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Da: Ecce Deus

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di Andrea B. Nardi

[Sullo sfondo di un impero che si sta modificando per sempre, un vecchio soldato dal passato eroico ma oscuro, forse malato, forse pazzo, deve tornare al servizio dell’imperatore Costantino. Il concilio di Nicea vede lotte fra opposte eresie, mentre la politica fagocita il Sacro. Che infatti non esiste più, assieme a una Roma destinata a rimanere ormai solo un antico sogno. Un romanzo psicologico di personaggi epici, un noir di spade e misteri, una denuncia teologica di come la religione e i dogmi siano parto solamente della ragion di stato, dei conflitti di potere. E se una semplice votazione a Nicea fosse stata diversa, oggi noi pregheremmo altri Dei]

Non dovettero passare troppi istanti, però certo c’erano parecchie porte, cancelli, portali, inferriate da aprire, richiudere, e scale da scendere, corridoi da percorrere, attenti a non inciampare, l’oscurità, l’odore, l’oppressione, ma dopo poco si trovarono davanti al portoncino giusto: dall’altra parte c’era l’imperatore di Roma.

Caro Roberto…

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… sono da qualche ora nelle nostre terre e noto con estremo dispiacere – senza distacco – che le famose mosche di Céline da te citate si sono armate di spilli e vorrebbero accecare l’unico occhio letterario per cui valga la pena vedere la letteratura, ovvero la sua capacità visionaria e ribelle. E così mezze tacche di critici da Premio…, Bacoli – ti eri inventato questo Premio per un bel racconto pubblicato sulla nostra rivista Sud – si ergono a maestrini della nuova sinistra, letteratura, per non parlare di sedicenti scrittori, mediocrità venduta al chilo insieme ai loro atelier di scrittura. Ma in mezzo a tanta M…..(direbbe Louis Ferdinand) ci sono scrittori a cui siamo legati,(a seguito della pubblicazione del Post e di un mio intervento sul sito letteratitudine il rapporto che mi legava allo scrittore Andrea Di Consoli si è dimessamente dismesso,ndp), da anni di amicizia, frequentazione. Mi hanno mandato due articoli, pubblicati sul Mattino , in cui sollevano le vesti di quel cumulo di non detti, invidia. gelosia, animosità, per tentare una riflessione sull’oggetto letterario. Mi piacerebbe che dicessi la tua, a questo punto.
tuo
Francesco

Il Male che bagna Napoli
di
Antonio Pascale

La città di Napoli (e il suo hinterland) ha ormai invaso il nostro immaginario narrativo. Da una decina d’anni a questa parte, scrittori, artisti, intellettuali, registi, sceneggiatori e pure qualche poeta parlano e raccontano Napoli. Si può dire a tutt’oggi che nessuna città italiana ha subito lastre radiografiche così invasive e così continue come Napoli. Certo alcuni hanno preferito racconti superficiali, altri hanno raccontato la città con dolore e con amarezza, altri ancora con troppo dolore e troppa morbosità.

Andare avanti dopo Saviano
di
Andrea Di Consoli

Le dure parole di Sergio De Santis, scrittore che è unanimemente riconosciuto equilibrato e mai demagogico, sulle colonne di questo giornale, in data 16 giugno, mi hanno dato l’impressione di un clima che sta cambiando. Ma cosa sta cambiando esattamente a Napoli? A mio avviso sta scricchiolando la dittatura del realismo e del reportage, quella che è stata giustamente definita, su questo giornale, la “retorica dell’apocalisse”.

Tutto il mondo ha voglia di ballare

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garlini.jpg di Gianni Biondillo

Alberto Garlini, Tutto il mondo ha voglia di ballare, Mondadori, 2007, pag. 342

Roberto e Riccardo hanno otto anni quando si incontrano per la prima volta nel 1975 nella campagna parmense, durante il rito antico della macellazione del maiale. La loro sarà un’amicizia assoluta, come solo quelle che ti porti dall’infanzia sanno essere.

