1. Sono nato con dentro la scomunica, diceva mia nonna Giacoma ormai centotrentasette anni or sono. Facevo tutto con la mano sinistra, mangiavo con la mano sinistra picchiavo mio fratello con la mano sinistra incendiavo gli zolfanelli per bruciare al volo le zanzare e versavo il vino nel bussolotto con la mano sinistra.
2. Hubel possedeva un pungolo di gomma durissima, lungo e stretto come la zampa di una francesina battagliera da pollaio, che lui piegava con movimento automatico delle dita e lo faceva partir di scaravento sulla testa o sulle gambe o sul culo del prossimo
3. … come la voce di un dio soffice benevolo, con tre principi sultani che soffiavano e bussolavano con gli strumenti un suono che prendeva la cantilena poco alla volta, tra la tristezza e l’allegrezza, sempre più rapido, e io mi son trovato al centro della piazza a girare e volteggiare come un angelo celeste o magari un uccello verzellino in mezzo a quel suono stregone.














Il saggio è tratto dal numero 13 della rivista A+L, che raccoglie gli interventi della rassegna SGUARDI A PERDITA D’OCCHIO. I poeti leggono il cinema. L’introduzione si può leggere 