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Indice Ikea

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di Helena Janeczek

Riparto dalla Germania, nel retro della mente le immagini dei cortei di ragazzi che vogliono giustizia sociale a Tel Aviv, le carcasse di autobus e edifici dopo una notte di London Burning. Sulla via per l’aeroporto scopro il particolare conosciuto, mai però visto in relazione. I supermercati tutti chiusi, non si può fare shopping di domenica, persino Ikea non forza i suoi orari oltre le 20 dei giorni lavorativi. Esiste un “indice Ikea”? Qualcosa che misuri il quoziente di regolamentazione del lavoro rispetto al livello di vita dei lavoratori?

Juke Box / Joni Mitchell

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Joni, la più brava di tutte.

http://www.youtube.com/watch?v=cZeyIbcsuPE

Piccoli Maestri crescono

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Collage pour Folon

Progetto Piccoli Maestri
di Elena Stancanelli

Su ispirazione del lavoro fatto da Dave Eggers in America (826 Valencia) e Nick Hornby a Londra (Il ministero della storie) ho immaginato qualcosa di simile in Italia. La mia idea sarebbe quella di fare una scuola di lettura pomeridiana, indirizzata ai ragazzi delle scuole medie superiori e tenuta dagli scrittori, che parteciperebbero a titolo gratuito, mettendo a disposizione un po’ di tempo e la loro passione per i libri.
Ho condiviso questo mio progetto con i partecipanti alla prima riunione di TQ, con la casa editrice Laterza e la Provincia di Roma (il presidente Zingaretti e l’assessora alla cultura Cecilia d’Elia), che mi hanno aiutato con entusiasmo.
Abbiamo trovato quindi una sede possibile, per far partire la prima sperimentazione. Si tratta di uno spazio molto bello, nel quartiere Esquilino a Roma, di proprietà del Comune, dove già si fanno diverse attività per ragazzi.
Il 5 settembre alle ore 19, ho indetto una riunione con l’assessore, le persone che gestiscono lo spazio e tutti gli scrittori che vogliano mettersi a disposizione. Accorrete numerosi. Anche se avete perplessità e non siete sicuri di farcela: intanto possiamo mettere a punto il progetto e far vedere che siamo tanti, belli e intelligenti. Confido in voi. Il posto in questione si chiama Matemù, in via Vittorio Amedeo II, a Roma.

(Mappare le librerie indipendenti)

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Carlo Mazza Galanti
[…]
Mi limito a indicare, perché lo credo cruciale (e per non fermarmi alla sola speculazione), un possibile luogo di azione, per altro già abbastanza discusso tra di noi: quello delle biblioteche pubbliche e delle librerie. Credo che se questi, più di altri, potranno essere luoghi di una possibile convivialità, di “occultamento” e di autodeterminazione, sarà perchè saremo forse in grado, attraverso di essi, di cortocircuitare (anche se in minima parte) i meccanismi ben oliati che integrano i tre grandi poli (produzione, critica, consumo culturale) nello stesso macchinone demente. Concentrandoci su questo punto possiamo fare qualcosa di concreto. Stimoliamo il buon funzionamento delle biblioteche. Mappiamo le librerie indipendenti città per città, aiutiamoli a fare rete, facciamo “guerrilla” andando fisicamente davanti alle librerie super-market con un elenco delle migliori librerie indipendenti divise per quartiere e invitando la gente a fare i loro acquisti lì, vicino a casa, in un posto migliore, più bello, più curato e più utile alla cultura e alla vita associata. Costruiamo un circuito virtuoso tra critica e vendita grazie a cui i librai potranno orientare il consumo in maniera intelligente e credibile; cerchiamo – nei limiti delle nostre possibilità – di scardinare il controllo dei distributori all’interno della filiera editoriale. La questione delle biblioteche e delle librerie credo che unisca tutti: scrittori, editori, giornalisti, critici, lettori. L’azione potrebbe partire da qui.
Riprendi a leggere da qui.