Aspettando Burri (prima parte)

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di Christian Raimo

Se è vero che la mia adolescenza, la mia distesa post-adolescenza e tutta la mia formazione come quella dei miei coetanei sia stata vissuta sotto il segno – limpido e ineluttabile – del disincanto, è vero anche che tra l’inverno e la primavera del 2007 mi resi conto, in modo così lucido da non essere nemmeno preoccupato, che la mia capacità di trovare bello un qualunque elemento del mondo circostante si stava riducendo a livelli patologici.
Negli anni avevo metabolizzato molte cose: la disillusione per le battaglie politiche, il fatalismo per il disastro della scuola e dell’università (ossia il posto dove avevo passato i 9/10 della mia vita), l’incredulità per qualsiasi parola che venisse spacciata per “verità”, l’annoiata indifferenza per le molteplici apparizioni del “nuovo”… Avevo certo considerato che questa forma di sfiducia progressiva fosse anche un sinonimo di realismo, e quindi di maturazione personale. Intanto, per essere sincero, diffidavo di ogni persona che mi venisse a raccontare o – peggio – a proporre alcunché in modo entusiastico. Non mi appassionavo, ok, a nulla.

Le lacrime della pittura

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rothko-chapel.jpgdi Arnaldo Colasanti
Mark Rothko, il maestro, un giorno tentò di spegnere la disperata voracità dell’arte novecentesca. A Houston, in Texas, si incontra un santuario in mezzo a case di legno e mattoni, lungo strade ordinate. E’ un piccolo edificio, senza finestre e ornamenti. La sua anonima vocazione multireligiosa, lo stare laggiù, in una provincia distante un milione di chilometri da New York e dall’Europa, dà alla struttura un che di amorfo: una specie di semplicità muta, senza domande.

Contrappunti – La pedofilia. E il masochismo italiano

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di Massimo Mantellini

n.jpgMia figlia Francesca ha 4 anni. Ieri, mentre pensavo all’eventualità di dedicare il Contrappunti odierno alle ultime notizie sulla lotta alla pedofilia in rete mi è venuto in mente di estrarre il cellulare e scattarle questa foto. Dateci una occhiata: mi serve come premessa (e come difesa) a quanto sto per scrivere.

MURENE. Scrittura Elettricità Fragori

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Casa della Poesia, largo Marinai d’Italia, Milano
21 giugno 2007, ore 21. Ingresso libero.

*

Giovanni Cospito, Stefano Delle Monache (laptop & elettronica), Franco D’Auria (percussioni) e Andrea Inglese (testi ed elettronica); Massimiliano Viel (elettronica) e Andrea Raos (testi); Antonio Moresco (testi); Gianluca Codeghini (oggetti sonori), Stefano Brizzi (batteria) e Alessandro Broggi (testi).

Tre modalità differenti di lavorare tra musicisti e poeti, a partire dalla voce come evento generatore dell’esperienza poetica. Ma anche la voce del romanziere su sfondi sonori come evento generatore degli universi narrativi. La serata è suddivisa in quattro interventi: Piccola epica del disastro, una performance di Cospito, Delle Monache, D’Auria e Inglese, La favola delle api di Raos su musiche di Viel, le letture di Moresco da Canti del caos e Avvertenza e Manutenzione di Codeghini, Brizzi e Broggi.

authors + gammm :::

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lunedì 18 giugno 2007 / ore 18:00 / libreria VIVALIBRI / Roma
=
monday 18 june 2007 / at 6:00 pm / VIVALIBRI bookshop / Rome

 

– Piazza Santa Maria Liberatrice 23/26 –

 

authors + gammm :::

 

