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“La semaine perpétuelle” di Laura Vazquez – un estratto in traduzione

 

La semaine perpétuelle è il primo romanzo di Laura Vazquez, uscito nel 2021 per le Editions du Sous-Sol e attualmente inedito in italiano. L’autrice è stata residente a Villa Medici da settembre 2022 ad agosto 2023. L’estratto che segue viene pubblicato in traduzione su Nazione Indiana con il sostegno dell’Institut Français Italia.

 

 

di Laura Vazquez
traduzione di Ornella Tajani

Ciao a tutte e tutti, rieccoci oggi con un nuovo video sul tema delle persone, cioè delle cellule. I genitori ti portano in grembo e tu nasci, un dottore ti fa uscire e apri gli occhi. Le cellule ti circondano il corpo, e non le vedi. Hanno le antenne. Assorbono le radiazioni della tua vita e tu non lo sai. Ci sono cose che non riesci a vedere, quasi tutte le cose. In camera tua, in casa, quando respiri le cellule nascondono. Non puoi sentirle, non sei mai solo, ma non ci pensi. Non lo sai. Sei fatto di cellule circondate da cellule. Ma la cellula ti conosce, ti guarda, ti capisce. Tu stesso non sei una persona, non sei un’unica persona, sei un ammasso di cellule. Abbassò lo sguardo, scrisse la parola: CELLULA sul telefono, lesse: La cellula è la più piccola componente di ciascun organismo vivente. La cellula permette di rinchiudere le persone e di isolarle. La cellula è l’unità di base di ogni organismo. Ma ora ti svelo io quello che non viene detto: Le cellule capiscono la tua vita. Loro sanno. Anche se tu non la capisci, non fa niente, le cellule capiscono, non preoccuparti. Le cellule ti circondano e si moltiplicano. Non luccicano, ma vibrano. Una cellula può aiutarti, ma può anche tradirti, la stessa cellula può tradirti e aiutarti. Le cellule leggono i tuoi sentimenti. Conoscono quel che hai nel petto. Agiscono su di te perché sono te. Capiscono la tua vita meglio della tua vita perché sono la tua vita. Al di fuori delle cellule, la tua vita è la parola VITA.

Resta seduto, non pensare, resta in camera tua, fai silenzio. Io l’ho fatto, non riuscivo a capire, non riuscivo a pensare, non sapevo nulla, le cellule si prendono gioco di noi per via dei pensieri, conoscono i nostri pensieri. Ci entrano nel corpo, una cellula può diventare il coperchio della nostra bara, può diventare una lacrima, un brufolo, un raffreddore o il cancro. Alcune cellule si divertono, altre odiano. E per proteggersi bisogna fare silenzio. Quando si fa silenzio le cellule si calmano. Fa’ silenzio dentro la testa. I pensieri sono cose che si contraggono nei neuroni, ma i neuroni sono cellule al livello dei nervi.

Adesso ti dirò una cosa e devi scrivertela sul braccio. Scriviti sul braccio: Se un sentimento decide della tua vita, sei come una scarpa. La scarpa ha bisogno di un piede. La scarpa non può camminare senza il piede. Ma il piede non ha bisogno di scarpe per camminare, il piede non ha bisogno di scarpe per uscire, non ha bisogno di scarpe per andare avanti. Il piede esiste ed è un piede. Se non ci fossero piedi non ci sarebbero scarpe, ma se non ci fossero scarpe i piedi esisterebbero. Se un sentimento decide della tua vita le cose ti passano nel corpo, hai bisogno che passino, come le scarpe hanno bisogno del piede. La sua stanza era grande e la testa minuta. Avvicinò le mani alla webcam, disse: Tutti aspettano, non aver paura di aspettare, tutti stanno aspettando, significa che tutti pregano, pure quelli che non credono. Guarda bene, stanno pregando. Pregano internamente. È come se avessero la terra dentro e stessero scavando. Scavano la terra, hai capito o no che sto dicendo? Guarda, per la strada, in macchina, dai kebabbari, nei parchi, nelle scuole, tutti stanno pregando, guarda la bocca, gli occhi, pregano, pregano tutti. Perché pregano tutti? Rifletti, pregano tutti per essere una persona. Ognuno pensa: Sono una persona. Questo è il mio passato, la mia storia, il mio posto, sono questa persona, sono una persona. Quando mangiano, in treno, nella metro, pensano: Sono una persona, sono una persona, sono io, ho queste idee qui. Sono me stesso. Si svegliano, pensano: Sono una persona, sono la persona che vive a casa mia, sono a casa mia, sono una persona, e chi è il contrario di Dio? È la persona. Ogni volta che sono una persona, sono il contrario di Dio. E se ci sono problemi, sono problemi di Dio. I nostri problemi non sono problemi nostri, siamo una persona. Quando uno è malato, chi fa la malattia? Non è la persona, è la natura. Se uno non è un Dio, può restare a letto, è il contrario di un Dio, non c’è problema. Se non c’è problema, di chi sono i problemi? Non sono della persona. Tutti pregano per non capire. Dalla mano destra fino alla mano sinistra tutti stanno pregando. Ci sono persone che dicono per tutta la vita: Io non prego, non credo, ma al momento di morire guardano il soffitto, le cellule delle loro mani si uniscono, si toccano. Secondo voi, se Dio esiste, prega? Le espressioni del suo viso erano in ritardo rispetto alle parole, come se ogni volta restasse sorpreso. Avvicinò la faccia alla webcam, disse: Inizia la giornata senza decidere, fai quest’esperimento. Lascia che siano le cose a decidere, a scegliere i tuoi gusti, problemi, gesti. Resta in casa un giorno intero e prolunga la giornata. Resta a casa una settimana e prolunga la settimana. Resta a casa per un anno e prolunga gli anni. Resta in camera tua. Io, quand’ero piccolo, pensavo come un bambino, parlavo come un bambino, poi, la sera, dormivo come un bambino, mi trattavano come un bambino. Avevo compassione per gli oggetti. Quando i miei genitori cambiavano auto, soffrivo per quella vecchia. Provavo pietà per le carte nei cestini della spazzatura. Sono diventato una persona, ti parlo. A volte non so cosa voglio dire. Comincia le frasi senza decidere. Comincia una frase senza scegliere la fine. Ora vi posto la mia poesia UNO ZERO TRA GLI OCCHI, non dimenticate di mettere il like e condividere, ciao, bye, alla prossima.

 

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ornella tajani
ornella tajani
Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
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