di Leonardo Palmisano
Per una settimana ho smesso con la politica.
Dopo aver passato i giorni a cavallo tra il 12 e il 14 aprile in treno (Torino-Fasano e ritorno, per complessive 21 ore) a correggere le bozze di un manuale di storia moderna per licei, a chiacchierare con elettori migranti e a litigare con passeggeri arroganti (convinti di avere il diritto di guardare l’ultimo film di Verdone al computer con il volume al massimo, in mezzo a settanta persone del tutto disinteressate – ma anche del tutto prive del coraggio di difendere i propri diritti!), ho deciso che mi meritavo qualche giorno di riposo.
Non sono però riuscito a smettere di chiedermi “Perché di nuovo Berlusconi?”, “In che Paese viviamo?”, e dato che le possibili risposte si rincorrevano e si sovrapponevano l’una all’altra, qualche giorno fa ho deciso che l’unico vero rifugio potevano essere i numeri.


di Andrea Inglese
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