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CONFLITTI D’INTERESSI

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di Giorgio Mascitelli

Per una volta tanto mi toccherà perfino parlare bene della televisione e ammettere a malincuore che a vederla talvolta si impara qualcosa di nuovo. Almeno a me è successo così quando ho appreso, assistendo la settimana scorsa all’intervista a Romano Prodi, che la Lehmann and brothers, la celebre banca d’affari fallita allo scoppio della crisi finanziaria questo autunno, godeva fino a poche ore prima del suo fallimento di un giudizio (rating) largamente positivo da parte delle società incaricate di esprimere una valutazione sui suoi prodotti finanziari.

Ma non è questo il primo caso di sbagli così clamorosi da parte delle società di rating (Moody’s, Fitch, Standard & Poor); per esempio anche nelle vicende di Swissair, Parmalat ed Enron si trovano errori di valutazione simili. La cosa è particolarmente inquietante perché la legge prevede che qualsiasi ente economico che intenda emettere prodotti finanziari derivati debba obbligatoriamente farsi rilasciare un rating sul proprio prodotto. Ciò significa che le società di rating dovrebbero svolgere una funzione di controllo sul mercato finanziario.

Se nulla era sbagliato

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di Nadia Agustoni

Ma che sarebbero i prodigi in mare e in cielo
senza averti compagno al mio pensiero?

John Keats, Sonetti

L’hanno definita una delle intelligenze più critiche e lucide degli states, ma nei due libri in cui racconta la morte del marito John e della figlia Quintana, avvenute a breve distanza una dall’altra, Joan Didion di sè dice che per un pò è impazzita e impietosa ci mostra la sostanza del dolore.
Leggendo L’anno del pensiero magico si prova simpatia per questa donna che combatte una battaglia contro la morte della figlia fino a quando le sembra fuori pericolo. Sapremo solo dopo qualche anno che le cose non sono andate a buon fine. La perdita improvvisa dei congiunti è ripercorsa di nuovo in un monologo con lo stesso titolo del primo libro: monologo serrato, dolente e asciutto, senza una sola parola che inviti a una facile pietas.
A Broadway è Vanessa Redgrave a interpretarlo. Le serate fanno il tutto esaurito.

The Best e la mafia

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bring-me-the-head-warren1di Mauro Baldrati

Non ho mai lavorato per la mafia italiana.

Raramente i boss si rivolgono a uno specialista, preferiscono utilizzare uomini loro, che addestrano in proprio e tengono sul libro paga. I lavori della mafia sono esecuzioni in strada, raffiche di mitra sulle auto, esplosioni, stragi. Io non mi tiro mai indietro, elimino chi deve essere eliminato, ma non sono i miei sistemi. Io lavoro scientificamente, pianifico, studio, non sono adatto alle esecuzioni sui marciapiedi.

Per questo mi hanno chiamato. Hanno bisogno di un lavoro scientifico. Hanno bisogno di uno che sia in grado di gestire le varianti. Di un tipo convincente, che sappia recitare. Di un professionista che capisca le esigenze e si adatti agli eventi. Di uno che agisca in proprio, e li tenga fuori, anche se firma per conto loro.

Per questo mi hanno cercato, e non hanno battuto ciglio di fronte al mio compenso, che equivale agli stipendi annuali di una decina dei loro killer.

QUESTA E ALTRE PREISTORIE

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venerdì 27 marzo, ore 18

LE LETTERE NOMAS FOUNDATION

presentano

Francesco Pecoraro

QUESTA E ALTRE PREISTORIE

in mostra una scelta di immagini dal libro

con

Stefano Chiodi         Giulio Ferroni        Gabriele Pedullà

coordina Andrea Cortellessa

Nomas Foundation, in Viale Somalia 33, a Roma.

Roberto Roversi a Roma

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a Roma, Giovedì 26 marzo 2009, dalle ore 18:30

presso le Edizioni Empirìa
via Baccina 79 (Rione Monti)


Carlo Bordini
e Marco Giovenale
presentano

Roberto Roversi, TRE POESIE E ALCUNE PROSE

Testi 1959-2004. A cura di Marco Giovenale
Con una nota di Fabio Moliterni

Luca Sossella Editore
http://lucasossella.it/arte_poetica/tre_poesie.html

Roberto Roversi raccoglie nelle “Tre poesie” del titolo Dopo Campoformio (nella versione 1965), Le descrizioni in atto (1969-85) e i versi degli anni Settanta e Ottanta riuniti nel Libro Paradiso (1993). Non distante dalla poesia, anzi con quella in dialogo, è la tessitura prismatica delle pagine in prosa, data da due estratti dai romanzi Registrazione di eventi (1964) e I diecimila cavalli (1976), e da una scelta di scritti (tra 1959 e 2004) dal titolo complessivo e ironico di Materiale ferroso, puntualmente in equilibrio tra teoria della poesia e impegno frontale, spesso politico, sempre e tenacemente etico.

