La poesia è italiana quando affronta i tre argomenti salubri: religione, contagio, famiglia.
La logica della poesia italiana è perimetrale. Al centro vige la pantomima sfrenata dei mille loa vudù.
La poesia italiana è un oggetto mobile a pochissime dimensioni, non più di venti o trenta.
La poesia italiana esige una rivelazione, una ustione monoteista della mente che dica in pochi versi chi è chi e come dal Grande Topo venne dio e da un’anca di dio, per una soglia asessuata, passarono molti loa: Damballah, lo psichismo oscuro, in forma di serpe, o il cugino Zacca con spirito contadino, a picchiare sulla Calbasse, o Guédé-Petro, dalla danza grave e sussieguosa, a cui si offre il capro nero ed un’aringa, o Erzulie-Freda, la Sirène, che nuota grave ed erotica intorno alla zattera, e a tutti gli ingressi del contagio.




di Beppe Sebaste
