di Mario Schiavone
Quando andavo da mia nonna paterna mi sentivo come se mi avesse ingoiato una grande balena malata. Non volevo andarci in quella casa che stava in via Caserta, ero costretto a tornarci perché mio padre così voleva. Io accettavo la sua decisione come si accetta il dovere di svolgere una preghiera dopo una confessione. Le crepe sulle pareti della casa di mia nonna mostravano a me quell’abitazione con un altro aspetto: me le immaginavo come ferite di una bestia marina con alle spalle anni e anni di vita. Il colore della vernice era passato dal bianco ad un giallo stantio che mi ricordava la carne dei pesci malati che muoiono arsi sotto il sole d’estate.La bestia però era ben sorvegliata da occhi ammalati ma sempre vigili: erano gli occhi della vecchia rana.














