di Franz Krauspenhaar
Cara mamma, finalmente ho trovato un po’ di tempo e di pace per scriverti. Torino non pensavo fosse così bella. C’è quella tranquillità movimentata che a Milano non potrà mai esserci. Milano: il posto più inutilmente esagitato del mondo. Comunque, tutto bene. Col lavoro mi sto ambientando, ci vuole del tempo, lo sai. Eh sì, tu lo sai, sì, che mi hai visto crescere in tutti i sensi, in quegli anni 60 di frenesia composta, la frenesia del boom, lo scoppio della bomba della speranza felice. Ricordi quel film che parlava di Milano e del lavoro? Il posto, si chiamava. Lo vedemmo insieme il giorno che chiusi con quello di Monza. Ero furioso. Io prima avevo riso sguaiatamente per scaricare la tensione, e tu mi dicesti: ma che ti succede? E io: niente. Poi mi venne ad abbracciare malignamente una stretta di malinconia, e così mi venne in mente quel film. Quando sono triste non ho voglia di cose allegre, in questo sono coerente, sono coerente nelle voglie.