VESCOVI BUGIARDI

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di Dario Accolla
Non usa mezzi termini Avvenire, organo di stampa di una delle organizzazioni religiose più integraliste presenti in Italia, la CEI: «Un gesto politico, una scelta strumentale per scatenare l’ennesimo, sterile scontro». Che un giornale, in linea con i dettami di una chiesa profondamente omofoba, sia critico verso l’unione pubblica di due donne lesbiche – Paola Concia e Ricarda Trautman – è cosa che non stupisce affatto. Non si capisce, tuttavia, l’ipocrisia di chi scrive: “Una scelta aderente ai peggiori modelli mediatici e commerciali che, da parte di una donna di sinistra, alternativa e controcorrente francamente delude un po’”. Evidentemente il buon gusto di una coppia di donne che coronano un sogno d’amore finisce, secondo Avvenire, laddove comincia il rosso di un paio di scarpette di Prada. Ma c’è di più. Si aggiunge pure la menzogna quando si è costretti a leggere: “È davvero così stravagante la nostra Costituzione che riconosce e regola la famiglia (articoli 29, 30 e 31) come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna?”.

La scrittura come contemporaneità

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[Il brano è preso da: Heinrich Böll, Come si dovrebbe vivere. Perché la città si è fatta straniera / Dialoghi con H. Vormweg, trad. di F. Rondolino, edizioni dell’asino 2011, pp. 96-101. Il libro, pubblicato nel 1987, viene proposto adesso nella «piccola biblioteca morale» dell’editore. DP]

Foto via Ann-Christine Jansson

Heinrich Böll – Heinrich Vormweg

HW Eppure nei racconti del primo periodo, nei racconti pubblicati e nei primi romanzi, si ha l’impressione, leggendoli, che tu, nonostante il sentimento della liberazione, sia ancora ancorato a quella vita, a una vita che avvolge totalmente la persona come una sfera, tenendola immobile molto più a lungo di quanto affermi il proprio sentimento. Ciò che adesso voglio dire è che, non potendo partire dai tuoi ricordi personali, sono obbligato a partire da ciò che ho letto. A mio parere tu hai raccontato, facendone oggetto dei tuoi racconti, la guerra e il ritorno a casa, e soltanto dopo il discorso si è allargato alla vita tra le macerie, all’insicurezza tutta particolare che contraddistingue la vita tra le macerie. Una parte di questa vita consisteva nel continuo odore di cucina, che all’inizio degli anni cinquanta divenne anche oggetto di un vivace dibattito letterario. Tuttavia in questi primi racconti non si poteva trovare ciò che Wolfgang Weyrauch espresse in tono programmatico nella sua antologia 1000 Gramm, apparsa nel 1949: “Qui scrivono giovani autori che vogliono disboscare la foresta intricata in cui ci troviamo”.

PAOLA E RICARDA, SPOSE

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di Dario Accolla
Cara Paola, cara Ricarda, ho sempre pensato che non è un atto formale a rendere vero l’amore. Quell’atto però ha un valore che può riassumersi in una sola parola: “diritti”. Io credo ai simboli, che non portano il pane a tavola e non porgono le garze sulle ferite. Ma disegnano l’anima e i pensieri. E con i pensieri si cambia il mondo. Per questo penso che il vostro matrimonio non sia solo un atto legale, per quanto legittimato già nel suo essere dal sentimento che lo nutre e che lo rende imprescindibilmente giusto. La vostra scelta diventa simbolo di una libertà che deve essere prerogativa di tutte e di tutti. La libertà di chi, gay o lesbica, vuole essere come la maggioranza delle persone. La libertà di chi, eterosessuale, sa di poter vivere in un paese più giusto. La libertà di chi decide di non sposarsi, in un novero di scelte tutte a portata di mano. La vostra unione è sacra, perché esiste. È lecita perché prevista dalle cose del mondo. Chi non comprende questo non capisce l’amore e non conosce la vita. Mi sembra che voi, al contrario, abbiate imboccato la strada giusta. Vi abbraccio come se foste qui, con ogni augurio di felicità per tutto ciò che già siete e che potrete ancora essere. Insieme.

www. elfobruno.com

PREGIUDIZIALE DI COSTITUZIONALITA’ ?