Il film

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di Andrea Inglese

Tutto l’erotismo è lì, concentrato sulla bocca, è tutto nel primo piano, nel volto, che è una faccia piatta, larga, e dentro questa faccia si apre una bocca, come uno strano gorgo, dov’è impossibile capire per quale verso tiri la corrente, se siano vampe, irradiazioni che salgono, come da una ferita vulcanica, sott’acqua, o risucchi a perpendicolo, come in uno scolatoio, dove l’acqua si torce su se stessa, accelerando, e sprofonda, è una bocca-gorgo, ed è tutto in questa bocca di gemiti che si condensa l’erotismo, la bocca di Naomi Tani, l’attrice principale, che è sottoposta a annodamenti spaventosi, sospensioni su carrucole, trapezi, imbragature, e con tutte le braccia slogate all’indietro, tirate come pure i folti capelli, corde e fasce che stringono la carne, strappano indietro gli arti, inarcano la schiena, con le natiche tese, gli orifizi che si dilatano, e tutto ricade in bocca, in questi primi piani ossessivi, con quei gemiti che portano in superficie, portano all’orecchio il piacere e il dolore, in questo flutto torbido, in cui è mescolato lo strazio, il godimento, come una corrente alternata,

OMOGENITORIALITÀ

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MARIA NOVELLA DE LUCA

HANNO due mamme. O due papà. A volte tre genitori. Sono centomila in Italia secondo le ultime stime, ma forse molti di più. I più grandi sfiorano l’adolescenza, i più piccoli, concepiti all’estero nei centri di fecondazione assistita, hanno pochi anni, alcuni pochi mesi. Figli e figlie di genitori gay. Di una sola metà del cielo. Bimbi sereni dicono gli psicologi, gli insegnanti, i pediatri che li analizzano e li “monitorano” fin dalla culla negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, in Inghilterra, e adesso anche in Italia. Nati da relazioni eterosessuali o nella coppia omosessuale stessa, tra due donne o due uomini, complice la Scienza e le più ardite tecniche di procreazione artificiale: sono l’ultima frontiera della famiglia, la più inedita, la meno riconosciuta, la più controversa.

In quella terra quasi di nessuno. Omaggio a G. A. Borgese

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di Massimo Rizzante

E Borgese resta in quella terra quasi di nessuno.
Leonardo Sciascia

Quasi tutto è iniziato quando il 22 aprile del 2000 ho letto una lettera inviata al direttore di un giornale italiano firmata dalla famiglia Borgese (la moglie Elisabeth Mann, la figlia Dominica e la nipote Giovanna), nella quale si constatava con stupore che in un libro dello storico tedesco Helmut Goetz, intitolato Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime fascista, e recensito pochi giorni prima sullo stesso giornale, il «nome di Borgese» non figurava «tra i professori che rifiutarono di firmare il giuramento di fedeltà al regime fascista».

SCRITTURE PRIVATE

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di Stefano Gallerani

È l’imbecillità realista che non si ferma a dirsi che niente, per quanto una mano possa sprofondare nelle viscere del mondo, vi sarà mai nascosto, perché un’altra mano ve lo può raggiungere, e che ciò che è nascosto altro non è mai che ciò che manca al suo posto, come si esprime la scheda di ricerca di un volume quando è smarrito nella biblioteca.

(Jacques Lacan, Il seminario su La lettera rubata)

Tanto per restare all’attualità, almeno in abbrivio, la fiaccola ancora arde: in poche settimane è passata dalle mani di “Allegoria” a quelle dello “Specchio” spargendo faville un po’ dappertutto, dimodoché il suo bagliore, quel tenue riverbero di polemica, ha continuato a brillare qua e là tra le aule dei convegni e il web (soprattutto su “Nazione Indiana”), tra le terze pagine dei quotidiani e le chiacchiere da salotto. Per non peccare d’ignavia, ognuno ha acceso il suo fuocherello e intorno alle fiamme ci si è ritrovati a discutere il tema del giorno: il Ritorno alla Realtà in letteratura – o, preferibilmente, il Ritorno della Realtà; ovvero ancora, come recita l’intestazione di un libro del critico d’arte statunitense Hal Foster – citato in proposito da Andrea Cortellessa -, il Ritorno del Reale.

