    E’ vero o non è vero che le organizzazioni ecclesiastiche tendono piuttosto sistematicamente ad abusare di queste agevolazioni, estendendo fittiziamente a ogni loro struttura i fini che in realtà sono propri solo di alcune strutture?
    Sì: da quel che ho capito, è vero.
    E’ vero che la chiesa italiana è stata accusata di tenere nascoste informazioni che in realtà sono disponibili pubblicamente, addirittura pubblicate negli stessi giornali che denunciano il nascondimento?
    Sì: da quel che ho capito, è vero.
    Ecc.

    Ti faccio poi notare una cosa. Tu scrivi:

    “…si potrebbe vedere tutto sommato in questa frase di Buffoni: “l’unica vera ricca lobby rimasta in Italia è proprio la Chiesa cattolica”, dalla quale derivano alcuni corollari…”

    Ora: che l’ “unica vero ricca lobby rimasta in Italia” sia “proprio la Chiesa cattolica”, non è qualcosa da cui derivino dei corollari. E’, semmai, una conclusione che si può tirare dopo aver verificato alcuni fatti. (E in questa posizione di conclusione, infatti, giustamente appare nell’articolo di Buffoni).

    Se vuoi, mettiamo la faccenda in un altro modo. Buffoni scrive che il patrimonio immobiliare della chiesa è “stimato al 40 per cento del totale nella città di Roma e al 25 per cento nell’intera penisola”.

    Chi ha fatto questa stima?
    Questa stima è credibile?

    Se giro per la rete, al di là di oscillazioni accettabili, vedo che il dato stimato del 20% del patrimonio immobiliare nazionale in mano alla chiesa è continuamente ripetuto (per Roma, invece, l’oscillazione è inaccettabile: si va da una stima del 25 a una del 40%). Ma da dove viene questo dato? Alcuni articoli nominano uno studio del “Gruppo RE” (che talvolta è citato un po’ confusamente come “Gruppo religiosi ed ecclesiastici” o simili), ma non ne ho trovato nessuno citi direttamente tale studio: tutti riportano una battuta di Franco Alemani, amministratore delegato del Gruppo Re: “Il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa”, reperibile in centinaia di luoghi della rete, e secondo me derivata da un articolo de “Il Mondo” del 18 maggio 2007, leggibile qui.

    Ora, cos’è il “Gruppo RE”? L’acronimo è perfetto: RE significa tanto Real Estate quanto Religioso Ecclesiastico. Il sito è interessante: http://www.gruppore.it. Meravigliosa, per la concentrazione di tonache e affari, è la rivista Il Consulente RE).

    Che fa il Gruppo RE? “Opera nei mercati economici, finanziari e di servizi, adottando canoni di comportamento deontologico rispettosi dell’Etica, interpretata secondo la Morale Cattolica. Organizza attività finanziarie, immobiliari e gestionali ad alto contenuto tecnico per realtà legate al mondo CAttolico, Enti istituzionali e importanti realtà industriali. Affianca il Cliente nell’analisi delle proprie necessità, identificando le possibili soluzioni ed aiutando la realizzazione del progetto, assumento anche l’onere imprenditoriale”.

    Ancora: “La RE spa mediante la Convenzione Bancaria RE dal 1984 mette al servizio del mondo della chiesa professionisti cresciuti nell’ambito della finanza con lo scopo di dotare il mondo dei religiosi e degli ecclesiastici di una convenzione bancaria con i maggiori Istituto di Credito. Oggi questi accordi privilegiati rendono disponibili condizioni di assoluto vantaggio sia per i tassi di interesse sia per le spese, commissioni, giornidi valuta e tutti gli altri servizi collegati al conto corrente. Tutto questo in modo chiaro, semplice e automatico! Più di 50.000 tra persone ed enti religiosi ed ecclesiastici hanno avuto benefici dalla Convenzione Bancaria RE e la crescita di ogni anno ne dimostra la sempre maggior validità”.

    Ancora: “Il nostro operato viene garantito da un team di esperti in ambito immobiliare, economico, giuridico, fiscale, tecnico e canonico. Il nostro valore aggiunto è dato da una profonda conoscenza della Chiesa, della sua organizzazione, delle sue finalità, delle particolarità di ogni Ente e delle loro iniziative, delle questioni inerenti il diritto Canonico ed Ecclesiastico nonché delle problematiche relative alle residenze collettive anche a livello di legislazione e normativa civile”.