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di Piero Russo

Non poteva più sopportare i sorrisetti ironici dei suoi concittadini, gli insulti e le allusioni all’omosessualità del fratello maggiore. In un eccesso d’ira Pasquale Intellicato, 20 anni, un giovane di Cerignola ha afferrato due coltelli e ha infierito sul fratello: “Sei il disonore della famiglia”.

Pasquale Intellicato si trovava a casa dei genitori quando ha iniziato a litigare col fratello Antonio, 36 anni, per futili motivi. Accanto a loro c’erano anche la mamma e un terzo fratello, ignari di quel che stesse per accadere. Tra una parola e l’altra, Pasquale ha pesantemente insultato per l’ennesima volta il fratello maggiore, poi ha afferrato due coltelli da cucina e ha iniziato a colpirlo, perché l’omosessualità di Antonio gli rendeva la vita difficile e disonorava l’intera famiglia. Lo ha fatto per ben 19 volte, soprattutto all’altezza del torace.

Diario di un idiota sulla crisi economica

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di Andrea Inglese

Una banale metafora per un soggetto idiota

Io sono un idiota, e un ignorante. Posso votare, certo, ma non devo osare pronunciarmi sulla politica economica del mio paese e tanto meno dell’Europa, di cui è parte il mio paese. Di politica economica io non posso parlare. Posso pronunciarmi, spericolatamente contro la privatizzazione dell’acqua, mettiamo. Anche se non ho un laurea in chimica o una formazione in gestione degli acquedotti. Ma se apro bocca sul capitalismo, mi si chiede imperativamente un master in macroeconomia. Dire che il capitalismo non funziona, per altro, non serve a niente. Sono i capitalisti più forsennati che, per primi, lo dicono. E se anche lo dicessi, non essendo io un capitalista forsennato, sembrerebbe che avanzassi, in modo puerile, un sembiante di critica. Ma è perfettamente inutile criticare il sistema capitalistico, perché per fare ciò bisognerebbe, nello stesso tempo, magari nella stessa frase critica, infilare una subordinata, che spieghi per filo e per segno quale sistema non capitalistico possa essere approntato, in alternativa (e con dovizia di dettagli). Per altri ancora, è ingenuo discutere sul sistema capitalistico e le sue idiozie: tutto è chiaro, e alla luce del giorno. Si attende solo, con un po’ d’impazienza, la rivoluzione mondiale sincronizzata.

Due o tre cose che sto imparando con e su TQ

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[Segnalo, già che ci sono, anche questo versante dell’offensiva mediatica di TQ]

Giuseppe Zucco

Breve storia tascabile della mia avventura in TQ.

Ho seguito TQ dal primo vagito, dal primo stringato articolo apparso sulle pagine di un quotidiano nazionale. Per mesi ho setacciato giornali periodici siti blog per tenermi aggiornato e saperne ancora. Finalmente leggo i primi manifesti licenziati sul web – e la notte stessa, senza neanche aspettare che la lettura si cristallizzi nell’elenco dei punti deboli del discorso, o nella forma di una conoscenza condivisibile, il tipo di folgorazione che ti costringe a intensissimi rapporti telefonici nonostante l’ora, annoto l’indirizzo disponibile, e scrivo la mia lettera di adesione.

