Home Blog Pagina 511

Teogonia

26

di Stefano Calosso

1. Rinnegare l’arte. Il concetto di artista. E tuttavia continuare a scrivere.
1.0.1 Distruggere un romanzo, che nemmeno ancora esiste. Meglio: distruggere l’idea di un romanzo, quel fiore che si avverte sbocciare, distruggere quella sensazione di ebbrezza che si prova nel concepire una trama, nel partorire dei personaggi.
1.0.2 Non opporsi al fallimento inevitabile del gioco narrativo, della proiezione nell’ideale delle azioni umane che quotidianamente si svolgono intorno.

1.1 Un incidente frontale con l’auto blu di un deputato in ritardo.
Un urto perfettamente anelastico.
In un urto perfettamente anelastico le due particelle rimangono unite e dopo l’urto si muovono con velocità comune vf. Si conserva la quantità di moto mv (il prodotto della massa per la velocità).

m1v1 + m2v2 = vf (m1 + m2)

Ma non l’energia cinetica totale del sistema, cioè l’energia cinetica associata al moto del corpo.
Parte di questa si disperde nella deformazione delle due particelle durante l’urto.
Insetti sul parabrezza, sul cofano, sui fari delle automobili. Centinaia di urti perfettamente anelastici. La dispersione di energia cinetica è tutta a carico dei moschini. Le spese per il liquido lavavetri a carico del proprietario della vettura.

Juke-Box/Litfiba

17

parapluie.jpg
Opera di Guillaume Apollinaire

Pioggia Di Luce Litfiba lyrics
Artist: Litfiba
Album: Desaparecido
Year: 1985
Title: Pioggia Di Luc
e

Lei non sa di essere portata via
Da un vento che ama
Crede di essere libera ma
La distanza che la separa da sè
Rende invisibile ogni realtà
Steppa distesa dentro il mio
Occhio dell’ anima
Pioggia di luce bianca che
Mi accecherà
Io cerco il mare dentro il mio
Occhio dell’ anima e
Vedo una vela rossa che
Arriverà

Piede in fallo

5

di Antonio Sparzani

Certo che bisogna affrontare un vero viaggio per venire a trovare gli amici in questa valletta appartata e silenziosa, un po’ isolata dal resto del mondo, bisogna proprio venirci apposta a scovare qualcuno, mica si può passare per caso, oh, ciao, passavo di qua e così son venuto a farti una visita, non si può ‘passare per caso’, tra pochissimo la strada finisce, ma cosa sono tutti quei segnali bianchi disposti regolarmente nei campi, ah, sono i tubi shelter per riparare i giovani alberi da frutto dai morsi di volpi e animali simili, che potrebbero danneggiarne il tronco ancora tenero, ma invece su per di là dove si arriva, ma non lo so, forse in un’altra frazione di Grottanello, carina Grottanello, nella piazza c’è un bar,

Da: Sere

8

senza-titolo-2006-eric-fischl.jpg

di Roberto Rossi Testa
 
In queste sere solo
fra muraglie compatte
di pagine serrate
da cui non sfugge motto
quanto più presso il centro
tanto più le parole
si fanno rare e dense.
Una nella sua orbita
già basta a catturare
non ancora e non più,
li fa brillanti e gravidi
come non furon mai,
come non mai sarebbero.

*

Anteprima Sud 9/ Editoriale

18

donchisciotte-cossi1.jpg
immagine di Paolo Cossi

Editoriale
di
Francesco Forlani

Tra le caratteristiche di tutte le avanguardie vi è quella di voler instaurare con il pubblico un rapporto arrogante ed aggressivo nell’intento di mettere in crisi, nella massa dei fruitori, la stabilità della cultura istituita.

Sulla Nuova Enciclopedia dello Spirito Internet, Wikipedia, leggo alla voce ‘Avanguardie’, anzi tutte le Avanguardie, la definizione riportata qui sopra. C’è un grado di violenza necessaria in ogni rivoluzione artistica – perché non ci sono avanguardie senza rivoluzioni – e ora che la parola ‘rivoluzionario’ accompagna solo gli slogan delle compagnie aeree Low Cost o i nuovi grandi centri commerciali, ha senso parlare ancora di Avanguardie? Se la politica sembra aver abbandonato l’idea, e soprattutto la sinistra tradito la parola data, solo la scienza sembra averne conservato almeno lo stile. Tecnologie all’avanguardia, è il vecchio nuovo claim di una qualità suppletiva di performance funzionale al mercato da parte dei nuovi mostri delle scienze applicate, siano essi Microsoft o NMF (Nuova Marca di Frigoriferi). Performance, forma artistica decisamente dell’avanguardia…

Juke-Box very cool / Inno di Mameli

14

diego_abatantuono.jpg

Fratelli d’Italia
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la vittoria?
Le porga la chioma
chè schiava di Roma
Iddio la creò.

