di Giacomo Sartori
GS Tu sei originario della Val Prino, in provincia di Imperia, una zona aspra ma anche dolce che è presente marginalmente anche nell’ultimo tuo romanzo La spiaggia dei cani romantici (Instar Libri, 14 euro), che pure è ambientato in Argentina e in Spagna, così come in un modo o nell’altro in tutti i tuoi romanzi precedenti. I tuoi personaggi vengono però sempre da altrove, o partono per altrove, e anche gli stessi abitanti della tua terra sono in realtà spesso stranieri venuti a stabilirsi lì. Fino a che punto in questa “promiscuità geografica” dei tuoi testi c’è l’esperienza dell’autore, sapendo che tu da bambino il confine lo passavi al seguito di tuo padre, che andava a lavorare in Francia, e sapendo che hai vissuto gran parte della tua vita adulta all’estero, e che ora da molti anni vivi in Olanda?
MM La frontiera la sento più come regione e non come taglio netto, dentro o fuori. In realtà la mia Liguria, la valle che racconto solitamente e ossessionatamente, è ancora assai lontana dalla Francia. E per me la Francia, prima che un posto, come ricordavi tu, era la terra da cui mio padre portava il pane, Francia esisteva solo in dialetto: a Fransa. Il profumo che avevano i turisti francesi, le magliette pulite col coccodrillo, le vestaglie colorate e le capigliature ricercate delle donne,










