di Uaar
In anticipo di tre settimane sulla CEI, l’UAAR ha cominciato la sua opera di informazione sull’Otto per Mille: “visto che non la fa lo Stato, ci pensiamo noi”. E così contro la corazzata vaticana di sette filmati da trenta secondi l’uno che abbiamo cominciato a vedere a ripetizione in tivù da domenica 25 aprile e vedremo fino a luglio, arrivano i banchetti di atei e agnostici nelle città italiane, per spiegare ai cittadini come funziona l’Otto per Mille, che ogni anno distribuisce circa un miliardo di euro tra alcune confessioni religiose. Meno di quattro italiani su dieci firmano per l’Otto per Mille e solo poco più di tre su dieci firmano per la Chiesa cattolica. Ma, per i meccanismi della legge, tutti gli italiani versano il loro contributo e, alla fine, l’87% del gettito raccolto finisce nelle casse della Chiesa, che a sua volta impiega solo l’8% di quel che raccoglie per missioni nei paesi poveri. Lo Stato non lo spiega, non chiede fondi per sé e soprattutto utilizza gran parte di quel che riceve per la ristrutturazione di edifici di culto cattolico. Per questo l’UAAR ha anche scritto al ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti, per chiedere di rivedere la politica del governo sull’Otto per Mille di competenza statale, evitando che quei fondi siano accantonati per esigenze di bilancio o siano destinati (direttamente o indirettamente) a realtà riconducibili alle confessioni religiose, per destinarli invece alle vittime di calamità naturali che tanto frequentemente colpiscono il nostro paese.

“Noi poveri passerotti empirici”
venerdì 30 aprile 2010 > NOTTE BIANCA – Firenze







