Secondo i dati forniti dall’UNAIDS, dall’inizio dell’epidemia nel 1990, con 22 milioni di persone nel 2007, l’Africa sub-sahariana ospita il 67% di tutte le persone che nel mondo vivono affette da virus dell’HIV e il 90% dei bambini che vivono con l’infezione. L’AIDS ha cancellato intere generazioni di genitori ed una delle piaghe della malattia sono le migliaia di orfani, molti dei quali sieropositivi.
Le cure sono costose e non sempre disponibili, i progetti rari ed incompleti, la prevenzione rimane uno dei pochi se non l’unico mezzo per contrastare le cifre tragiche di questa pandemia.
Proprio per questo motivo il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ritiene l’atteggiamento di Benedetto XVI sconsiderato e preoccupante. Le parole del papa suonano, dall’alto del volo che lo sta portando in Africa, come l’ulteriore ed incomprensibile arroccamento del Vaticano e della Chiesa Cattolica su posizioni colpevoli che ostacolano la diffusione della prevenzione in un continente martoriato dall’epidemia di AIDS come l’Africa.
Il problema dell’Aids in Africa è tragico come anche complicata è la difficoltà culturale, in questa regione del mondo, alla prevenzione. Affermare che il preservativo rappresenta un problema piuttosto che un efficace strumento di lotta al propagarsi dell’AIDS rende Benedetto XVI un detrattore dell’unico reale strumento di prevenzione a nostra disposizione, come viene peraltro caldamente raccomandato da tutte le organizzazioni che si occupano di AIDS.




[E’ stato finalmente ristampato, dalle edizioni Shake, il romanzo-memoire-diario-saggio,
di Giacomo Sartori





