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IL 17 MARZO SU www.isbf.it

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AL VIA IL PRIMO FARM MARKET EDITORIALE ITALIANO

Dopo il primo mese di navigazione, forti del gemellaggio con le Classifiche di qualità di “Pordenonelegge – Dedalus”, Isbf – Internet Slowbookfarm continua la sua evoluzione.
Nelle prime due settimane la nostra libreria online ha ricevuto lusinghiere segnalazioni dalla stampa nazionale e non, oltre a visitatori da tutto il web, rientrando tra i siti italiani più visitati al mondo (Fonte: Serversiders) con più di 500 utenti registrati nella prima settimana e picchi di 3000 visite al giorno.
Un mese dopo il varo, Isbf lancia adesso il cuore del suo progetto, che ne rappresenta anche l’aspetto più originale: il Farm market della piccola e media editoria di proposta e di ricerca, «un altro mercato possibile per il mondo librario italiano».

Isbf ha selezionato una rosa di editori con cui ha stabilito un rapporto commerciale mutuato sul modello dei farm market di prodotti biologici e delle economie di rete, che salta le dispersioni e le distorsioni della GDO (Grande Distribuzione Organizzata). All’interno del Farm market sono stati ammessi solo quegli editori medi e piccoli che non accettano di pubblicare libri di narrativa a pagamento.

Per scoprire la lista completa dei 15 editori dovrete aspettare mercoledì 17 marzo: tra gli altri saranno presenti editori affermati come Marcos y Marcos, Il Saggiatore e minimum fax, ma anche realtà emergenti come Nutrimenti o Zandonai.

Il rapporto paritario con i piccoli e medi editori farà di Isbf molto più che un semplice e-store: sarà un vero e proprio polo di informazione sulle novità librarie italiane di qualità, attraverso file pdf con assaggi dei libri, interviste esclusive agli autori, notizie e resoconti di presentazioni presso librerie ecc. Isbf coniugherà dinamicamente il negozio e il caffè letterario, il blog e la rivista, il club letterario e la libreria di fiducia.

Quartier generale dell’aspetto webmagazine di Internet Slowbookfarm sarà il blog

www.slowbookfarm.wordpress.com

che il giorno dell’inaugurazione ospiterà un intervento di Andrea Cortellessa, chiamato a curare e firmare la prima vetrina del Farm market. Le vetrine d’autore si avvicenderanno ogni settimana, proponendo percorsi ragionati tra i libri presenti nel nostro catalogo e le novità delle case editrici che ne fanno parte.

La rosa dei 15 editori verrà mano a mano ampliata con le realtà editoriali indipendenti più interessanti della penisola, in attesa di ulteriori, sorprendenti sviluppi anche sul versante delle etichette musicali di ricerca…

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Isbf – Internet Slowbookfarm
ufficiostampa@isbf.it tel. 0585 091592 fax. 0585 091215

Dario Rossi
drossi@isbf.it

Post in translation – oh nubila!

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L’étranger
di
Charles Baudelaire
traduzione di effeffe

Qui aimes-tu le mieux, homme énigmatique, dis ? Ton père, ta mère, ta soeur ou ton frère ?
Qui tenes d’espirto en core, homo cruciverbo, dime? Pàtete, màtete, sòrete ou brò?
– Je n’ai ni père, ni mère, ni soeur, ni frère.
No tengo pater, mater manco, et sora et brò nimmèn
– Tes amis ?
– Ei cumpari?
– Vous vous servez là d’une parole dont le sens m’est restée jusqu’à ce jour inconnu.
– Facite mode de l’use à la parole scanosciù come son sens ahora, mo e pemmìa
– Ta patrie ?
Pàtera tera?
– J’ignore sous quelle latitude elle est située.
Scanosc el meridìen de sa longitude
– La beauté ?
– La bonance?
– Je l’aimerais volontiers, déesse et immortelle.
– Assaje teniss d’espirto en core, matruna sancta et benedicta issa
– L’or ?
L’ €ur
– Je le hais comme vous haïssez Dieu.
‘N cana me sta comme por vosotros el Patatèr
– Eh ! qu’aimes-tu donc, extraordinaire étranger ?
‘Nzomm, strangio exterefactu , qui tenes d’espirto en core?

