(da «il Fatto Quotidiano» – venerdì 22 ottobre 2010)
Non solo libri: la «società intellettuale» deve conquistare rilevanza.
Oggi più che mai può farlo uscendo dai confini letterari
e misurandosi con i temi politici e sociali
di Evelina Santangelo
«Come posso far sì che la mia attitudine critica, l’impegno civile, l’esperienza politica non sia una forma di intrattenimento, di mero consumo culturale, un passatempo come un altro?» Così si interroga Christian Raimo sulla Domenica del Sole 24 ore di qualche settimana fa, dando voce al disagio di quanti in Italia svolgono un lavoro intellettuale scontando la colpa singolare di appartenere a una generazione destinata a vivere la frustrazione della propria ininfluenza. La ragione di questo stato di cose, secondo Raimo: quel «deserto di cultura» in cui ormai si è tutti calati e che i giornali nella loro noncuranza contribuiscono ad alimentare. Un deserto che – come puntualizza Gianluigi Ricuperati – si nutre di quel genere di risentimento (riversato soprattutto nella blogosfera) legato al sospetto che nulla ormai in questo paese sia conseguito e conseguibile in base al merito.







