di Gay.it
In queste settimane l’Istat sta allestendo i moduli per il prossimo censimento generale della popolazione italiana previsto per l’autunno del 2010: si tratta dei questionari da sottoporre ai cittadini per conoscere, tra l’altro, la situazione famigliare di ciascuno.
Nel 2001, quando si svolse l’ultimo censimento generale della popolazione, furono conteggiate come “coppie di fatto” le sole coppie eterosessuali, mentre le decine di migliaia di cittadini e contribuenti omosessuali che avevano barrato la casella “conviventi” furono declassati ad “altra forma di convivenza”, quella dove principalmente finiscono le coppie formate da una persona anziana e dal/dalla suo/sua badante.
Questa volta non ci stiamo. La statistica è una scienza, e come tale deve essere neutrale e imparziale: deve limitarsi a studiare le coppie di fatto etero e omo che siano, indipendentemente dalle valutazioni che ne danno concezioni etiche o fedi religiose. Se la politica italiana – opponendosi alle direttive UE – non vuole ammettere le coppie omosessuali a stipulare il contratto denominato matrimonio civile, o altro contratto ad esso assimilabile, che almeno l’Istituto di Statistica ci consideri per quello che siamo: coppie, coppie di fatto.
PER FIRMARE L’APPELLO ALL’ISTITUTO DI STATISTICA














