Sancho Panza entra in un cinema di una città di provincia. Sta cercando Don Chisciotte e lo trova che sta seduto in disparte e fissa lo schermo. La sala è quasi piena, la galleria – che è una specie di loggione – è interamente occupata da bambini chiassosi. Dopo qualche inutile tentativo di raggiungere Don Chisciotte, Sancho si siede di malavoglia in platea, accanto a una bambina (Dulcinea?), che gli offre un lecca lecca. La proiezione è cominciata, è un film in costume, sullo schermo corrono dei cavalieri armati, a un tratto appare una donna in pericolo.
Pro editore
di Christian Raimo
Sandro Veronesi qualche anno fa in un convegno sui Classici del Domani, quasi del tutto fuori contesto, parlava con veemenza male dell’editing. E fece un esperimento con il pubblico. Aveva preso un pezzo di V di Pynchon, a cui aveva previamente tolto molti degli aggettivi e degli avverbi, l’aveva fotocopiato e dato da leggere ai noi che lo stavamo ad ascoltare insieme al pezzo originale. “Ecco come mi sento quando mando il mio manoscritto alle case editrici”.
Sette brevi
“Il miele” disse
All’età di nove anni, nell’estate dell’’83 a voler essere precisi, mi è cresciuto un alveare dietro la testa.
Ho incontrato molti problemi soprattutto a scuola e quando andavo a giocare a basket con gli amici, poi un giorno (nell’’89 credo) – era primavera perché ricordo l’affollamento intorno alla mia testa – mia madre sorridendo mi ha annunciato che non dovevo più andare a scuola.
“Il miele” disse “sarà la tua risorsa!”.
Il nano e il gigante
L’editor e lo scrittore
di
Carla Benedetti
Questa volta, caro lettore di romanzi, recensisco un risvolto di copertina. Sì, la striscetta di carta che si ripiega, dove stanno i brevi testi di contorno, marginali ma non superflui. Il libro è Non muore nessuno, romanzo di esordio di Sergio Claudio Perroni, editor, agente letterario e traduttore (Bompiani, p. 217, E. 15,00).
Siamo sempre stati separati. Nono quadro: Carmen, le carte
di Sarah Kéryna
traduzione di Andrea Raos
***Special Guests: Jan (tastiere) così&come (cori)***
– Non lo sai?
– (respiri)
– Qui, ho due nove. Non va bene.
È la morte, no?
È come nella Carmen: “Pique, carreau, j’ai bien vu la mort.”
– Ah! beh la cantavo questo pomeriggio!
– Davvero? Dài, cantamela! Com’è?
– Com’è che era?
– (Aria di Carmen) “La mort, d’abord moi ensuite lui, j’ai bien vu la mort…”
– Ah! sì, sì.
– “La mort…”
– “…toujours la mort. En vain pour éviter les réponses amères, la carte se retourne, et nanana… se retournera, les cartes nanana… et ne mentent jamais…”
(silenzio)
Oh! la cantavo questo pomeriggio, pensa un po’.
Energico, vitale, praticamente kafkiano…
di Francesca Serafini
‘Assurdo, angoscioso, allucinante, paradossale, inquietante’. È con questi sinonimi che nei vocabolari si trova variamente definito l’aggettivo kafkiano, con riferimento ovvio all’atmosfera che aleggia in tutte le opere di Kafka. Nondimeno, a prestare attenzione ad alcuni passi della Lettera al padre, i lessicografi potrebbero comprensibilmente vacillare. In essa infatti si legge:
Il Nobel a Celati
di Franco Arminio
Ogni volta che mi arriva a casa un libro del mio amico Gianni Celati io mi sento bene. L’economia della paura, l’animaletto sempre con le orecchie tese, lascia il posto alla voglia di libertà, di meraviglia. Celati è uno scrittore in cui il gesto della scrittura si cancella per diventare semplice lettura. Lettura di quello che c’è fuori, dentro le strade o dentro i libri, poco importa.
