In tutto il mondo occidentale il 2009 è l’anno del bicentenario della nascita di Charles R. Darwin – l’esimio scienziato nacque esattamente 200 anni fa, il 12 febbraio 1809 – e dei 150 anni della prima edizione dell’Origine delle specie, il suo libro più noto e rivoluzionario. Questo mese vi sono i Darwin Day, sempre più numerosi e istituzionalizzati anche in Italia, tanto che l’ANMS (Associazione Nazionale dei Musei Scientifici), la SIBE (Società Italiana di Biologia Evoluzionistica) e Pikaia (il Portale italiano dell’evoluzionismo) hanno realizzato già da tempo il sito italiano del Darwin Day, ma le manifestazioni volte a commemorare Darwin e propagandare il pensiero biologico evoluzionista sono innumerevoli e si dipaneranno almeno fino al mese di ottobre, come si può osservare dal calendario degli appuntamenti darwiniani.
Di quand’ero poeta (e non lo sapevo)
di Roberto Bugliani
L’opzione
Il poster
d’un clown bislacco alla parete
era il tuo doppio
fidato e silente con la lacrima
aggrappata al ciglio che rifiutava
di scivolare giù per l’abbrivo della guancia
mal rasata preferendo
la penombra truffaldina degli occhi
all’ingloriosa agonia sulla stoffa
della giacca o tra le fessure
impietose del parquet.
Fard Times and War Crimes

di
Azra Nuhefendic
Ci vedevamo una volta a mese, regolarmente, per anni. Da Vera, l’estetista ci andavo per curare i brufoli, lei invece per conservarsi bella. Alta, silouhette elegante, capelli biondi, occhi azzurri. Bella. La tradiva lo sguardo, tagliente e severo e che le aveva procurato il soprannome di Lady di ferro.
Dall’ estetista, come dal parrucchiere, si chiacchierava, si parlava, si pettegolava. Lei, invece, solo “buongiorno” e “arrivederci”. Se le capitava di dire qualcos’altro lo faceva con una voce nasale, come una che si sforzasse di parlare con comuni mortali. Aveva l’aria altera, di una che dà lezioni.
Infatti, Biljana Plavšić era professoressa. Insegnava biologia all’Università di Sarajevo. Specializzazione: genetica.
libertà è
di Darien Levani
“Ma ti pago 50 euro.” Dice Ilir alzando la voce. “Se non vuoi farlo per me, fallo per i soldi.”
“Non è una cosa immorale?” risponde lei. Si chiama Mara e si tira indietro i cappelli. Come gli hanno insegnato cerca di capire dov’è la fregatura.
“Ma no. Dipende solo se ci stai o meno. Se tutti edue siamo d’accordo.”
“50 euro?”
“Giuro, tanto tu non lo usi.”
Disastri catechistici
Punti centrali del cristianesimo sono l’incarnazione e la resurrezione. Io credo sia dannoso indurre un giovane a basare la propria etica su una nascita “divina” e sulla “resurrezione” di un uomo.
Perché glielo si insegna da piccolo, costruendogli un’etica su due eventi che deve accettare in modo dogmatico. Mandandolo incontro a due pericoli: accettare anche altre ingiunzioni di tipo dogmatico, oppure diventare cinico, amorale, sprovvisto di un’etica.
Infatti, quando – crescendo – gli frana, alla luce della ragione, l’impianto etico basato sui dogmi, è ben difficile che l’ex giovane sia in grado di costruirsi un’altra etica radicata e profonda. Da qui viene molto del cinismo, dell’opportunismo, della schizofrenia, delle ipocrisie, delle piccole e grandi astuzie che caratterizzano gli italiani. Ne è emblema chi li rappresenta oggi a Palazzo Chigi.
Dell’ora, del qui – su “Il giorno prima della felicità” di Erri De Luca
di Marco Rovelli
Il copyleft: l’esperimento pavese
In principio erano i quaderni, ciclostilati e graffettati a mano con la benedizione del signor Ford: piegare il foglio A4 e pigiare sulla piega, passare il foglio, prendere i gruppi di fogli e unirli, passare, aggiungere la copertina, passare, cambrettare. I quaderni, con racconti e poesie, venivano distribuiti nelle osterie, durante le manifestazioni, all’università e tra gli amici. Poi è arrivata la prova generale: esce dalla tipografia, nel 2006, il volume Ultima notte di veglia e altri racconti. Un altro anno e i tempi sembrano buoni: il Paese in crisi, il settore dell’editoria sempre più in difficoltà, i bandi di concorso per finanziamenti sempre più magri. E così, sotto i migliori auspici, nasce il progetto delle edizioni O.M.P., curate da un gruppo di volontari dell’Officina Multimediale Pavese. Le edizioni sono articolate secondo la tradizionale suddivisione poesia, narrativa, saggistica, cui si aggiunge la collana collective, dedicata alle scritture collettive.