– J’aime les nuages… les nuages qui passent… là-bas… là-bas… les merveilleux nuages !
– Tenes d’espirto en core… nubila en celo… acca e allà… oh nubila de mente !

La responsabilità dell’autore: Gherardo Bortolotti

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[Dopo gli interventi di Helena Janeczek e Andrea Inglese, abbiamo pensato di mettere a punto un questionario composto di 10 domande, e di mandarlo a un certo numero di autori, critici e addetti al mestiere. Dopo Erri De Luca, Luigi Bernardi, Michela Murgia, Giulio Mozzi, Emanule Trevi, Ferruccio Parazzoli, Claudio Piersanti e Franco Cordelli, ecco le risposte di Gherardo Bortolotti.]

Come giudichi in generale, come speditivo apprezzamento di massima, lo stato della nostra letteratura contemporanea (narrativa e/o poesia)? Concordi con quei critici, che denunciano la totale mancanza di vitalità del romanzo e della poesia nell’Italia contemporanea?

Premetto che non credo, in genere, ai discorsi apocalittici e che la mia impressione è che, in Italia, più che vitalità manchino visibilità e attenzione per determinati tipi di produzione testuale. Detto questo, però, mi preme ammettere che ho dei seri problemi nel rispondere compiutamente alla domanda.

In effetti, al di là di qualche impressione più o meno argomentabile, non ho idea di quale sia lo stato della letteratura italiana e, soprattutto, non ho idea di quale sia lo stato del costrutto “letteratura nazionale” e di tutti gli aspetti che lo stesso costrutto implica.

In poche parole, quello che intendo è che, per prima cosa, i numeri della produzione sono davvero altissimi, molto al di là di una loro possibile ed efficace rielaborazione in una figura unitaria, o almeno organica, da identificare poi come “letteratura italiana”. Questo aspetto vale specialmente per una figura di “intellettuale part-time” come potrebbe essere la mia, costruita sui tempi residuali che il mio “lavoro vero” lascia al mio “hobby letterario”. Mi attardo su questo particolare biografico, che potrebbe sembrare una mera nota di colore (spero, davvero, non un’excusatio non petita),

Trenini elettrici, dinosauri, pianeti

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di Andrea Inglese

Che cosa davvero vi interessava da bambini?

1)      TRENINI

2)      DINOSAURI

3)      PIANETI

Quelli dei trenini tedeschi, con i plastici e centinaia di accessori, costosissimi, pignoli fino alla morte, precisi negli orari, nella numerazione, nell’impiantistica, nelle tecniche di montaggio, pazienti, laboriosi, quelli non li ho mai sopportati. Trovavo indecente la voglia di riprodurre l’ordinaria realtà delle ferrovie, già abbastanza caotica e noiosa, in un teatrino scarno e ripetitivo, dove tutto ciò che è già accaduto nella vita, con maggior gusto o disgusto, si ripete indefinitamente, in modo macchiettistico e insipido, acquisendo grazie alla miniaturizzazione quella fisionomia leziosa e innocua dei larvati totalitarismi: treni funzionanti, energia che passa, eterno ritorno dell’uguale, nessun imprevisto, nessuna crepa metafisica, nessun deragliamento. E qualche trillo idiota, un pino imbiancato di finta neve, un alpinista incollato a una roccia di cartapesta, nulla che possa davvero crollare.

La bacchetta magica

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di Luca Ricci

Io per sei giorni su sette inscatolo nella ditta di stoccaggio dove mi hanno assunto, vicino ai Navigli, un posto di merda siamo in tre quando uno si ammala si lavora in due però il numero di inscatolamenti rimane quello. Ma quei sei giorni lì, a inscatolare nella ditta di stoccaggio, non contano nulla, io esisto solo un giorno alla settimana, il settimo, alla domenica che vado allo stadio a tifare per il Milan.
All’inizio scavalcavo, che non è difficilissimo. Tu te ne vai dietro, punti un piede sul basello della remata, ti tiri su, e sei dall’altra parte. Poi corri. I controllori e la sicurezza lo sanno, lo mettono in preventivo che ogni cento duecento paganti c’è il portoghese. Se ne sbattono di rincorrerti. Non ti cagano proprio. Io andavo nella sud e lo stadio mi si apriva di fronte e mi sentivo il re del mondo. In realtà non contavo un cazzo di niente perché me ne stavo per tutta la partita schiacciato nella mia cesta, non mi ritenevo neanche buono a cantare.