Poesia semplice (si fa per dire)

37

images.jpg
di
Francesco Forlani

Si fa per dire semplice e si dice
che non esiste legge e non si scrive
con un ritocco, un lume a ricucire il drappo

baci di lingua e croci, un’arte del distacco
e di saliva e miele, come un varco
strappo che non diventa breccia- si risponde.

Ma dimmi chi – e per cosa – vuole che sia felice
il tutto a condizione che vi sia infelice, parte
offesa, come il consorte e la sposa traditi?

La leggerezza al cor tutto perdona
di luci ed ombre ragionare anche tenersi il capo
a condizione che quel tutto sia di vita amore

Jazz on the Coast: Randy Weston

6

509160_356×237.jpg

di Lisa Sammarco

Chi dice che le notti sono tutte uguali
non appartiene a questo mondo.

È un mistero, ti dici questa sera. Sì, come tu, senza distinguere una nota da un’altra, alla prima che invade l’aria senti qualcosa dentro che si dilata e si gonfia, e spinge fino a riempire col tuo corpo i vuoti della roccia che hai di fronte, e ne senti la pressione che si oppone e capisci che devi abbandonarti, cedere e accogliere ogni più piccola eco che la roccia ti rimanda.

The ad generator

7

obey
(clic sull’immagine)

Picchiarsi è un po’ partire

8

di Christian Raimo

Marco organizzava risse tra i ragazzini di borgata. La telecamera in mano aveva un potere di catalisi. I romani in vacanza, la città svuotata tranne che tra i condomìni giallini e ocra che costituiscono la striscia abitativa attorno al Raccordo Anulare. Scendevamo dagli autobus e allunavamo in una piazzetta qualsiasi. Le comitive della domenica, davanti a un muretto o a un bar. Piazza Gaslini a Rebibbia, oppure davanti al supermercato Sir a San Basilio, oppure il pratone in discesa dietro Corviale, oppure un cortile nella parte interna del Tufello, dopo via delle Isole Curzolane, dove alla fine eravamo di casa. Marco si trasformava in una persona calorosa, fraterna. Si avvicinava a ‘sti pischelli sparsi con l’aria di un turista smarritosi. Un giovane tizio straniero – aveva un viso pieno d’estate, latinoamericano – che ha sbagliato fermata dell’autobus e invece di arrivare all’ingresso di Castel S. Angelo si ritrova alla scala N di un palazzo Iacp. Chiedeva informazioni. Che cos’è qui? Che ci fate voi qui? Marziano, gentile. E poi sfruttava la lusinga della telecamera. Inventava di essere un regista in erba, uno che fa documentari.
“‘N che?”.
“Uno che filma la realtà”.
“Ah. Ma che c’hai da firmà?”.

Juke-Box cileno / Violeta Parra

5

La carta [la lettera]
(1960-1963)

Violeta Parra

Me mandaron una carta
por el correo temprano,
en esa carta me dicen
que cayó preso mi hermano,
y sin làstima, con grillos,
por la calle lo arrastraron, sí.

La carta dice el motivo
de haber prendido a Roberto
haber apoyado el paro
que ya se había resuelto.
Si acaso esto es un motivo
presa voy también, sargento, si.

Fotopost / La dolce vita

14

1965_03.jpg

Una bella famiglia italiana “tipo” nel 1965. Vacanze estive. Con (da qualche parte) le pinne il fucile e gli occhiali. Abbronzatissimi. Un esaustivo ritratto di “dolce vita”?

Juke-box / Sbandati

7

Lunedì 6, al Museo della Resistenza di Fosdinovo, entro il “festival” Fino al cuore della rivolta presenterò questa mia canzone nuova durante il concerto degli Yo Yo Mundi, che mi hanno fatto l’onore di arrangiarla e suonarla. In attesa di una nuova banda che suoni il mio mucchio di canzoni nuove… (per chi è interessato, il blog con gli aggiornamenti è qui).

Lascio le annotazioni musicali, perchè si capisca che un testo di una canzone non è la stessa cosa di una poesia, ché non può prescindere – forse prima ancora che da melodia e armonia – dal respiro, dal timbro, dal tono, dalla grana della voce, dallo stesso movimento del corpo – e, idem est, dell’anima.

m.r.

Sim                      Mim                    Sim Mim
Fuochi sulla montagna e sotto il mare
Un canto s’innalza E’ ora d’andare
Lasciarsi alle spalle tutto il male
Con un inno nuovo da imbracciare

Il comandamento delle mani

62

di Simone Consorti

Io dovevo usare le mani mentre lui mi dava istruzioni. La regola era quella. Se facevamo in qualsiasi altro modo non andava bene, e non dovevano esistere cose diverse, perché un prete di quasi 40 anni con una ragazza di 18 non potevano farsi coccole o scambiarsi promesse né niente.