261 posti dove non posso andare
di Gherardo Bortolotti

31. l’ossario oscuro
32. il santuario del non-morto
33. la dannata torre dei demoni
34. il torrione delle tempeste celesti
35. il pozzo degli assassini
36. il campo del terrore
37. lo stagno del panico elettrico deroose
38. le sale del pericolo incantato
39. il reliquiario mistico dei diavoli di cobalto
40. la valle vivente
41. la nebulosa fantastica
42. la colonia del potere
43. l’astronave alterata
44. l’abisso magico
45. la galera degli dei mostruosi
46. il sanguinoso dominio del re fai
47. il sistema delle donne-uccello
La rivoluzione di un padre
di Roberto Saviano
Beppino Englaro, il papà di Eluana, sta dando forza e senso alle istituzioni italiane e alla possibilità che un cittadino del nostro Paese, nonostante tutto, possa ancora sperare nelle leggi e nella giustizia. Ciò credo debba essere evidente anche per chi non accetta di voler sospendere uno stato vegetativo permanente e ritiene che ogni forma di vita, anche la più inerte, debba essere tutelata.
Mi sono chiesto perché Beppino Englaro, come qualcuno del resto gli aveva suggerito, non avesse ritenuto opportuno risolvere tutto “all’italiana”. Molti negli ospedali sussurrano: “Perché farne una battaglia simbolica? La portava in Olanda e tutto si risolveva”. Altri ancora consigliavano il solito metodo silenzioso, due carte da cento euro a un’infermiera esperta e tutto si risolveva subito e in silenzio.
Vogliamo arrenderci alla barbarie?
di Marco Rovelli
Giovedì 5 febbraio è stato il giorno della vergogna. In spregio ai più elementari diritti umani, è passata la legge che, di fatto, spingendo i medici a farsi delatori, nega le cure ai “clandestini”. E fa ancora più disgusto, tutto questo, se si pensa che coloro i quali l’hanno voluta sono gli stessi che, nel caso di Eluana, si riempiono la bocca con la salvezza dell’umano – l’unica traccia coerente, in questo, è in realtà proprio il disprezzo per l’umano, in nome delle convenienze politiche. La stessa Medici Senza Frontiere ha dichiarato tutto il suo sconcerto, e chi meglio di loro conosce le condizioni sanitarie e psicologiche dei “clandestini”? (Varrebbe la pena di notare che MSF è attiva nelle zone del mondo di conflitti e fame, e tra queste c’è il nostro meridione affollato di braccia nere).
Urbanità 8
Adoro i purovisibilisti. Con loro tutto sembra più facile. La città è un testo, dicono, occorre conoscerne la grammatica, il lessico. Saperne elencare le parole, le frasi, la poetica. Le strade, l’incasato, le mura, i landmark (che siano le torri o i campanili o altro ancora), le piazze – quella del mercato, la religiosa, la politica, etc. – hanno da sempre una funzione, una forma, una ragion d’essere che esulano persino dalle contingenti logiche economiche e storiche e che fanno, da sempre, la peculiarità della città europea.
Se non ora, quando…

di Evelina Santangelo e sottoscritto da tutta Nazione Indiana
Abbiamo assistito all’arroganza di chi crede di possedere La Verità e la utilizza come una mannaia contro chi ha un’idea diversa, più interlocutoria più perplessa più umana, di verità…
Abbiamo assistito all’indifferenza e alla ottusa presunzione con cui figure istituzionali hanno tentato di schiacciare il diritto sulla base di «convinzioni giuridiche etiche e legislative», come ha dichiarato il governatore Formigoni, incuranti del fatto che le convinzioni non possono in alcun modo sostituirsi al diritto.