Tempo medio di percorrenza

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di Maria Cerino

Ninnella seduta aspetta l’ora del torcicollo. Tra un po’ prenderà a guardarsi le mani, a contarsi le linee tra i palmi e penserà a cosa potrebbe fare per distrarsi dal dolore che le pizzica, come se avesse le unghie, i nervi alla nuca. Sulle ginocchia il libro è fermo da novembre alla pagina cinque e pure il titolo ricorda a sillabe mischiate; se lo tocca con le dita – dà piccoli colpetti per misurarne la consistenza, indovinarne il peso, impadronirsi della sfida: vincere qualcosa, perché no, chi glielo vieta, in fondo (spera) –: portare la brossura agli occhi le diventa impossibile. Ed è solo la raccolta di rosari per le preghiere alla Madonna, eppure una volta credeva di averle imparate, di conoscerla a memoria la definizione della parola augurata in copertina.

Bufale dei Pirenei

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di Pierluigi Pellini

Sul «Corriere della sera» di martedì 23 febbraio 2010, un articolo di Vittorio Messori (Da Zola a internet l’eterno duello su Lourdes), ricollegandosi al dibattito sul film di Jessica Hausner (Lourdes) e sulla recentissima traduzione di un taccuino di Émile Zola (Viaggio a Lourdes, Medusa edizioni, 2010), si scaglia contro le «vecchie leggende» laiciste che negano le apparizioni; depreca la proliferazione di «pareri opposti», «tanto più appassionati quanto più disinformati»; e poi porta, a favore della realtà dei miracoli, argomenti che lasciano esterrefatto chiunque abbia un minimo di conoscenze sull’autore dei Rougon-Macquart.
Racconta Messori che, nel 1892, Zola «s’imbarcò sul treno dei malati del Pellegrinaggio Nazionale»; sul marciapiede di una non meglio precisata «stazione di Parigi», lo scrittore naturalista avrebbe osservato una «tisica all’ultimo stadio», Marie Lebranchu. Sempre secondo Messori, «le testimonianze sono unanimi»: Zola avrebbe promesso di convertirsi al culto mariano nel caso in cui le acque di Lourdes avessero guarito Marie; più tardi, di fronte al puntuale avverarsi del miracolo, avrebbe ignorato la promessa, cercando addirittura di corrompere la donna: sarebbe andato a casa di Marie chiedendole di tacere e emigrare in Belgio, in cambio di lauto compenso; «in quel momento», continua Messori, «tornò il marito, solido operaio, che buttò il romanziere giù per le scale».
È vero che nell’estate del 1892, durante un viaggio nel sud della Francia con la moglie Alexandrine, Zola si fermò una dozzina di giorni a Lourdes, in concomitanza con il Pellegrinaggio Nazionale, per prendere appunti in vista di un romanzo dedicato alla città di Bernadette. E tuttavia Zola e signora si guardarono bene dal viaggiare su un treno di pellegrini: la sera del 18 agosto, alla gare d’Orléans (l’attuale gare d’Austerlitz), salirono a bordo di un confortevole sleeping car del «Pyrénées-Express». Messori attribuisce allo scrittore le vicende (immaginarie) di Pierre Froment, il protagonista del romanzo Lourdes (1894): confondendo con superficialità disarmante vita e invenzione romanzesca. E condisce l’aneddoto riesumando senza alcun vaglio critico le calunnie mirabolanti diffuse da personaggi ambigui e interessati come il dottor Boissarie (il medico incaricato, a Lourdes, di constatare le guarigioni miracolose) e padre Lasserre (il primo biografo di Bernadette), e riprese con strepito dalla stampa clericale dell’epoca.
Delle «unanimi» testimonianze invocate da Messori non c’è traccia nei documenti d’archivio e nei libri di studiosi seri dedicati all’argomento:

La giornata mondiale contro la censura online

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articolo originale di Diego Casaes · tradotto da Antonella Grati · vai all’articolo originale inglese e italiano

La censura su Internet [it] è ancora uno dei problemi più sentiti in molti Paesi del mondo. In base a questo presupposto, Reporters Sans Frontières (RSF) organizzazione internazionale con sede a Parigi (di recente attivazione la versione italiana [it]) ha promosso — lo scorso 12 marzo — l’annualeGiornata Mondiale contro la censura online [in]. Per l’occasione, RSF ha aggiornato l’elenco dei “Nemici di Internet“ [fr, in, sp]: Cina, Arabia Saudita, Vietnam e Tunisia sono in testa come casi esemplari di Paesi che censurano il web. Inoltre, alla vigilia della Giornata e con il sostegno di Google, RSF ha assegnato [it] il primo “Premio Netizen” alle cyberfemministe iraniane del sito Change for Equality [in].

Reporters Sans Frontières celebra la Giornata Mondiale contro la cyber-censura il 12 marzo 2010. L’obiettivo è la mobilitazione generale per sostenere un’Internet non filtrata e accessibile a tutti. In seconda battuta, ciò significa attirare l’attenzione sul fatto che, con la creazione di nuovi spazi per lo scambio di idee e informazioni, Internet sia di fatto una forza a sostegno della libertà. Sono sempre più i governi che hanno fatto proprio questo concetto e i tentativi di controllare Internet ne sono la conseguenza.

La responsabilità dell’autore: Franco Cordelli

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[Dopo gli interventi di Helena Janeczek e Andrea Inglese, abbiamo pensato di mettere a punto un questionario composto di 10 domande, e di mandarlo a un certo numero di autori, critici e addetti al mestiere. Dopo Erri De Luca, Luigi Bernardi, Michela Murgia, Giulio Mozzi, Emanule Trevi e Ferruccio Parazzoli, Claudio Piersanti, ecco le risposte di Franco Cordelli.]

Come giudichi in generale, come speditivo apprezzamento di massima, lo stato della nostra letteratura contemporanea (narrativa e/o poesia)? Concordi con quei critici, che denunciano la totale mancanza di vitalità del romanzo e della poesia nell’Italia contemporanea?

Sulla poesia non so che dire, ho smesso di leggerla – almeno quella nuova. Ma anche dei poeti che più mi piacevano non ho l’impulso a prendere in mano i libri, tranne, di tanto in tanto, i poeti meno poeti «di professione». Ogni tanto rileggo i due libri ultimi di Bassani, Racconto d’amore di Quarantotti Gambini, Via delle cento stelle di Palazzeschi o Poesie della fine del mondo di Delfini). Riguardo al romanzo, direi che ce n’è così tanto che sarebbe difficile parlare seriamente di una (sua) mancanza di vitalità. Il problema, va da sé, è che in questa abbondanza di narrazioni è difficile trovare ciò che è davvero «vitale». (Benché anche questo sia un luogo comune: se si vuole, i libri importanti si trovano con un colpo d’occhio, non ci si sbaglia quasi mai).

Francis Ponge, Il partito preso delle cose

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di Francis Ponge
traduzione di Jacqueline Risset

La candela

La notte a volte ravviva una pianta singolare il cui bagliore scompone le camere ammobiliate in cespugli d’ombra.
La sua foglia d’ora si regge impassibile nel cavo di una colonnetta di alabastro, attraverso un peduncolo nerissimo.
Le farfalle povere la assalgono preferendola alla luna troppo alta, che vaporizza i boschi. Ma subito bruciate o sfinite bella battaglia, tutte fremono sull’orlo di una frenesia vicina allo stupore.
Intanto la candela, con il vacillare dei chiarori sul libro nel brusco sprigionarsi dei fumi originari, incoraggia il lettore – poi si inclina sul suo piatto, e affoga nel suo alimento.