Urbanità 9

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di Gianni Biondillo

Si sa, al principe Carlo d’Inghilterra l’architettura moderna non piace. Appena vede delle facciate in vetro strutturale, appena passa davanti a una costruzione in cemento armato, gli viene l’orticaria. La città moderna, con le sue dimensioni abnormi, con le sue forme avulse dalla tradizione è portatrice di degrado urbano e sociale, la bruttura degli edifici abbrutisce i suoi abitanti.

Virginie Poitrasson “Siamo dispositivi”

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A Roma, sabato 21 marzo 2009, alle ore 19:30

presso il Centro culturale
La Camera Verde
(via G. Miani 20)

presentazione del libro

SIAMO DISPOSITIVI

di Virginie Poitrasson

edizione bilingue (francese, italiana)
a cura di Andrea Inglese

Sarà presente l’autrice, che leggerà alcuni brani

Interverrà Andrea Inglese


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Achille finalmente raggiunge la tartaruga

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di Antonio Sparzani
testuggine-marina

Parlando della presa del pensiero sulla realtà, spero di avervi convinto almeno di una cosa, che per superare, risolvere, capire davvero quello che sembra un paradosso, occorre andargli dentro e spiegarlo con le sue stesse armi: nel caso della storia di Achille e della tartaruga, non basta cioè l’osservazione sperimentale del fatto che voi – ancorché non siate il Piè Veloce – raggiungete facilmente, se volete, qualsiasi tartaruga arranchi davanti ai vostri piedi (in terra, perché in mare con quelle delle Galàpagos, non saprei…), e neppure basta

* * da cenere oro

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* hiberno pulvere

 

lafenice

Venezia – Gran Teatro La Fenice
Ingresso posteriore

 

Bruno Maderna [ 1920 – 1973 ]
Serenata per un satellite (per flauto e marimba – 1969)


 

canto sommesso
forse sommerso
per un teatro
prima bruciato
e poi rinato

di Orsola Puecher

 
 
è una nave senza vele
un galeone all’ancora

che dondola pigro
grande e leggero

 

fermo sull’acqua
che scorre lenta

 

luccicante
               di foglia d’oro

odoroso
             d’essenze d’India

Prego?

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czotki

Preghiera d’inverno occidentale
(da fare, di preferenza, davanti ad una delle tante vergini della neve qui presenti)
di
Francesca di Mattia Bikbova

Santa Vergine, la neve in Russia è fatta di merda (ripetere dieci volte coi polpastrelli sui grani del rosario). Io ho fede, e sono certa che caschi dal cielo già così, impregnata di vomito di pomodoro e petali appassiti di tulipani rossi, bottiglie frantumate, guanti spaccati a metà, piscio di cane, mozziconi di sigarette, sangue di mestruo e di coltello, preservativi di sperma congelato, sputi di vodka inacidita e tutta la merda che gli animali e gli esseri umani hanno gentilmente depositato in autunno. Succede questo: che in Russia la neve viene fabbricata con gli avanzi della stagione precedente. Qualcuno la prende in blocco, tutta questa spazzatura, nelle notti di novembre, e la porta in cielo a purificarsi tra i canti degli angeli e dei serafini.

La critica all’epoca della fine dell’opera. Omaggio a Roberto Bazlen

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di Massimo Rizzante

Molti anni fa frequentavo a Parigi alcuni corsi di letteratura tenuti da rispettabili ricercatori. Il problema era che a ogni lezione si presentavano nuovi innesti che producevano a loro volta sensazionali incroci: socio-semiotica, semantica della ricezione testuale, ermeneutica del segno letterario, epistemologia della narrazione. Il mio entusiasmo scemava tanto quanto l’opera risultava introvabile.

Oh, quanti libri non ti si spezza il cuore!

