di Italo Testa
strangeways, here we come arriviamo su vie strane, amici e non c’è un veliero ad attenderci, arriviamo a forza di braccia, arriviamo e scivoliamo, respirando oltre, stendendoci sulle assi del ponte; allarme, ad ogni ora il mare si gonfia abbassa una benda alla bocca; ogni istante animali urlano: teniamo un cofanetto tra le mani per conservare i resti, la traccia, il setto vitale, la minaccia delle falangi che cadono. variamente il cielo esplode, sulle date di costruzione, sull’espressione di una caduta: apriamo un ombrello per resistere, neghiamo il senso, vegliamo per garantirci una vera fine, per non cedere ai topazi del cielo, ai topi pazzi di un’altra vita; inforchiamo paraocchi, stringiamo, chiudiamo il campo all’orizzonte; guardiamo a fianco, per una volta il sangue non manca di lato; prendiamo stracci, strofiniamo consumandoci le braccia, neri di vergogna. continuiamo.


di Andrea Inglese
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