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Trinità dell’esodo

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di Eugenio De Signoribus

Da: Poema dell’unità , prima parte

quando un unico fuoco
s’accende
per tutto il vivente genere

come annuncio d’inizio

è il suono della fiamma
l’indizio
d’una voce comune

Un passaggio di testimone: l’editor

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Qualche settimana fa, una studentessa di Pavia, Marta Perduca mi ha scritto per un’intervista da utilizzare per la sua tesi. Ho pensato così di condividerla con i lettori di Nazione Indiana e Alfa Beta2 con la speranza che ne possa scaturire un dibattito (tra i lettori di NI ci sono molti editor) in grado di offrire altri spunti a studenti impegnati su questo fronte. effeffe

D: La figura dell’editor nell’attuale mondo dell’editoria. Chi è? Come lo si può descrivere?

un test di italiano per la carta di soggiorno europea. A scuola.

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di Paola Lodola

Il test è fissato per le 14.30. I lettore cd è pronto, le fotocopie delle prove pure. Ci abbiamo lavorato tanto perché fossero ragionevoli, non contenessero inghippi e non generassero equivoci. Nell’aula che ospiterà i candidati la bidella ha disposto i tavoli in assetto da prova d’esame: tutti staccati, come quando ci sono gli esami di terza media. Deve averglielo suggerito il coordinatore stamattina. Alle 14.25 i candidati presenti sono sette e comincio a prendere nota dei documenti. Due sono marito e moglie e hanno con sé tre figli piccoli. Mentre faccio firmare il foglio di presenza, arrivano preside e vicepreside. L’occasione è speciale. La nostra scuola è fra quelle incaricate dalla Prefettura di sottoporre a un test di italiano coloro che hanno richiesto la carta di soggiorno europea, quella a tempo indeterminato, che tutela per sempre dal rischio di ripiombare nella clandestinità. Ottenere questa carta comporta vantaggi importanti: per esempio perdere il lavoro senza perdere il permesso di soggiorno, non dover fare code per il rinnovo e accedere a una serie di provvigioni.

CAMMINA CAMMINA

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un’inziativa di Tribù d’Italia e Consorzio Cantiere Cuccagna

Da Milano a Napoli ricuciamo l’Italia con i nostri passi. In un viaggio da fare insieme attraverso l’Italia, a piedi.

Milano, 24 marzo 2011

In questi anni, in questi mesi, in queste settimane, si respira un’aria pesante in Italia. C’è una cappa che grava sulle nostre vite, un’intossicazione che sembra attraversare non solo la dimensione politica ma anche ogni altra cosa.

La Terra ballerina

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di Antonio Sparzani

La situazione in Giappone non migliora, ma per amore di distrazione e per alleggerire l’angoscia che deriva dalla previsione delle conseguenze dell’insensatezza degli umani, vi parlerò di una ballerina, o più esattamente, in questo caso, di una pattinatrice.
Guardate gli ultimi secondi di questa brevissima clip della straordinaria pattinatrice su ghiaccio Carolina Kostner, guardate come fa una pattinatrice su ghiaccio, ad aumentare a comando la propria velocità di rotazione: come fa?

Da “Le sostanze”

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di Alberto Casadei

VII. (Ur-Nassiriya)

Perché il vedere le desolate pietre
che comunicano il fondo estraneo
alla cultura-materia di eserciti industrie
visioni lontane,
perché quel vedere corpi ridotti a
mummie immediate, carbonio
incombustibile, dopo il lancio,
la fiamma nera,
perché nel vedere il ridursi degli esseri
detti viventi a meno di cenere, azzerando
il tempo che occorre a giungere
a superare gli stadi,
in questo ancora si cerca un senso
a quella storia iniziata qui, non finita,
aggregazione di nuclei, suoni diversi
t/u/j/h/w/s.

Verifica dei poteri 2.0: Emanuele Trevi

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[Emanuele Trevi risponde alle Cinque domande su critica e militanza letteraria in Internet a proposito di Verifica dei poteri 2.0; qui le risposte precedenti]

1. Le linee fondamentali di questa ricostruzione ti sembrano plausibili?

Assolutamente plausibili, anche se, essendo dalla stessa ricostruzione definito giustamente un “neofita” il mio giudizio vale quello che vale.

