http://www.youtube.com/watch?v=2LhrYMblpz8&feature=related
La vita ai tempi delle Luci Della Centrale Elettrica
di Gianluca Veltri
Trovatelo, un altro che sappia raccontare la contemporaneità come Vasco Brondi, alias Le Luci Della Centrale Elettrica. Canta, come un Tiresia con la chitarra, “questi cazzo di anni zero”, le ragazze kamikaze, i crocifissi negli uffici, le petroliere affondate. Canta ossessivamente quello che vede, quello che sente, come in un rosario: l’avanzata dei deserti, le polveri sottili, le periferie lunari. Un Lucio Battisti allucinato del Nord e degli anni Zero, cresciuto ai bordi delle spiagge deturpate, delle fabbriche arrugginite, tra ciminiere e antenne paraboliche davanti a tramonti anneriti. Un aedo della monumentalità noir postindustriale. Canta il mantra di una molteplicità irriducibile, l’impossibilità della reductio ad unum, con una procedura poetica allucinatoria costruita con accumuli, sovrapposizioni nervose, affollamenti, accatastamenti di immagini.