Ora pro Anobii- varie ed eventuali

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Ora pro Anobii
di
effeffe

Un libro come un’ urna per le ceneri elette

L’originale di Laura
Di Vladimir Nabokov, Anna Raffetto (Traduttore), Dmitri Nabokov (Curatore)
Dalle prefazione del figlio Dimitri, il racconto dell’atelier del padre, delle cadute pericolose, si aprono misteriose pagine di una Letteratura assoluta, un romanzo incompiuto- ma quale romanzo non lo è?- che è una partita a scacchi con la morte, e dove la follia di una mossa, indovinata o meno, permetterà di avere la meglio sul temibile avversario. Litte- rature, lettera della cancellazione, del levare, in cui ogni segno – le pagine riprodotte dei taccuini ti scorticano le dita e fatichi a dirle, le parole- traccia una linea, un destino, una voce, quella di Nabokov che ripete, con una certa ossessione sul finale: estirpare, espungere, cancellare, sopprimere, strofinare via…

Cina: parlano le mogli di tre attivisti per diritti umani

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articolo originale di Andy Yee · tradotto da Elena Intra · vai all’articolo originale inglese italiano su Global Voices

A febbraio, in occasione della Festa di Primavera (il Capodanno cinese), il momento più importante in Cina per riunire la famiglia, Duting (杜婷) ha intervistato le mogli di alcuni prigionieri di coscienza cinesi. Si tratta di Liu Xia, Ceng Jinyan, Wang Qinghua e Ceng Li, e sono le mogli rispettivamente di Liu Xiaobo, Hu Jia, Tan Zuoren e Huang Qi.

Appello per il Cile e i Mapuche

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Nei giorni scorsi un devastante terremoto (con Tsunami lungo la costa)ha colpito il Cile causando centinaia di morti in sei regioni e la distruzione totale delle infrastrutture (ferrovie ponti,strade,autostrade,aeroporti e tutti porti principali di queste regioni). Il disastro ha coinvolto milioni di persone lasciando letteralmente 2 milione di abitanti senza tetto, senza luce, acqua, gas, comunicazione telefoniche e via internet. Ora la popolazione colpita da questo disastro ha bisogno di tutto e di tutta la solidarietà possibile dei popoli e delle società che possono e devono attivarsi per andare in loro soccorso. Come in tutte le tragedie di questa portata a pagare il prezzo più alto sono gli strati più deboli, i più poveri, quelli che già vivevano in uno stato di esclusione e di abbandono dal modello neoliberista portato alle estreme conseguenze.

ETERNAL SUNSHINE

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Personale di Federico Gori.
A cura di Fabio Migliorati.

L’amore vince sempre

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[…] Anche la foto di copertina che ovviamente lo ringiovanisce non rimanda più alla cura di sé e al trucco seduttivo ma propone lucentezze oleose ed emana un forte odore di Prep, cattiva colonia e pensiero stantio, sembra il cartellone di una barberia meridionale, di quelle che stavano sotto l’invitante scritta “taglio italiano”. Anche il ricorso alla foto-patacca è insomma così smodato da rivelare Berlusconi nella sua verità più crudele.

Alla fine ci rimane solo l’amarezza per la scelta della Mondadori.

Un colore viola per pensare l’Italia

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Il colore del sito web Nazione Indiana oggi è cambiato (chi ci legge via feed venga a controllare di persona :-). Vogliamo richiamare la vostra attenzione e spingervi a E’ un momento importante per pensare al nostro paese, all’importanza della nostra democrazia, alla forza generosa che ci occorre per sopravvivere alla crisi economica. Se poi vorrete muovervi ed incontrarvi, sabato 13 marzo è un ottimo giorno per farlo:

Contro la mafia, per la legalità (No Mafia Day a Reggio Calabria, piazza Garibaldi ore 15)
Per la Costituzione e la democrazia (Piazza del Popolo a Roma ore 14)
Per il lavoro e la libera informazione (a Milano, piazza Mercanti ore 14 e Bologna piazza XX Settembre ore 14).