Il bisogno di verità

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di Piero Sorrentino

Giuliana è medico. Venerdì scorso – l’ultimo venerdì di luglio – si è specializzata, ha sostenuto l’ultimo esame ed è diventata specialista in anestesia e rianimazione. Quattro giorni dopo, martedì, le condizioni di salute di suo padre si sono di colpo aggravate, il tumore al fegato che si portava dentro da almeno sei mesi lo ha messo al tappeto – letteralmente, è svenuto, una emorragia interna ha preso ad allagargli le cavità, a inzuppargli i muscoli prostrati dai mesi lunghi della malattia -, lo hanno portato nella clinica di Aversa dove Giuliana lavora, nella sala di rianimazione, un edema polmonare gli impedisce di respirare, ha il cuore in profonda sofferenza, non si sa nemmeno in che punto preciso sia il sanguinamento.

amazon, gli sconti e le biblioteche

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Nuova disciplina del prezzo dei libri : DDL Levi n. 2281-B

Il 20 luglio scorso il Senato ha approvato definitivamente il DDL n. 2281-B (primo firmatario: Ricardo Franco Levi, PD, e relatori: Franco Asciutti, PdL, e Vincenzo Maria Vita, PD) che riguarda la disciplina del prezzo dei libri ed entrerà in vigore dal 1 settembre prossimo. La nuova disciplina comporterà una forte limitazione della scontistica applicabile ai libri e in molti la leggono in funzione anti-Amazon e, comunque, in funzione protettiva dello status quo nel mercato del libro. Qui, qui e qui trovate alcuni articoli, commenti, reazioni.

Dato che questa legge colpirà in modo significativo le biblioteche di pubblica lettura, che grazie agli sconti dei fornitori hanno potuto mantenere un patrimonio vivo nonostante i continui tagli di bilancio, l’Associazione italiana biblioteche ha scritto  al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Presidenti delle Commissioni cultura di Camera e Senato e all’On. Levi in merito al DDL in questione. Di seguito il testo della lettera (pubblicata qui):

default

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di Helena Janeczek

Si scrive “default”, si legge “fallimento”. E’ quanto è stato appena evitato, ma per le borse il re è rimasto nudo nell’equazione elementare Stato = debito statale. La bancarotta degli Stati Uniti: apparsa all’orizzonte con l’ineluttabilità delle notizie che tocca dare, quasi un sogno di mezz’estate che all’ultimo istante deve svanire come il vascello di Pirati dei Caraibi. Invece non è un sortilegio malefico, una chimera da scrollarsi di dosso con un ”non è successo niente”. Stiamo pagando, abbiamo già pagato, pagheremo ancora, anche per quel che è accaduto tra il Congresso e il governo USA.

Paesaggio con incendio

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di Gianni Biondillo

Ernesto Aloia, Paesaggio con incendio, Minimum fax, 149 pag.

Il tema del ritorno è uno dei topoi più ricorrenti della letteratura di ogni tempo. Se a questo aggiungiamo il contrasto fra città e provincia, siamo in un terreno limaccioso, per eccesso di produzione narrativa, sul quale viene facile scivolare rovinosamente. Ernesto Aloia, invece, piedi ben saldi sul territorio letterario, scrive l’ennesima variazione sul tema con grande maestria e qualità. Paesaggio con incendio m’è parso un romanzo che non cerca il dialogo con i miei contemporanei, ma piuttosto con i maestri nel nostro migliore Novecento, vedi Pavese, che del tema ne aveva fatto una ossessione.

Chi ha paura degli anarchici? Il caso Coupat e la difesa di Agamben

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di Paola Cantù

Un sabotaggio compiuto ai danni delle ferrovie francesi (SNCF) nella giornata dell’8 novembre 2008 sulla linea Paris-Lille ha creato una situazione di allarme e di forte disagio in Francia. La locomotiva che percorre i binari ogni mattina per verificare lo stato delle linee prima del passaggio dei treni ad alta velocità (TGV) si è imbattuta in alcuni tondini di ferro per cemento armato applicati al cavo di alimentazione elettrica delle locomotive. L’ostacolo ha danneggiato i pantografi della locomotiva, causando ritardi sulle linee ferroviarie. Le ricerche, inizialmente avviate dalla procura di Parigi e dalla SNCF, hanno visto in un secondo momento il coinvolgimento attivo della Sezione antiterrorista (SDAT) e l’arresto, seguito in diretta dalla televisione francese, di un gruppo di giovani sospetti in una fattoria di Tarnac, in Corrèze. È a questo punto che molti giornali hanno iniziato una campagna che trasformava i sospetti non solo in conclamati responsabili di sabotaggio, benché la loro responsabilità non fosse ancora stata  dimostrata, ma addirittura in terroristi, allertando il paese di fronte alla minaccia anarchica.