2. Quando e perché hai pensato che Internet potesse essere un luogo adeguato per “prendere la parola” o pubblicare le tue cose? E poi: è un “luogo come un altro” (ad esempio giornali, riviste, presentazioni o conferenze…) in cui far circolare le tue parole o ha delle caratteristiche tali da spingerti ad adottare delle diverse strategie retoriche, linguistiche, stilistiche?

Un amico, Piero Sorrentino aveva letto un mio pezzo su un libro di Cesare Garboli, scritto per “Alias”, e mi ha chiesto di pubblicarlo su “Nazione Indiana”. Proprio il giorno in cui questo pezzo è riapparso sul sito, però, sempre sullo stesso giornale era uscita una mia stroncatura di “New Italian Epic”, il saggio di teoria letteraria scritto da alcuni membri del collettivo Wu Ming (W.M.1 e W.M.2, se ben ricordo). Era un articolo abbastanza violento, come di raro mi capita di scriverne, e comprensibilmente i diretti interessati si erano un po’ irritati.

La scuola è di tutti

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di Marco Rovelli
La scuola è di tutti. Parrebbe un’asserzione scontata, anodina, quasi innocua. Non è forse uno dei capisaldi di una democrazia? Ma siamo appunto nel pieno di un’emergenza democratica, e allora ribadire quella verità è quantomai necessario. Così come necessario è il libro di Girolamo De Michele, appunto La scuola è di tutti (Minimum Fax, euro 15), che da tutti dovrebbe essere letto e meditato per comprendere tanto la portata dell’offensiva berlusconian-gelminiana alla centralità e al senso stesso dell’istituzione scolastica pubblica, quanto la necessità radicale di resistere, e i mezzi per farlo. I primi a leggerlo dovrebbero essere forse i professori stessi (e lo dico per esperienza diretta), poiché questo libro fornisce una serie di strumenti per pensare il proprio ruolo, per restituirgli quel senso che l’offensiva di cui sopra tenta quotidianamente di sottrargli.

Senso comune, di Jacopo Galimberti

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[Con il gentile consenso dell’autore, pubblico in anteprima qualche testo tratto dalla raccolta Senso comune (2004-2009), di Jacopo Galimberti, che uscirà nelle prossime settimane per Le voci della luna. L’autore si dice ovviamente disponibile a presentare il suo volume in un qualsiasi spazio tipo biblioteca o libreria. La figura del venditore/ciarlatano ambulante lo ha sempre affascinato.
Già presente su Nazione Indiana qui, a.s.]

Se rigenera il fuoco alla Fenice l’immanenza
della vita
(Biagio Cepollaro, Fabrica)

Prologo

Se tento di spiegare dove e come s’inizia,

non so, e mi blocco. Se non ci penso però

si addensa il gesto e l’azione ha motore, scocca.

Oggi il cambiamento inizia dal basso.

SERENI CHIARA MORSELLI LIALA

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di Franco Buffoni

Liala mi connota inevitabilmente l’immagine della mia nonna paterna, cattolica bigotta, nata nel 1885, per la quale i romanzi della dannunziana scrittrice alata rappresentavano il massimo dell’osabile nel campo dei desideri. Difatti non li leggeva in Quaresima, né di sera: la morte poteva sopraggiungere cogliendola con pensieri profani nel cuore. Li leggeva di pomeriggio in poltrona, accanto alla finestra. E ogni tanto scrutava il cielo: chissà che un aviatore non giungesse…

Morselli e Chiara sono le due facce di un’unica medaglia: la medaglia di ciò che Sereni non volle e non potè essere, malgrado la tentazione della prosa: un narratore. Chiara colmo di onori e di successi, Morselli alla disperata ricerca delle porte chiuse, dell’insuccesso programmato. Chiara abitava in via Metastasio, di fronte alla casa di mio zio. Erano molto amici: l’aperitivo da Zamberletti, le chiacchiere fin sulle scale. Chiara indicato da Anceschi come “il” curatore dell’antologia di IV Generazione, poi in pratica sostituito da Luciano Erba (la firmarono assieme) perché ormai era entrato definitivamente nell’ingranaggio della narrativa e dei contratti. I contratti: proprio ciò che Morselli pretese di inseguire per tutta la vita. Pretese in senso inglese: he really pretended… finse.