Sono passati sei anni, ormai. Nemmeno alla psicanalista gliel’ ho detto, nei particolari. Le ho raccontato una storia simile, e confondibile, in modo che comunque mi capisse. Al posto del prete ho inventato un professore di religione, e invece della pineta di Ostia la mia storia l’ ho collocata alle dune di Capocotta. Ho anche dovuto trasformare la faccenda della confessione in quella di una interrogazione. La psicanalista, quando gliel’ ho propinata, mi guardava strana; forse pensava che, al posto del professore, intendevo mio padre o qualcosa del genere.

In ricordo di Anna Maria

21

rimoaldi.jpg
di Francesca Serafini

Io, l’estate, la odio. Succede da quando sono bambina. Crescendo, ho provato a dare un senso più alto alla mia insofferenza. Ho pensato di attribuirne le ragioni al fatto che l’estate esaspera le differenze sociali; segrega i più indifesi nel loro deserto di solitudine e, col caldo che dà alla testa, qualche volta uccide. Ma lo so che non è così; o, almeno, so che non è solo il senso di colpa nei confronti di chi è meno fortunato a mettermi a disagio. L’inverno non è del resto più indulgente con chi vive sotto i ponti, e davanti a una fetta di cocomero o a un presepe, la desolazione è la stessa, ad arrivare soli agli appuntamenti rituali della collettività. Infatti, tutto questo c’entra fino a un certo punto. Se la odio, l’estate, è perché un agosto di tanti anni fa, per me, finiva l’infanzia.

Juke Box fate l’amore non fate la guerra / L’emozione non ha voce

15

pasolini_comizidamore.jpg

di Mogol 

Io non so parlar d’amore
l’emozione non ha voce
E mi manca un po’ il respiro
se ci sei c’è troppa luce

I padri se ne vanno (Hommage à Isou)

14

isoulalettre.jpg

Qu’est-ce que le lettrisme ?
Fondé en 1945 par Isidore Isou, le lettrisme s’est imposé dans un moment de l’histoire universelle comme le seul mouvement révolutionnaire après le dadaïsme et le surréalisme. Ami de Tristan Tzara, père spirituel de Guy Debord, Isidore Isou proclame la destruction de la poésie à mot au profit d’une esthétique basée sur la lettre et le signe.

Au-delà de la poésie, le lettrisme développe une œuvre protéiforme et souvent méconnue, visant, grâce au concept de création généralisée, à transformer l’ensemble des branches du savoir : de la théorie de l’art au bouleversement de la société et de la vie.

Le lettrisme ne cesse pas, encore aujourd’hui, de faire débat même quand sonne l’heure de sa réévaluation historique. D’ailleurs le monde contemporain paraît de plus de plus donner raison aux prophéties lettristes soit pour les réaliser soit pour les combattre.

http://www.lelettrisme.com/pages/01_accueil.php

La stanza delle grida

7

di Marco Mantello

1. Introdussero negli anni venti
un pannello divisore
per fermare i più violenti.
Potenziarono, poi, l’isolamento

imbottendo di polistirolo
dal soffitto al pavimento.
Nel millenovecentottantasei
le pareti di una lega trasparente

e gli spalti collegavano l’utente
al microfono dei coriféi.
Novantuno: il qui presente
consumò la prima sfida
nella stanza delle grida.

Juke Box contro la guerra/ E se ci diranno

65

01_born_to_kill.jpg

di Luigi Tenco 

E se ci diranno
che per rifare il mondo
c’è un mucchio di gente
da mandare a fondo
noi che abbiamo troppe volte visto ammazzare
per poi sentire dire che era un errore
noi risponderemo noi risponderemo
no no no no

Bacheca di agosto 2007

27

Usa questo spazio per segnalazioni e comunicazioni di interesse generale.

Già che ci sei, se non lo hai ancora fatto puoi iscriverti ai feed di Nazione Indiana e leggerci più comodamente.

Add to Google Reader or Homepage qui se hai già un account Google, ad esempio Gmail;
Subscribe in Bloglines qui se usi Bloglines;
Aggiungi Nazione Indiana a Netvibes qui per Netvibes;
aggiungi il feed a My Yahoo qui per Yahoo.

Art. inedito Manifesto Comunista Dandy

37

di
Francesco Forlani
furlanbassa.jpg

foto di Pier Fantin

Art. 33 Il bambino comunista dandy

Al piccolo Marcello che con un sogno fece vincere il Ghepardo nella corsa contro il Vento.
effeffe

Il bambino comunista dandy non scassa la minchia ovvero pur essendo un bambino vivace, sa quando è il momento di smetterla, cosa che tanti adulti non sanno o fingono di non sapere, il che è lo stesso. Il bambino comunista dandy a differenza degli altri non Martellerà il suo entourage domestico di perché (E perché il PCI ha cambiato nome? Perché abbiamo perso la guerra di Spagna? Perché gli aerei volano basso e i treni non volano?) ma lo Falcerà di come (Com’ è possibile! Ma come!) e dunque possiamo dire che la sua indole è più esclamativa che interrogativa. Altra caratteristica del BCD è che quando gli si dice “quando sarai grande” lui si tocca le palle (piccole ma operative).