Iliade, Libro I (vv. 1-303)

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[Si pubblica il primo libro dell’Iliade nella versione Ventre. Su questa traduzione, che ritengo molto importante, si veda qui e qui. DP]

traduzione di Daniele Ventre

L’ira tu celebra, dea, del figlio di Pèleo, Achille,
devastatrice che inflisse agli Achei dolori infiniti,
ed anzitempo nell’Ade molte anime forti d’eroi
inabissò, delle spoglie imbandì razzia per i cani
e per gli uccelli banchetto, consiglio di Zeus si compiva,
sin dal principio, da quando si fecero ostili, a contesa
vennero, il re di guerrieri Atride e lo splendido Achille.
Ma fra gli dèi chi li aveva forzati a contendere in lizza?
Il figlio di Leto e Zeus: in collera con il sovrano,
sparse nel campo la peste maligna, e perivan le armate,
già, poiché a Crise mancò di rendere onore, l’Atride,
a un sacerdote; era giunto fra le agili navi d’Achei,
per liberare sua figlia, recando un immenso riscatto,
strette fra mano le bende d’Apollo infallibile arciere,
sopra lo scettro dorato, e pregava tutti gli Achei,
ma più di tutti gli Atridi, i due condottieri d’armate:
«O voi Atridi, e voi altri, Achei dai ben fatti schinieri,
possano darvi gli dèi, che hanno dimora in Olimpo,
di rovesciare la rocca di Priamo e ben giungere in patria;
ma liberate la mia figliola, accettate il riscatto,
figlio di Zeus venerate Apollo infallibile arciere!»

scusate la polvere

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di Daria Corrias

La prima volta che la vidi, la riconobbi subito. Lo smalto giallo e i braccialetti di caucciù, tantissimi su per i polsi, non potevano ingannarmi: era come me, sapevo già che avremmo condiviso non solo il banco del ginnasio ma anni di amicizia. Imbevute di anni 80, rapite da una popstar di cui raccoglievamo centinaia di fotografie, avevamo addosso i segni di chi si somiglia pur non essendosi mai visto prima. Succede così: ci si riconosce per caso, per fatalità, perché così vanno le cose. E poi si resta amiche forse per sempre, forse quanto basta, ma stabilendo quel rapporto di sorellanza squisitamente femminile. E questa sono io. Scusate la polvere di Elvira Seminara (nottetempo, 2011) racconta pure di come le amiche si incontrino e si riconoscano prima ancora di conoscersi sul serio. La protagonista è una donna normale con un nome più impegnativo: si chiama Coscienza, ma viene chiamata Enza o Cosce ma anche Zen o Enzima. Coscienza è una donna comune, una di quelle che, come tante di noi, si trova spesso in un camerino a provare un vestito indecisa sulla taglia: la small tira sulla pancia, la medium lascia troppo spazio sul seno. Un classico. E che dire poi dell’eterna lotta con la lavastoviglie: una guerra all’ultimo pentolino per cercare di infilare nella lavapiatti tutto quello che resta sforzandosi di trovare l’equilibrio perfetto tra una tazza e un mestolo.

