di Franco Buffoni
Benedetto XVI ha pensato bene di inaugurare il 2011 scagliandosi – con la consueta enfasi mediatica senza contradditorio – contro l’educazione sessuale nelle scuole, in termini e modi (“è contro la fede e la retta ragione”) che mi hanno ricordato quelli dei suoi predecessori contro l’alfabetizzazione delle giovani femmine, e più in generale contro la necessità di impartire un’istruzione alla plebe.
L’educazione sessuale, come l’educazione civica e l’educazione stradale, nei paesi civili fa parte del programma di studio elementare e medio (in Svezia dal 1956, in Germania dal 1970, in Francia dal 1973, in Olanda dal 1980) e ha sempre prodotto – come principale risultato statisticamente dimostrabile – una diminuzione nel numero delle richieste di aborto.
L’avversione verso tale insegnamento (che nelle scuole italiane è oggi impartito in modo volontaristico, senza un preciso programma, e solo in alcune – poche – strutture) rientra a pieno titolo e con grande coerenza nel programma di governo di questo pontificato – e dunque nel programma del governo italiano – al pari di altre ignominie che ben conosciamo. E che per brevità potremmo sintetizzare in Fine vita, Staminali, Coppie di fatto, Preservativo, Omofobia…: l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Per quanto tempo ancora, ci chiediamo, gli italiani dovranno subire dalle reti televisive generaliste questo bombardamento mediatico arrogante, dogmatico e oscurantista?









