
Apologia del cattivo maestro
di
Toni Negri
1. Chi è un cattivo maestro? Riusciremo mai a dare una definizione, meglio, a risolvere il conflitto che costituisce il concetto stesso di «cattivo» «maestro»? Mi pongo questi problemi dal punto di vista della filosofia, che non è quello del diritto. Il conflitto tra la facoltà filosofica e quella giuridica può essere infatti estremo. Lo chiarisce bene Friedrich Nietzsche (Frammenti 1886-1887, in Colli-Montinari, Genealogia della morale, ed. it., p. 202):
«La questione se l’umanità abbia una tendenza al bene è preparata dalla questione se esiste un avvenimento che non si possa spiegare in nessun altro modo che con quella disposizione morale. Tale è la Rivoluzione».
Kant: «Un simile fenomeno della storia umana non si dimentica più, perché ha rivelato l’esistenza nella natura umana di una disposizione e di una facoltà verso il bene, quale nessun politico aveva finora escogitato in base al corso delle cose» (Conflitto della facoltà filosofica con quella giuridica, Sez. II, parr. 5/7)».
L’esempio è chiaro: il filosofo è per la rivoluzione, il giurista lo condanna, il filosofo ritrova il bene nella storia, il giurista definisce cattivo il filosofo.