Metromorfosi in mostra

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le copertine della rivista Metromorfosi Infocritica

+ Reg & EK Dada Trip

7, 8 e 9 aprile
@
EXTRA

viale Giotto 1a (zona San Saba)

The killing moon. Riscritture

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di Vincenzo Bagnoli

Da Deep Sky (d’If, 2007)

The killing moon

Cieli bianchi di nuvole basse
sempre le stesse del sessantasette
atti di nascita non compilati
l’infinità dello zero l’ovunque.

La buia ottusità del giorno pieno
lattiginosa cortina uniforme
mangia la cima di tutte le cose
come il mare d’inverno ingoia la costa,
e nei sorrisi nebbiosi ritrovo
il gelo delle stelle di dicembre,
cerco un racconto le cose che ho visto
ma niente mi rimane e niente sento.

La guerra agli immigrati

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di Marco Rovelli

[Questa riflessione, con cui tento di articolare un discorso complessivo sui vari sensi della servitù migrante (dal piano giuridico al piano economico, con particolare attenzione alle specificità del sistema economico italiano) compare nel numero 8 di Alfabeta2: nelle ultime settimane, abbiamo assistito a un nuovo capitolo della guerra agli immigrati, fatta della negazione dei diritti umani, universali solo per finzione. Ci sono persone che, molto semplicemente, non possono spostarsi liberamente su questo pianeta, anche solo per turismo, o per andare a trovare i propri parenti. Per farlo debbono varcare i confini illegalmente. Una delle accuse al realsocialismo era che teneva segregati i propri cittadini, che non gli permetteva di uscire, di viaggiare in Occidente. Poi la cortina di ferro l’abbiamo fatta noi, al contrario, per non lasciare entrare gli altri. mr]

Che la guerra agli immigrati ci sia, è un fatto autoevidente. Si tratta di chiarirne la natura. La guerra agli immigrati non è solo un fatto italiano, né solo europeo: è un fatto globale, parte di quel complesso processo che si semplifica col termine di “globalizzazione”. In questo processo gli immigrati sono oggetto privilegiato di una guerra che però non riguarda solo loro, ma la ridefinizione dei rapporti complessivi tra capitale e lavoro – laddove però questa polarità deve definirsi mediante il ricorso ad altre coordinate:

baby boom

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di Maria Angela Spitella

Davanti alle entrate dei licei gli adolescenti di oggi sembrano tutti uguali. Soprattutto le ragazze, stesso modo di vestire, molte con la sigaretta in bocca o tra le dita, con il braccio lungo il fianco come per nascondere un gesto che sanno essere un azzardo. Scarpe basse senza calze anche d’inverno, ballerine o All-star, giubbini corti che lasciano scoperta la schiena anche quando il freddo morde, pantaloni a vita bassa, collo coperto da grandi sciarpe; ma davanti a quest’apparente omologazione che cosa attraversa le vite delle ragazzine in bilico sull’adolescenza? Corrono in due su motorini tutti uguali le une strette alle altre, hanno sogni e aspettative, ma vivono il qui e ora.Smalti appariscenti, pensieri stretti in corpi a volte più stretti ancora, amori che viaggiano veloci e veloci si consumano.

Opere di Cristina Annino alla Galleria Vittoria

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Giovedì 7 aprile 2011, ore 18,30

inaugurazione della mostra di Cristina Annino
(a cura di Tiziana Todi)

presso la Galleria Vittoria
Via Margutta, 103, 00187 ROMA
Tel. 06.36001878.
Fax. 06.3242599.
info@galleriavittoria.com

La mostra si protrarrà fino al 16 aprile.