    Chiedo scusa per la lunga citazione. Ma anch’io ogni tanto ci ho il gusto dell’orrido.

    Finisco sottolineando questo: ho l’impressione che la più citata stima sulla consistenza del patrimonio della chiesa venga da una dichiarazione rilasciata nel 2007 dall’amministratore delegato di questa azienda. Ovvero, non da uno studioso disinteressato.

  22. Potrei anche essere d’accordo con Franco Buffoni se non fosse che torniamo sempre alla faida statali contro chierichetti. piccì contro demo cristiani ecc ecc ecc. Così che, la Chiesa evaderà il pagamento di queste benedette tasse, ma per quanto insopportabile sia, non sarà mai tanto insopportabile e macchinale quanto lo Stato. E visto che alla faida si torna, tenga ognuno per la sua squadra, e ognun per il suo capitano… la stessa partitella di parrocchia dai tempi di Dante. vero capitan Mozzi?

  23. Spero almeno che chi voglia astenersi da questa infausta lotta VENGA almeno chiamato dantescamente ignavo. Voglio meritarmi a tutto tondo questo titolo stupendo.
    un saluto anche al capitan Buffoni

  24. Spero nemmeno per gli altri che sanno essere anche peggio e che tengono per la squadra più scarsa.
    Se vuoi invece passare agli ignavi… metto una buona parola col mister.
    saluti

  25. L’UAAR sostiene tutte le forme di opposizione al sistema dell’Otto per mille ritenendolo incomprensibile, discriminatorio nei confronti di tutti coloro che non appartengono a una delle confessioni ammesse alla ripartizione e, soprattutto, causa di un ingente danno alle dissestate finanze dello stato italiano.
    L’UAAR ne chiede con forza l’abolizione. Come male minore, l’UAAR suggerisce semmai di prendere in considerazione, in alternativa al meccanismo attuale, le legislazioni di alcuni paesi europei, come la Germania, che tassano solo i contribuenti che vogliono espressamente concorrere economicamente alle sorti della confessione religiosa cui appartengono.

  26. Mi pare inoltre che l’Italia sia soggetta a sanzioni da parte della Comunita’ Europea per i regaloni che fa ai papponi vaticani… Vero o falZo?

  27. Che un cittadino possa destinare una frazione delle proprie imposte a impieghi specifici, anche con trasferimento a soggetti privati, mi pare sensato. Che le scelte di coloro che destinano l’8 per mille determinino la distribuzione anche dell’8 per mille delle tasse di coloro che hanno scelto di lasciare i soldi allo Stato e stop, mi pare – come dire? – bizzarro.

  28. Mozzi, possiamo ricominciare, se vuoi: è vero che “l’unica vera ricca lobby rimasta in Italia è proprio la Chiesa cattolica”?

    Ce ne sono parecchie, certamente, ma di minor impatto sulla nostra vita, perché i loro interessi sono esclusivamente economici, la lobby che più incide, la più potente, la più capace, la più pervasiva, quella che opera affinché non solo la mia bolletta del gas, poniamo, mi costi un occhio, ma anche affinché la mia vita più intima ne venga toccata – anche grazie al denaro, perché il denaro è potere – è la lobby della Chiesa cattolica.

    Usa la politica italiana, e naturalmente ne viene usata, i politici sono come le remore che si attaccano alle navi o ai pesci grossi. Perciò, ovunque Buffoni l’abbia piazzata, quella frase può sembrare la conclusione del discorso, ma è il piatto forte. Non staremmo qui a parlarne altrimenti. Solo perché è una grossa e ricca lobby riesce a imporre le sue regole. Solo perché è una grossa e ricca lobby, tra l’altro introiettata persino da molti che personalmente non ne seguono le regole, può ottenere dei risultati che a loro volta hanno delle conseguenze, i suoi privilegi economici e fiscali sono delle conseguenze, e dunque dei corollari del suo essere potentissima lobby.

