
(intervista all’Avv. Silvia Guarneri di Brescia – uno degli avvocati di parte civile delle vittime della strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974)
Maria Luisa Venuta (MLV) Trentacinque anni sono trascorsi dalla strage di Piazza della Loggia. Quale è stata l’evoluzione del processo e delle inchieste fino ad oggi?
Silvia Guarneri (SG) L’attuale processo sulla strage di Piazza della Loggia nasce da uno spunto investigativo nel 1993, quando si è chiusa la seconda istruttoria. Il giudice istruttore di allora, Giampaolo Zorzi di Brescia, ebbe dai magistrati di Milano, che stavano indagando sui fatti di Piazza Fontana le dichiarazioni rilasciate dalla cosiddetta fonte Tritone, al secolo Maurizio Tramonte, che negli anni Settanta, ventenne, trasmetteva al SID (ora SISMI), al maresciallo dei carabinieri Fulvio Felli, nome in codice Luca, le attività a cui partecipava nell’estrema destra extraparlamentare veneta. Il giudice istruttore, proprio in virtù del ricoprire un ruolo ibrido, tra Pubblico Ministero che investiga e GIP che decide, come previsto nel vecchio codice di procedura penale, assolse per insufficienza di prove i soggetti che aveva nella sua inchiesta, ma indicò contemporaneamente l’opportunità della riapertura delle indagini vista la portata del materiale, nel quale si parla di riunioni preparatorie, di “grossi botti” e di strategia della tensione nel periodo in cui avviene la strage di Piazza Loggia, citando Ordine Nuovo nel Veneto. Nel senso che il Movimento Politico Ordine Nuovo era stato messo fuori legge nel novembre del 1973 dal ministro dell’interno Paolo Emilio Taviani.