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di Simonetta Bitasi

Di lavoro leggo. Spesso faccio fatica a dirlo.
Sento quasi di dovermi giustificare, a volte di dover scontare un privilegio unico o almeno di dover spiegare come da una lunga esperienza in una libreria e dall’affettuosa corrispondenza sin da piccola con le biblioteche io sia arrivata ad essere un lettore ambulante, a leggere per poi girare a raccontare le mie letture. Sulla mia strana attività mi ha dato recentemente un po’ di conforto e coraggio un articolo della scrittrice Zadie Smith che su Internazionale dice: Leggere, se fatto come si deve, è difficile tanto quanto scrivere… Chi equipara la lettura all’esperienza essenzialmente passiva di guardare la tv, vuole solo svilire la lettura e i lettori. La similitudine più calzante è con il musicista dilettante che sistema lo spartito sul leggio e si prepara a suonare. Deve usare le competenze acquisite con fatica per suonare quel brano musicale. Quanto maggiori sono le sue competenze, tanto più grande è il dono che fa al compositore e quello che il compositore fa a lui. E’ una “nozione” di lettura che ormai sentiamo proporre di rado. Eppure quando fai esercizio di lettura, quando passi del tempo con un libro, la vecchia morale dello sforzo e del compenso è innegabile. Leggere è un’abilità e un’arte. I lettori dovrebbero andare fieri delle loro competenze e non vergognarsi di coltivarle, non fosse altro perché gli scrittori hanno bisogno di loro… Anche il lettore deve avere talento. Confortante, vero?

Gran Torino, Detroit, USA

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di Mauro Baldrati
grantorino

Da quel vecchio combattente della OAE (Old American Epic) che è, Clint Eastwood ha girato un film epico sulla solitudine, la vecchiaia, i padri, l’amicizia, il sacrificio. Walt Kowalski, il suo personaggio, riassume tutti i cow boys solitari che si sono avvicendati lungo le varie e transgenerazionali frontiere americane; porta con sé i generi, gli stili, l’azione, la violenza, la prepotenza del mondo, l’ingiustizia, contro cui i suoi eroi si sono ribellati, spesso in nome di valori mai dichiarati ma sottintesi di onestà, coraggio, difesa dei deboli. Li riassume in sé e li usa, li scambia. Per arrivare a una scelta finale che, forse, è il bilancio di una vita.
Walt, ex operaio della catena Ford, vive in una villetta dei sobborghi di Detroit. Un tempo questi erano i quartieri della piccola e media borghesia americana, gli operai specializzati, gli impiegati, col piccolo prato e la veranda. Ora tutto è in decadenza, le recinzioni sono sfondate, sull’asfalto cresce l’erba. Poche persone per le strade, bande perlopiù. La villetta vicino alla sua è abitata da una famiglia di asiatici, i “musi gialli” che lui, reduce dalla Corea, ha combattuto e ucciso.

Anima latina

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anima_latina [ecco un bel libro di critica musicale. Io normalmente non li sopporto, tutti presi a parlare delle parole delle canzoni, dimentichi che una canzone è soprattutto la sua melodia, le scelte sonore, ritimiche, armoniche, gli arrangiamenti, gli esecutori, etc. ché magari ricordiamo pure un verso di una canzone, ma se ce lo ricordiamo è perché lo sappiamo cantare (abbiamo finto di masticare l’inglese per decenni, senza sapere cosa dicevamo, ma che cosa cantavamo ne siamo certi). Tra l’altro io non amo Mogol, il Battisti che preferisco è questo. Ma Anima Latina è un disco epocale per la musica pop italiana e Renzo Stefanel riesce a dirlo bene, con entusiasmo, passione e competenza. Estraggo un paio di pagine dal suo libro, giusto per capirci, nello specifico sono dal cap. 10: “Gli uomini celesti”, pag. 163-166. Video con canzone in fondo al post. G.B.]

di Renzo Stefanel

Tornando a Gli uomini celesti, che è meglio, è interessante che nella prima strofa la voce di Battisti sia effettata, quasi “inscatolata”, con un sottofondo molto discreto, pieno di pause e note lunghe, lasciate andare, a sottolineare la “speranza spezzata” del protagonista.

Ryoko Sekiguchi ::: Apparizione :::

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A Roma, mercoledì 18 marzo 2009, alle ore 20:00

presso il Centro culturale
La Camera Verde
(via G. Miani 20)

presentazione del libro felix

APPARIZIONE 

(studi vapore) / indagine sul vapore

di Ryôko Sekiguchi

edizione trilingue (giapponese, francese, italiana)
a cura di Andrea Raos

Sarà presente l’autrice, che leggerà alcuni brani

Interventi di Andrea Raos e Marco Giovenale


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Il ritorno della munnezza

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Questo video che documenta il primo carico di rifiuti tal quale finito nell’inceneritore di Acerra, mi è stato segnalato da Maurizio Braucci. Il movimento campano Rifiuti Zero da appuntamento per il 25 e 26 marzo affinché la truffa non si consumi in silenzio. hj