di Andrea Inglese
Io ho sempre voluto dimenticare. Il mio problema specifico è dimenticare. Ho sempre avuto molte cose da dimenticare, e questo mi ha tenuto parecchio occupato durante quarantun anni di vita. Purtroppo come tutti ho dei ricordi. Uno non sceglie di avere ricordi, perché i ricordi sono già sempre lì, nelle pieghe del presente, strani e imprevedibili flussi che ci allontanano dagli oggetti e dalle persone che ci stanno più vicine. Ci sono molti più ricordi che oggetti reali: il mondo ne è infestato. Sottrarsi al ricordo è un lavoro, ma diventa alla fine un’abitudine, uno splendido e inquietante automatismo. Uno comincia come me, con dei ricordi precisi di cui vuole dimenticarsi. Un bel po’ di ricordi, innanzitutto dei ricordi d’infanzia. Uno può aver passato un’infanzia infernale. Anche solo parzialmente infernale. L’infanzia non va mai liscia, non è per nulla un periodo facile, ma delle volte può essere il peggiore periodo che ad un essere umano capiti di vivere.












