di Maria Grazia Calandrone
versione per corte franca
Tu corona il mio capo signore
con una nube ardente
metti
spicchi d’aglio nella mia teca di morte
disinfetta il sepolcro, i messaggi murari, la pressione
del magma umano che risale
la camera sotterranea con la lentezza
del fenomeno nuvoloso sulla benda
flottante dell’Atlantico, acqua
longobarda dal soffio
largo di tetano e arche
che trasportano il regno. Nemmeno il mare
prega a bocca chiusa. Lascia dunque signore
che la tua sposa parli. Chiudi
il sipario marino alle mie spalle
nel teatro domestico
di mattoni squadrati
perché ho eretto con questa unità di misura
degli oceani al centro di ogni stanza una fortezza invisibile.






di Marco Missiroli
