di Franz Krauspenhaar
Sono qui, nato e cresciuto nel noord, più o meno a sud del vero nord. In un punto imprecisato. Milano è imprecisabile. Non so nemmeno lontanamente dove davvero si trovi. Potrebbe essere Calcutta ad agosto, Londra d’inverno, e le poche volte che qui c’è vento potrebbe essere Bruxelles prima della solita pioggia belga da paese piatto. Da qualche parte sempre imprecisata, girando per il centro o anche imbastendo la tua via per le periferie, Milano sfuma, senza che tu te ne accorga, in un acquerello triste come un murale messicano notturno al quale certi soliti ignoti hanno tolto i colori caldi. Tonalità di grigio, circoli, spirali di grigio luminescente. Poche le vere luci, la notte, quasi tutte fioche, e le strade che si svuotano presto, e i tram che svicolano ciabattando su ferro a bassa temperatura, e snodi di mani, rasoi di passi, tacchi che secchi rotolano su pavimenti mobili, cigolare di biciclette astute con le auto, che a loro volta piegano a destra o a sinistra verso un chissà chi e un chissà cosa.




di Gianni Biondillo