FIGLI

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di Dario Accolla

Umberto Bossi commenta lo stop alla legge contro l’omo-transfobia.
«Meno male che non è passata l’aggravante dell’omofobia. Tutti sperano di avere figli che stanno dalla parte giusta, questo è un augurio che facciamo a tutti. Non era giusto punire quelli che si sentono disturbati da certe manifestazioni: persone normali che a volte si lasciano scappare qualche parola in senso anche bonario».
La mia piena solidarietà al senatùr.
Infatti, fossi genitore, non vorrei avere un figlio come il “trota”, bocciato diverse volte per manifesta incapacità nello studio, premiato per queste sue doti da un padre omofobo e razzista – che lo ha imposto al suo elettorato, facendolo diventare consigliere regionale in barba ad ogni principio di meritocrazia – e preso per i fondelli da tutto il mondo civile. Com’è giusto che sia nel suo caso.

da Il prossimo villaggio

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[Si presenta un estratto da Il prossimo villaggio, pubblicato da caratterimobili]

di Lorenzo Esposito

Alice si è perduta nella grande villa sul ciglio della strada. Strano a dirsi, che si è perduta, visto che poco fa proprio lei si è messa l’alto cancello alle spalle. E c’è anche una fragile naturalezza ora nel vedersi nuda in casa di sconosciuti. Nuda come un gioco del caso, come un indocile perverso rossore che indugia sulla pelle mentre il corpo corre a nascondersi. È sempre così, l’evidenza delle ombre è nella loro frequenza. Pulsano la notte anche di giorno, illudendosi di poterne constatare il disegno, constatare che il disegno è l’illusione. Anche Alice si illude di poter fuggire da qui, perché ha l’innocenza sufficiente per credere a ciò che dell’invisibile rimane trasparente: il battito dei fantasmi, la loro consueta furia eterea che sogna di riscrivere ogni volta tutto il mondo e di disunire le cose più lontane. In questa notte di tempesta non basta una casa a dare rifugio. Quando il tempo si ferma è perché lo spazio evapora e tutti diventiamo delle piccole creature incompiute. Anche la tenera cerimonia che Alice ripete sfiorandosi il seno davanti allo specchio è il lembo irrisolto di un mondo dissonante. Allora Alice tenta disperatamente di superare il muro che circonda la villa, ma il muro è invalicabile, cresce, muta, finge aperture, allude spiragli, subisce piccoli crolli, aggiunge e toglie di continuo mattoni. Il muro è ciò che sempre l’orizzonte sembra cedere ed eccedere, qualcosa insieme di siderale e di capillare. Fra le due pose, Alice cerca un punto dove riposare, un piccolo vuoto che racchiuda ancora una possibilità. Non le importa che il caos abbia ora una logica stringente. In fondo, dice a se stessa, anche il mondo è una sfasatura, e forse io non sono altro che una sua minuscola cicatrice e questa non è che pura geometria: nulla.

BIOETICA LAICA

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Il corso di bioetica laica si terrà tra febbraio e maggio 2012 a Torino, organizzato da “UNITRE – Università delle tre età, sezione di Torino” in collaborazione con la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni.
La ricerca scientifica e le nuove tecnologie biomediche hanno profondamente modificato alcuni ambiti fondamentali dell’esistenza umana. Tra questi l’origine e la fine della vita. La tecnica ci consegna un potere che è necessario gestire, comprendendone le implicazioni, e regolare, immaginandone le conseguenze.
Se la nascita e la morte non sono (più) un fatto naturale, se non è più la natura a decidere, la questione etica fondamentale diventa: chi decide della nascita e della morte? Sono necessarie nuove regole e nuove procedure, come se a una nuova capacità di agire corrispondesse una rinnovata responsabilità da parte di colui che agisce. Profondamente coinvolta in questi processi, la bioetica suscita grande interesse nell’opinione pubblica e assume un rilevante peso politico. Talvolta essa è intesa come uno strumento di difesa dalle innovazioni scientifiche e tecniche, capace di riportare la medicina sotto il controllo di credenze consolidate da tradizioni. Chi si muove in una prospettiva laica, intende invece promuovere le nuove libertà, proponendo, ovunque sia possibile, regole tali da permettere la coesistenza di persone che seguono orientamenti diversi senza danni o sopraffazioni reciproche.