[ 3 ]

with the presence & reading of
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Susana Gardner, Marco Giovenale, Christophe Marchand-Kiss, Andrea Raos, Joe Ross, Massimo Sannelli, Jennifer Scappettone, Michele Zaffarano

texts in Italian and English and French

Dimmi che non vuoi morire – Intervista a Massimo Carlotto

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di Paolo Roversi 

Massimo Carlotto \ IgorT – Dimmi che non vuoi morire –  Mondadori

(Paolo Roversi vive a Milano. Collabora con riviste e siti web. I suoi ultimi romanzi sono “Blue Tango” (Stampa Alternativa, 2006) e “La mano sinistra del diavolo” (Mursia, 2006). Dirige il portale www.milanonera.com)

L’Alligatore è tornato. La novità è che finalmente sappiamo che faccia abbia. Nei cinque romanzi, e nei molti racconti, in cui è stato protagonista il suo creatore, Massimo Carlotto, non l’aveva mai descritto fisicamente, lasciando a noi lettori il compito d’immaginarcelo.

Presentazione di “Strati” di Joe Ross

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Sabato 16 giugno 2007, ore 20:00
Camera verde
[ via G.Miani 20, ROMA ]

presentazione e lettura di

STRATI

di Joe Ross

Poesie in inglese, con traduzione italiana a fronte a cura di Marco Giovenale e Andrea Raos.
Collana FELIX (http://felixseries.blogspot.com), edizioni La camera verde, Roma 2007

Autore e traduttori leggeranno i testi in inglese e in italiano

*

Ikebana

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shoka-hosta1.jpg di Luca Ricci

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La bambina lancia la palla sul muro poi batte le mani. E’ difficile battere le mani e riprendere la palla. La difficoltà aumenta con l’aumentare dei battiti. Il rumore della palla e delle mani si alternano. La bambina riesce a batterle due volte. Alla terza il pallone le arriva addosso, non fa in tempo. Ci riprova e ancora fallisce. Ma sembra quasi che la diverta di più sbagliare.
– Mamma è in casa?-
– Sì-
– Posso?-

Libri, il prezzo della libertà

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di Marco Bascetta 

Delle liberalizzazioni si potrebbe anche utilmente discutere se non si trattasse di una ideologia che non ammette obiezioni, una specie di bandiera identitaria, di fede integralista sprezzante di ogni empiria e argomentazione razionale, indifferente alla diversità e complessità dei casi. L’onorevole Benedetto Della Vedova (Fi), spalleggiato dai deputati della Rosa nel pugno che, rimasti ai tempi di Benjamin Constant non hanno ancora registrato il divorzio tra mercato e libertà, ha riaffermato la sua purezza liberista facendo passare un emendamento del pacchetto Bersani che estende la completa liberalizzazione al prezzo dei libri. Che diamine, se la liberalizzazione è un sacro principio deve valere per tutto! L’ideologia è salva, ma vediamo di cosa si tratta nella realtà.

Fiore

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di Sandro Pedicini

I
I raggi fanno della penombra
una chiara luce di vita.
Prevedo il volo della rondine
e molti sogni celestiali.

Gentilissimissimo Vittorio (Sgarbi)

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Gentilissimissimo Vittorio (Sgarbi),

prendo spunto dalla lettera dell’amico Gianni (Biondillo) per farti la seguente proposta. Una combinazione di entertainment e cultura, di cultotainment, insomma.

Una precisazione

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[mentre l’assessore Sgarbi dice la sua, dando i numeri, cioè le cifre sbagliate (ma lo leggerete qui più sotto), ricevo e volentieri pubblico una precisazione da parte di Leonardo Pelo. G.B.]

Da lunedì La Biblioteca in Giardino è al centro di una polemica che ha avuto oggi il suo culmine con le dichiarazioni dell’Assessore alla cultura di Milano Vittorio Sgarbi riportate da La Repubblica.

Juke Box / L’incontro

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di Piero Ciampi

Domani
la mia camicia sarà pulita,
le mie pupille bianche,
il mio passo fermo,
i calzoni stirati,
le scarpe lucide,
e la mano non deve tremare,
costi quel che costi.