    Quell’articolo che citi continua a sembrarmi un minuscolo capo della matassa anche se “riepiloga un po’ tutte le affermazioni che vengono fatte in questi giorni sulla questione”, perché riporta il problema dell’invasività della Chiesa a una questione di meri dati. Hai ragione, non è irrilevante se le affermazioni sono vere o false, ma, tanto per essere un po’ rozza, se mi bombardano e radono al suolo la mia casa, sarà così rilevante citare il giusto numero delle bombe che l’hanno presa in pieno? O non sarà più rilevante il fatto che me l’abbiano distrutta? Dal punto di vista dell’amministrazione militare sarà forse più importante il numero delle bombe, e io sarò un danno collaterale, ma dal mio, com’è ovvio, no, e se farò guerra alla guerra con i numeri sbagliati, beh, pazienza.

    Nessuno qui, ritengo, è uno studioso disinteressato. I cittadini non lo sono mai, sono cittadini, vivono la vita; certo, meglio sono informati, meglio possono decidere, ma in attesa del meglio, fanno ricorso, ogni volta che partecipano alla vita democratica del paese alla loro umana esperienza. Reagiscono senza aspettare di avere tra le mani il documento finale, i dati perfetti, definitivi, e sarebbe stato augurabile che in passato avessero puntato più sul loro istinto di semplici essere umani che sulle informazioni certificate, non ti pare?

    Perciò si torna a quello che a me sembra il problema principale, la Chiesa cattolica è o non è una lobby ricca e potente? e aggiungo, troppo ricca e potente per uno stato debole e manipolabile come quello italiano?

  29. Nemmeno io “tengo per la chiesa” e non ho la forza, con questo caldo, per entrare nel merito. Voglio solo fare i miei complimenti a Giulio Mozzi per come ha condotto la discussione. Con pacatezza, senza cedere alla tentazione della chiusa polemica o dello slogan. Direi che il piu’ ‘laico’ del thread sembra proprio lui.

  30. Alcor, d’accordo. Io non so se “l’unica vera ricca lobby rimasta in Italia è proprio la Chiesa cattolica”.
    Però potremmo accontentarci di qualche affermazione un po’ meno d’effetto, dicendo: che la chiesa cattolica in Italia è molto ricca, e agisce come una lobby. Che sia l’unica o no, se sia la più ricca o no, non è poi così rilevante.
    Faccio notare però che non c’è niente di male, in sé, nella nostra società, nell’essere molto ricchi. Né c’è niente di male, in sé, nella nostra società, nel fare lobbying.
    Ciò che si contesta quindi non è – non può essere – la ricchezza in sé della chiesa cattolica, né il suo fare lobbying. Si può contestare invece il modo in cui tale ricchezza è stata costituita e viene mantenuta e incrementata; nonché il modo in cui viene agito il lobbying.
    E quindi bisogna, ahimè, andare a vedere i “meri dati”.

    Certo: se io penso che gli obiettivi della chiesa cattolica siano di per sé disdicevoli, o addirittura criminali, m’importa poco della correttezza del suo fare lobbying e della legalità della sua ricchezza: non si tratta a questo punto (se non, magari, per esigenze tattiche) di costringere la chiesa cattolica a comportamenti più corretti, ma di farla fuori.
    Ma converrai che questo è un altro piano.

  31. E’ vero, nella nostra società non c’è niente di male a essere molto ricchi. [Avrei delle obiezioni sulla tranquilla accettazione dell’enorme divario tra ricchi e poveri, ma lo lascerei fuori, qui, per un momento, anche se io, comunismo a parte, mirerei con forza alla redistribuzione equa (utopica? ma agiamo almeno in quel senso) delle ricchezze e delle risorse del pianeta]. Dunque la chiesa accetta i dettati del mondo qual è, è plastica, tanto plastica da accettare di avere una banca e di muoversi come una lobby economica, si adatta alla società che diviene nella storia, e grosso modo la accetta, ma se si adatta e l’accetta, diventa – almeno per una sua parte, quella mondana – un’istituzione come tante altre, e dunque le si può chiedere con forza di modificare il peso della sua ingerenza nella vita pubblica di un paese e in quella intima di coloro tra i suoi cittadini che non si riconosco nelle sue leggi morali.

