
[pubblico questa intervista uscita sul Manifesto del 25 aprile a Rosario Crocetta, sindaco di Gela (Caltanissetta); un personaggio che sembra una perla purtroppo rara nel panorama dei sindaci, non solo siciliani. a.s.]
Palermo, Intervista di Alfredo Marsala al sindaco di Gela Rosario Crocetta
Titolo: “”Crocetta: «La mafia? Mi fa più paura la politica»””
Quando sei anni fa si insediò in municipio Rosario Crocetta come primo atto dichiarò guerra alla mafia. Gela, avvolta tra i fumi del Petrolchimico e martoriata da mafiosi e stiddari, non poteva immaginare che quel sindaco in poco tempo avrebbe davvero cambiato la storia di quella città fino ad allora maledetta. E col tempo chi non aveva capito voltandogli le spalle e chi lo dileggiava per la sua dichiarata omosessualità ha dovuto cambiare idea. Crocetta per molto tempo è stato quello che in Sicilia si dice un morto che cammina. Solo contro la mafia. Oggi il contesto è cambiato. Cosa nostra vuole ucciderlo. La Procura ha sventato il terzo progetto di attentato, arrestato due persone pronte ad agire con un arsenale. «L’ho saputo dalla radio – dice Crocetta – e la prima persona a cui ho pensato è stata mia madre, ho chiamato mio fratello e gli ho detto di raggiungerla, non volevo che lo sapesse dalla tv. Poi ho pensato alle madri dei poliziotti, in particolare a una donna che ho incontrato a Palermo davanti la Focacceria San Francesco di Vincenzo Conticello; mi si è avvicinata, mi ha abbracciato, dicendomi che i suoi due figli sono agenti della catturandi, aveva gli occhi rossi. Ho sentito il dolore di questa madre. Ecco, oggi quel dolore l’ho risentito.
Sindaco, ha paura?
Non si ha paura quando si è in guerra. Io sono in guerra, qui a Gela. Il mio nemico è la mafia. Sono arrabbiato, mi chiedo ma che paese è l’Italia,

di Vito Chiaramonte