La bella anoressia del cigno nero

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di Marco Rovelli

“Il cigno nero è il mio film preferito di tutti i tempi”, scrive una ragazza su Pretty Thin, un forum pro-ana americano (pro-ana sono i siti che promuovono l’anoressia). E si capisce. “Il cigno nero” è un film geniale per la coerenza perfetta della sua iper-estetizzazione . Bello e immorale, nella misura in cui assume il punto di vista della “malattia” – quella di un’autolesionista anoressica allucinatoria –  trasfigurandola (e legittimandola) nei diversi livelli della favola e del mito. Anzitutto è un film implacabile, che esibisce subito il suo scheletro figurale, le stereotipie polari su cui gioca.

Tavola rettangolare con spigoli: scrivere, conoscere

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9 sabato Libreria Feltrinelli

Milano via Manzoni 12

ore 17.00 poesia

GIANCARLO MAJORINO: POESIA DAL VIVO

Ultimo incontro del ciclo Poesia dal vivo che si chiude con una tavola

rettangolare con spigoli dal titolo Scrivere, conoscere. Intervengono

Milli Graffi, Andrea Inglese, Angelo Lumelli, Giancarlo

Majorino, Salvatore Natoli e Antonio Prete.

Le ultime notizie della spedizione

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LE ULTIME NOTIZIE DELLA SPEDIZIONE SONO DATATE 15 FEBBRAIO 17.. / Emmanuel Hocquard

[traduzione di Michele Zaffarano]

I contadini ignoravano queste cose. Facevano l’amore nei loro letti durante la battaglia.
Antonio Cisneros (DAVID)

IL MERCANTE

Tra le due civiltà, sono attestate delle relazioni per il tramite di scambi commerciali.

La veglia del nono giorno – giorno di mercato –
Nel freddo del mattino scaricava
il sale, moneta di scambio apprezzata dai pastori.
Il mercante, frequentatore delle terme e del foro
– uccellini arrosto e pesci fritti –
stanco per il viaggio, amò una giovane donna d’origine greca:
anche la gente normale comprava ciliegie
e qualche volta arance e limoni d’Oriente.
Lui, mentre butta via gli ossicini,
lanciandoli lontano dalle imposte di casa e dai rami
del salice,
Davanti alla coppa di terracotta, la notte accende nel suo cuore
sbattuto dal vento del mare
La nera rete delle torri puniche
protezione dei marinai.

LIBERTA’ E GIUSTIZIA

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di Gustavo Zagrebelsky

Navi affollate di esseri umani alla deriva, immense tendopoli circondate da filo spinato, come moderni campi di concentramento, ogni avanzo di dignità perduta, i popoli che ci guardano allibiti, mentre discettiamo se siano clandestini, profughi o migranti, se la colpa sia della Tunisia, della Francia, dell’Europa o delle Regioni. L’assenza di pietà per esseri umani privi di tutto, corpi nelle mani di chi non li riconosce come propri simili. L’assuefazione all’orrore dei tanti morti annegati e dei bambini abbandonati a se stessi. Si può essere razzisti passivi, per indifferenza e omissione di soccorso. La parte civile del nostro Paese si aspetta – prima di distinguere tra i profughi chi ha diritto al soggiorno e chi no – un grande moto di solidarietà che accomuni le istituzioni pubbliche e il volontariato privato, laico e cattolico, fino alle famiglie disposte ad accogliere per il tempo necessario chi ha bisogno di aiuto. Avremmo bisogno di un governo degno d’essere ascoltato e creduto, immune dalle speculazioni politiche e dal vizio d’accarezzare le pulsioni più egoiste del proprio elettorato e capace d’organizzare una mobilitazione umanitaria.
“Rappresentanti del popolo” che sostengono un governo che sembra avere, come ragione sociale, la salvaguardia a ogni costo degli interessi d’uno solo, dalla cui sorte dipende la loro fortuna, ma non certo la sorte del Paese. Un Parlamento dove è stata portata gente per la quale la gazzarra, l’insulto e lo spregio della dignità delle istituzioni sono moneta corrente. La democrazia muore anche di queste cose. Dall’estero ci guardano allibiti, ricordando scene analoghe di degrado istituzionale già viste che sono state il prodromo di drammatiche crisi costituzionali.

gli schermi Celati

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E ora parliamo un po’ di noi

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In principio era una poesia, muta, semplice, che si intitolava “disillabari!. Poi, Alessandra Terni e Rosario Tedesco ci hanno messo la voce e la musica. effeffe