    Se non ricordo male – non ho tempo di controllare adesso, sto facendo i bagagli – recentemente un pastore valdese ha benedetto, qui in Italia, un’unione omosessuale. Non ha celebrato un matrimonio, certo perché da noi è impossibile proprio grazie alle ingerenze sul nostro ordinamento della Chiesa cattolica, ben più potente di lei. Non tutti i valdesi, mi pare di aver capito erano d’accordo, ma mi sembra un’accettabile dialettica interna tra posizioni differenti, più o meno conservatrici e paternalistiche o più o meno sessuofobiche, ma la Chiesa valdese ha dato un forte segnale di aver recipito le esigenze di quella stessa società che la Chiesa cattolica evidentemente recepisce soprattutto quando il nucleo delle sue esigenze è il possesso di grandi beni materiali capaci di darle un notevole controllo su quella stessa società che poi, in gran parte e nelle cose che dovrebbero interessarle di più, le questioni di fede, l’ha abbandonata ed è diventata indifferente, seguendola – mi pare – più nei suo moralismo conservatore e nel suo potere politico e mondano che nella sua spiritualità senza tempo.

    Non ho nessuna intenzione di far fuori la Chiesa cattolica, come non ho nessuna intenzione di far fuori la Chiesa valdese o il buddismo o qualsiasi altra credenza in qualcosa fuori di noi che consoli dall’angoscia di essere qui. Credere in dio o in un dio è una pulsione fortissima nella maggior parte degli esseri umani, non mi verrebbe mai in mente di conclucare questo diritto, non è questo il piano. Chiederei però con forza alla Chiesa di essere una guida esclusivamente spirituale per chi crede in questa particolare religione rivelata, senza ingerenze – grazie al suo potere lobbistico ed economico – nella vita intima delle persone come me, per esempio, che di dio fanno a meno, senza volerlo togliere a chi non ne può fare a meno.

    A me, Mozzi, che tu sia cattolico, non dà nessun fastidio, è tuo diritto. Tra l’altro condividiamo (e io consapevolmente) quella cultura “cattolica” che si assorbe vivendo in un paese come il nostro, con dentro il Vaticano. Non mi darebbe nessun fastidio neppure se tu fossi musulmano, me ne darebbe tuttavia se tu, essendo musulmano, usassi il denaro dei tuoi pozzi di petrolio per fare proselitismo e segare quelle conquiste sociali e civili che io, come donna mi sono conquistata negli altimi sessant’anni. L’intreccio tra paternalismo secolare e instituzioni religiose è sempre stato talmente forte che anche durante la mia pre-adolescenza, quando credevo in dio, il culto della Madonna mi ha sempre lasciata fredda.

  32. No, no, la chiesa (intesa come gerarchia, patrimonio, potere eccetera) non è una “istituzione come tante altre”. E’ una “organizzazione come tante altre”. E come tale va trattata.

    Oppure la chiesa è una comunità spirituale, che di per sé non sembra avere bisogno di ricchezze e lobbying.

    E’ possibile una vita spirituale priva di ricadute nei comportamenti?

  33. perché non un’istituzione? guarda qui http://it.wikipedia.org/wiki/Istituzione, mi sembra una definizione sensata.

    ovviamente, a mio parere, una vita spirituale (ce l’hanno anche i non credenti, non è una prerogativa dei seguaci di una chiesa) ha ricadute nei comportamenti, ma se mi chiedi di guardare ai comportamenti della chiesa nella storia, (lasciando da parte quelli dei singoli credenti) devo poi interrogarmi sulla loro bontà (passami bontà, arghhh!) e sulla fedeltà al dettato evangelico da cui discendono e perciò, alla fine, alla bontà della vita spirituale sulla quale obbiettivamente si fondano; se dobbiamo aprire il konvolut, qui e ora, però, ho dei problemi di tempo.

  34. Insomma, Alcor: secondo te la chiesa cattolica dovrebbe “essere una guida esclusivamente spirituale per chi crede in questa particolare religione rivelata”; mentre altre organizzazioni, la cui storia testimonii una maggiore “bontà”, potrebbero essere delle guide non esclusivamente spirituali, ossia guide spirituali con ricadute sui comportamenti. Giusto?

    Franco: sull’argomento ti consiglio anche l’inchiesta di Ernesto Milanesi e Sebastiano Canetta in uscita per manifestolibri (non so il titolo, ne ho lette anticipazioni nei giornali).

  35. Mozzi, devo essermi spiegata male, sì per il primo punto, penso che la chiesa cattolica dovrebbe essere una guida esclusivamente spirituale per chi crede in questa particolare religione rivelata, ma non ho mai parlato di «altre organizzazioni, la cui storia testimonii una maggiore “bontà”», ho parlato di bontà dei comportamenti e della loro fedeltà al dettato evangelico da cui dovrebbero discendere.

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franco buffoni
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Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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