Pubblico con grande piacere questo resoconto di due insegnanti delle scuole superiori di Napoli su un’iniziativa nata spontaneamente e senza sponsor per invitare le ragazze e i ragazzi alla lettura, rendendoli parte attiva e non solo fruitori obbligati. Con l’augurio che l’idea possa continuare e crescere in tutto il paese. FM.
di Diana Romagnoli e Maria Laura Vanorio
“Professorè, tutta colpa di feis buk”, con queste parole esordisce una mamma al colloquio genitori-docenti per giustificare l’insufficienza della figlia nella prova scritta di italiano. Mai nessuno ci aveva sintetizzato con tanta efficacia le critiche ai social network, colpevoli agli occhi di genitori e insegnanti, di distrarre i giovani dalla lettura e dalla scrittura, critiche tanto lapalissiane quanto diffuse, se in un recentissimo e augusto consesso di linguisti (De Mauro, Eco, Serianni) lo stesso Eco ha riportato la leggenda metropolitana dello studente che trasforma il povero Nino Bixio in Nino Biperio (D. Pappalardo, La Repubblica, 22/2/2011); e allora tutti contro la lingua contratta e frammentata dei messaggini della texting generation. Il problema naturalmente è quanto mai complesso e per non relegarci al ruolo stucchevole di collezioniste di frasi da bestiario, abbiamo deciso di rifugiarci proprio in un concorso di scrittura.