Abbiamo assistito alla spregiudicatezza con cui la Chiesa e i suoi prelati hanno violato la sacralità stessa della Parola (il verbo) mistificando la verità, ricorrendo a menzognere argomentazioni cliniche (come la presunta sofferenza della morte per disidratazione o la presunta «morte di fame e sete»), per corroborare posizioni di ordine etico-confessionale che, per quanto legittime, peccano di disonestà appunto, se si trincerano dietro alla menzogna.
A Gamba Tesa: do you remember Eternit?
Tutto è cominciato con quest’articolo. In passato mi avevano raccontato storie terribili, di paesi distrutti dal vento messaggero di morte e di polveri. E dove bastava abitare da una parte del fiume piuttosto che dall’altra per crepare nel peggiore dei modi. Nella maggior parte dei processi è stata pronunciata la sentenza , tutti colpevoli nessun responsabile. Ho trovato poi questo video documentario su questo blog. Ringrazio il suo autore e vi invito a leggere la sua nota.
effeffe
“Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell’azienda. Lo sapeva l’assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che c’erano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo all’interno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro” – Silvestro Capelli in Arrakis
ARRAKIS
Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.
Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia.
E’ la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni.
E’ la particolare voce di un laringectomizzato.
Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dall’amianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica.
Come molte altre persone da anni combatte una battaglia sociale e legale.
Da una parte ci sono semplici cittadini, dall’altra ci sono le istituzioni, l’Inail, i sindacati, i dirigenti d’azienda, i partiti politici.
La religione cattolica nelle scuole di stato
Lanciamo un appello perché da quest’anno la scelta sia oggetto di particolare attenzione e diventi strumento per un’affermazione di laicità nella scuola e nella società.
L’aumento considerevole di coloro che rifiutano tale insegnamento imporrebbe una revisione del modo in cui la scuola affronta il problema della cultura religiosa e costituirebbe, al tempo stesso, un ridimensionamento del regime di privilegio di cui gode la Chiesa cattolica in Italia, che essa interpreta come una conferma della sua avversione verso il pluralismo religioso e culturale.
La seconda generazione: il vero capitale umano italiano

Esploriamo una realtà nuova, apparsa evidente nelle recenti manifestazioni. Il grande numero di studenti di origine africana e asiatica delle medie superiori a Torino e a Milano. Leader e rappresentanti di istituto, futura clase dirigente del nostro paese, esprimono le loro idee e i desideri per il futuro.
Pubblicato su Alias, supplemento settimanale de “il manifesto”, il 10 Gennaio 2009. Testi di Paolo Hutter, reportage fotografico di Giovanni Hänninen.
* hiberno pulvere
di Orsola Puecher
Hiberno pulvere, verno luto, magna farra Camille metes.
Se d’inverno ci sarà polvere e in primavera fango, molto farro, Camillo, mieterai.
Virgilio, Georgiche, Libro I
Man Ray, Allevamento di polvere, 1920
(dettaglio de IL GRANDE VETRO di Marcel Duchamp)
di fiori di stoffa e frutta di cera
e carta di libri che si sfarina
violette candite e rose secche
la bambina corre in uno specchio
dove s’annuvolano
spruzzate nebulose
costellazioni a macchie
conosce il segreto della polvere
dei pollini e dei corpuscoli argentei
adagiati sui riccioli del legno
sui piani lucidi dei tavoli
con un panno di lana
e carezze di cerchi
la togli e ricade
poi in fiocchi di nuovo s’agglomera
per misteriosa energia centripeta
in soffice ovatta di bioccoli grigi
attratti l’un l’altro come magneti
pelucchi e capelli
e i fili del niente
sfuggiti alle trame
fuffa che fila il fuso delle Parche
sotto i letti e negli angoli di muro
svelata dal controluce del sole
in mattini d’inatteso fulgore
ed è la luce stessa
raggi di pulviscolo
miracolo mistico
i rifrangenti punti minuscoli
tre fasci un occhio di Padreterno
da varchi di nuvole cariche di neve
segnano sul mare rotte distanti
dove abita inverno
ora che non demorde
mi pare di saperlo
il freddo rende chiaro ogni istante
mamma mi ha chiesto “come ti chiami?”
nel buio smarrito in fondo ai suoi occhi
rinasco e torno al punto di partenza
e come se dar nome
fosse un nuovo inizio
io le rispondo piano
,\\’
Nella casa lasciata in fretta risuonano i giri di chiave, i passi sulle scale che s’allontanano, per ultimo lo scatto del cancello.
