NARRATIVA
1) Giulio Mozzi, Sono l’ultimo a scendere, Mondadori, p. 25
2) Giorgio Falco, L’ubicazione del bene, Einaudi, p. 18
3) Luca Doninelli, L’incendio dei sogni, Garzanti, p. 15
4) Laura Pugno, Quando verrai, minimum fax, p. 14
4) Chiara Valerio, La gioia piccola di esser quasi salvi, Nottetempo, p. 14
6) Luigi Di Ruscio, Cristi polverizzati, Le Lettere, p. 13
6) Patriza Patelli, Gli ultimi occhi di mia madre, Sironi, p. 13
8) Gianni Biondillo, Nel nome del padre, Guanda, p. 12
8) Letizia Muratori, Il giorno dell’indipendenza, Adelphi, p. 12
10) Michela Murgia, Accabadora, Einaudi p. 8
11) Alessio Arena, L’infanzia delle cose, Manni, p. 7
12) Antonia Arslan, La strada di Smirne, p. 6
12) Luca Canali, L’interdetto, Hacca, p. 6
12) Alessandro Carrera, Skyline, Manni p. 6
12) Massimo Gardella, Il quadrato di Blaum, Cabila p. 6
12) Nicola Lagioia, Riportando tutto a casa, Einaudi p. 6
12) Emanuele Tonon, Il nemico, ISBN p. 6
12) Hamid Ziarati, Il meccanico delle rose, Einaudi p. 6

Lungo il canale c’è il divieto di stazionamento, quindi non penso più alle macchine parcheggiate. Penso che ho fatto proprio bene a strapparmi via dalla cittadina dove sono cresciuto. Penso che passeggiare per quell’asfittico coacervo di costruzioni stritolato tra inospitali montagne è uno strazio, perché tutte le persone ti conoscono o comunque ti guardano insistentemente come ti conoscessero, e soprattutto in qualsiasi direzione tu ti diriga la cosiddetta città finisce subito: non rimane che girare in tondo a testa bassa, come nel cortile di una prigione. E quindi anche le idee finiscono per girare in tondo, per sprofondare nel gorgo della xenofobia.





Come ho già segnalato 