Prima di tutto la Luigiona

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Panchina - foto di Mauro Baldrati

di Mauro Baldrati

Disanimati, disarticolati, aspettiamo nella notte gelida e nebbiosa. Aspettiamo qualche novità, facciamo l’ultimo tentativo prima di naufragare nel salone immenso del Bar Unità gremito di omacci urlanti che giocano a carte, a biliardo, a Mah-Jong.
Sulle panchine del Viale dei Platani, il nostro quartier generale, c’è un po’ di gente, altri arrivano alla spicciolata. Arriva anche il mio amico Dennis che dice, tremebondo: “O’, andiamo a Caprarossa o no?”

In via Barbaroux, ovvero dei limiti della scrittura

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di Demetrio Paolin

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A Torino, dal mio ufficio ho un luogo privilegiato d’osservazione. Riesco a vedere l’incrocio tra corso Siccardi e via Barbaroux. Così certe volte, soprattutto nelle giornate in cui piove, mi metto alla finestra, e aspetto.
Immancabile arriva.
Vedo comparire un pedone che attraversa – ha solitamente un piccolo ombrello di quelli che stanno in una borsetta o in una 24ore – e forse sta venendo qui nel mio ufficio oppure si deve infilare in via Barbaroux. Cammina svelto sulle strisce pedonali e non guarda se arrivano le macchine. Attraversa la strada – i sensi di marcia di corso Siccardi sono divisi da un piccolo giardino, nella parte delimitata da via Barbaroux e via Cernaia, poi corso Siccardi diventa corso Galileo, quindi un’altra storia – e di solito nell’atto dell’attraversamento succede questo.

El boligrafo boliviano 6

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di Silvio Mignano

Sono vivo, uno pensa quando è uscito, ed è tutto ed è poco. Il pensiero e soprattutto la memoria tattile del corpo sono ancora lì dentro, nel budello claustrofobico di quaranta centimetri, nel buio pieno, dove i gomiti e le anche si sostituiscono alle gambe come mezzi di locomozione preistorici, provenienti dritti dritti da un’altra era, quando non eravamo ancora mammiferi e forse nemmeno rettili, pesci che esplorano l’atmosfera e strisciano sul ventre ansimando alla ricerca spasmodica di un po’ d’ossigeno, anellidi o platelminti che sperimentano la contrazione dei segmenti di carne scivolosa.

Gli ultimi uomini

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zizek.jpgdi Slavoj Žižek
Nei film di Hollywood l’ampio sfondo storico è solo un pretesto per il “vero argomento”; cioè il viaggio iniziatico del personaggio o della coppia protagonista. In Reds la rivoluzione d’ottobre fa da sfondo ai due innamorati che si riconciliano in un appassionato rapporto sessuale; in Deep impact l’onda gigantesca che sommerge l’intera costa orientale degli Stati Uniti è solo la scenografia della riunificazione incestuosa tra padre e figlia; nella Guerra dei mondi l’invasio­ne degli alieni è lo scenario in cui Tom Cruise riafferma il suo ruolo paterno. Ne I figli degli uomini di Alfonso Cuarón, inve­ce, lo sfondo è l’elemento principale.

The beat goes on. Abbiamo solo cambiato il ritmo

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by csoa cox18, archivio primo moroni, libreria calusca e olinda

FESTIVAL AUTOGESTITO 15/16/17 GIUGNO 2007

Ex Paolo Pini via Ippocrate 45 Milano

L’ idea di un festival aperto a tutte le espressioni della creatività (teatro, cinema, poesia, editoria) frutto di percorsi di autogestione, antagonismo, cooperazione, è connessa al progetto di riattivare i fili interrotti che a partire dalla beat generation, dalla woodstock nation, dagli yippies, dal maggio ’68 hanno caratterizzato quei movimenti e quelle controculture, che si sono proiettate anche nei decenni successivi, quelli del punk, dell”hip-hop, dei rave autogestiti, dei traveller, dei free-festival, del ’77 o del periodo della “pantera”, dei centri sociali, del movimento di Seattle. fino ad arrivare ai nostri giorni, caratterizzati dalla guerra preventiva e permanente.