poi silenzio, di nuovo
Si accenderà il riscaldamento alle ore stabilite. Le finestre si faranno azzurre all’alba, buie al tramonto. Suonerà il telefono. Diverse volte. Gireranno le lancette degli orologi, chi in anticipo, chi in ritardo.
così, in quieto abbandono
Vapore appannerà i vetri freddi di condensa e poi si riscioglierà in gocce. Ci disegneresti con un dito, l’acqua che scivola in rivoli dai bordi:
ho fatto un giro in piazza
ho comprato due mele
una pera e una focaccia
e questa è la tua faccia
Una bambina corre negli specchi vecchi insieme a tutti quelli che vi furono riflessi. La schiera degli avi affolla gli specchi. Con lei. Anche gli specchi sono malati. Anche gli specchi si ammalano: un ossido brunito si mangia l’argento da dietro. Lo chiamano il cancro degli specchi. Il terso si macchia.
e s’appanna di grigio
io penso alla polvere
la polvere nevicherà non vista / con lentezza e non si sa da dove, dove deve e come sa, planando, cipria grigia. Coprirà così bene, con sapienza uniforme nella calma dei giorni che passano. La polvere si potrebbe riprendere la casa e tutto. Tutte le stupide cose di una casa, presenti da talmente tanti anni, da essere assenti allo sguardo. Tutti i gingilli che hai spolverato per tutta una vita con stracci, straccetti e piumini. Spazzole, aspirapolveri e scope a varie durezze di setole: tutta la santabarbara della celibe battaglia casalinga contro la polvere.
pulvis es et in pulverem reverteris
Evaporate le palline di naftalina nei cassetti e negli armadi, sentirai schioccare le mandibole delle tarme che si mangeranno tutte le lane.
Autismi 4 – La mia città (2a parte)
di Giacomo Sartori
L’unica soluzione sarebbe spianare le montagne, in modo da permettere finalmente allo sguardo di spaziare, all’aria di circolare, al sole di tramontare sulla linea dell’orizzonte, alle idee di maturare serenamente. Il grigio svanirebbe, al suo posto farebbe capolino la gaiezza. Anche il consumo di etanolici distillati locali diminuirebbe drasticamente, una volta reintrodotte la luce e la gaiezza. Certo costerebbe parecchi soldi, certo ci sarebbero dei grossissimi problemi tecnici per lo smaltimento dei detriti – montagne di detriti, letteralmente – ma credo che ne varrebbe senz’altro la pena. Anche la magnifica Venezia non esisterebbe, se non avessero piantato milioni di pali di quercia – ottenuti radendo intere foreste – nell’acqua della laguna. È inutile tirarsi indietro alla minima difficoltà, quando è questione di assicurare un avvenire alle generazioni future. Si potrebbe più pragmaticamente mirare a dei risultati provvisori: spianare tanto per cominciare le montagne più alte e scoscese, quelle con più neve sopra, con più infrastrutture turistiche.
Ma non è detto che anche rasando le montagne tutti i problemi sarebbero risolti.
A gamba tesa: Trash Prop

il …ehm…video, cioè la cosa.
(…) «Napoli aveva un problema, non stiamo a riparlarne, noi sappiamo quale – dice una voce in sottofondo – il governo è intervenuto. E quando il governo, lo Stato, fa qualcosa, è come se lo facessero tutti gli italiani. Ma ora ci vuole l’impegno di tutti, chi ci vive e chi ci viene. Facciamo in modo che resti così, è più bella, no?».
Alla fine la protagonista, l’attrice Elena Russo, in abito azzurro ringrazia e, sorridendo, chiosa: «Napoli. Bella ieri, bella oggi, bella domani».
Girato prima di Natale a Milano (e poi sottoposto a una serie di ritocchi), lo spot è firmato dall’agenzia Life Longari & Loman (direzione creativa di Andrea Concato), mentre la casa di produzione è Mercurio Cinematografica (regia di Fabrizio Ferri).
dal Mattino di oggi 3 febbraio .
Girato prima di Natale a Milano, leggiamo. Bene. Ma la monnezza era quella di Napoli o no?
Pagella
Concept: tra due e tre
Recitazione: che temperatura c’era a Torino oggi? O a Milano ieri…
Scrittura: NP
E voi che voto gli dareste?
effeffe