Reggio Calabria ore 15 piazza Garibaldi
Roma ore 14 piazza del Popolo
Bologna ore 14 piazza XX settembre
Palermo ore 16 via Principe di Belmonte
Torino ore 15 piazza Castello davanti al Palazzo della Regione
Londra ore 14-18 presso 10 Downing Street (Gordon Brown’s Office)
Milano ore 14 tra piazza Mercanti e largo Cairoli
Bruxelles ore 11 davanti all’Ambasciata Italiana in Rue Emile Claus 28
Trento ore 10-18 in via Belenzani tra la chiesa e via delle Orne
Parigi da definire luogo e orario
Siracusa ore 18 davanti Tempio di Apollo
Parma dalle 15 alle 20 la Festa democratica del Popolo Viola in piazza della Steccata
Monaco di Baviera dalle 14 alle 18 a Karlsplazt Stachus sul lato della Karlstor

Una modestissima cosa. Collage per Howard Zinn (1922 – 2010)

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di Luca Lenzini

1. Quando, nel dicembre 2009, Barack Obama ritirò a Oslo il Premio Nobel per la Pace, nel discorso di accettazione(1) non mancò di notare – e lo fece in esordio, senza tanti preamboli – che il fatto di avergli assegnato quel premio poteva, per più ragioni, sollevare legittimi dubbi. In primo luogo, osservò, egli era all’inizio, e non alla fine, del suo impegno «sul palcoscenico del mondo», perciò a confronto con i risultati ottenuti da «giganti della storia» come Schweitzer, King, Marshall o Mandela, che avevano anch’essi ricevuto il Premio Nobel per la Pace, i propri meriti erano poca cosa. Il secondo motivo, «forse più profondo», era dato dall’essere egli Comandante in capo dell’esercito e non dell’esercito di una nazione qualsiasi, bensì di una nazione impegnata in due guerre. Guerre diverse tra loro, ma in ogni caso: « … siamo in guerra, ed io sono responsabile dello spiegamento di migliaia di giovani americani che combattono in terre lontane. Di essi qualcuno ucciderà. Qualcuno sarà ucciso.»

Per Barthes

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di Valerio Magrelli

[in occasione della pubblicazione di Riga 30 – Roland Barthes a cura di Marco Consolini e Gianfranco Marrone, marcos y marcos editore, (ne abbiamo parlato qui) Marco Belpoliti ci regala una poesia di Valerio Magrelli che si trova nel volume, che verrà presentato domani.]

I mondi di Guido Mazzoni

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di Franco Buffoni

Era il 1991, l’avventura dei Quaderni di Poesia Italiana Contemporanea era all’inizio: stava per uscire il secondo volume, quando ricevetti da Pisa un estratto della rivista Paragone contenente alcune poesie molto accattivanti – scelte da Cesare Garboli – di uno studente non ancora ventiquattrenne, Guido Mazzoni. Subito scrissi all’autore di inviarmi altri testi – che pure mi piacquero molto – e così nacque la mia conoscenza e quindi l’amicizia con Guido.
Le sue poesie sotto il titolo La scomparsa del respiro dopo la caduta apparvero nel III Quaderno, nell’autunno del 1992, accompagnate da una prefazione che così si concludeva: “Grazie allo stile: duro, elegante, forgiato. Riconoscibile per gli azzardi a colmare fino all’orlo la misura senza debordare di una goccia. Arte poetica? Certamente. E di quella destinata a fiorire”. Invece seguirono lunghi anni di silenzio poetico. Interrotti soltanto da qualche splendida traduzione uscita su Testo a fronte e, nel 2003, da un manipolo di inediti su rivista: Nuovi Argomenti, Versodove e Trame di letteratura comparata, il semestrale di quello che era allora il mio dipartimento, a Cassino.
Ma certamente quegli anni non furono infruttuosi per Guido Mazzoni: ricordiamo soltanto due fondamentali libri di critica letteraria come Forma e solitudine (Marcos y Marcos 2002) e Sulla poesia moderna (il Mulino 2005), che hanno suscitato un acceso dibattito e non solo in Italia, ponendo l’autore al centro della riflessione critica sulla poesia contemporanea.

La natura dei poeti

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MONTE GIBERTO (FM)- DOMENICA 14 MARZO 2010, ore 10.30

PALAZZO COMUNALE – SALA DELLE VOLTE

La natura dei poeti

VII Edizione – a cura di Massimo Gezzi e Adelelmo Ruggieri

Incontro con Marilena Renda e Luigi Socci

Introduce Massimo Gezzi

Danilo De Marco: L’INSONNIA DELLA TERRA

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testo di Erri De Luca

Haiti: Bimbo con le patate

Brasile: L’uomo che esce dal forno