Acromatopsia
di Christian Raimo
A me fanno ridere certe canzoni sulla droga tipo perché lo fai oppure lilli perché si vede che c’è gente che non ha mai pensato nella vita che cos’è farsi, non ha l’idea minima di perché ti sale una botta e non capisce soprattutto che il problema non è il disagio, l’incomprensione, il problema sono i soldi. Se hai soldi puoi fare un certo tipo di vita. Se non hai i soldi, quel tipo di vita non la puoi fare. Le differenze tra le persone sono tutte qui.
Da: Hairesis – (2004-2005)
di Francesco Marotta
MANIBUS DATE LILIA PLENIS
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È un maestro che parla alle ombre – Virgilio
i suoi gigli sono colpi di luce
nel buio della specie dentata
nei suoi fragili
specchi di umori
di assenza
Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #6
di Edoardo Novelli
Con l’intervista a Silvio Sircana, portavoce di Romano Prodi, si conclude lo studio di Edoardo Novelli sulla comunicazione del governo. Qui e qui le due prime parti analitiche; seguono l’intervista a Gianluca Luzi, a Giovanni Floris, e a Valerio Saffirio.
Onorevole Sircana, la comunicazione del governo, prima ancora della sua politica, sembra essere finita nell’occhio del ciclone.
Francamente mi sembra esagerato: la comunicazione che parla della comunicazione e che discute sulla comunicazione, che si autocomunica. È un paradosso. Recentemente il Corriere della Sera ha dedicato una pagina intera alla mia intervista al programma di Lucia Annunziata.
Contro gli scrittori civili
di Christian Raimo
Ad un certo punto, giusto a venti pagine dalla fine del suo libro Il ponte, Vitaliano Trevisan enuncia senza volerlo qual è il peccato originario di questo romanzo. Dice: “Se Pasolini si fosse scagliato anche contro la madre, probabilmente non sarebbe stato fatto oggetto del processo di beatificazione al quale è sottoposto ormai da anni, cosa che in fondo sortisce l’effetto di disinnescarlo e renderlo inoffensivo”.
Cioccolatò e Slam a Torino 10/11 Marzo 2007
Slow Poetry
Negozi intorno a Piazza Vittorio Veneto:
sabato 10 marzo, dalle 15 alle 24
h. 14.45 | Caffè Elena | Catel + Tiziano Fratus + Rossana Mortara
h. 15.30 | Caffè Clarissa | Valentina Diana + Afro
h. 16.15 | Bertolini & Borse | Paul Cash + Guido Catalano
h. 16.45 | La drogheria | Ringe Ringe Raya + Giovanna Marmo
h. 17.15 | 4 Eyes | Don Pasta + Arthur Ribo
h. 17.45 | Vestilavoro | Bruno Rullo + Paola Sonetti
h. 18.15 | Caffè Vittorio Veneto | Tiziano Fratus + Massimo Rizzante + Alexandra Petrova
h. 18.45 | Pedone | Luca Ragagnin + Paul Cash
h. 19.15 | Macelleria Jolly | Marco Fedele + Adriano Padua + Francesco Forlani
h. 19.30 | Bar Nuova Trianon | Lello Voce + Stefano Raspini
h. 22.45 | OLS | Sara Ventroni + Sparajurij lab
L’altare della specie, e altre
di Maria Grazia Calandrone
L’ALTARE DELLA SPECIE
Era facile amarla ma era destinata
ad andarsene frettolosamente e insieme ad aderire
a certi preparativi che gli indizi rivelano
meticolosi. Di pomeriggio si prendeva cura del giardino
in silenzio. Non capivamo quello che pensasse, era
tranquilla. Oppure
trafficava su un notes. Tutte le notti – rivestitosi
l’ultimo cliente – comprava un dolce per la colazione della madre.
‘A67: Voglie parla’


Voglie parla’. Contro la camorra e tutte le mafie.
Un progetto di divulgazione scolastica con il patrocinio di “Regione Campania”, “Libera” e “Amnesty International” e la partecipazione di Amato Lamberti, Nando Dalla Chiesa e Roberto Saviano.
Siamo sempre stati separati. Ottavo quadro: Le donne
di Sarah Kéryna
traduzione di Andrea Raos
– Tu manifestavi per le donne?
– Sempre.
Ah, quando era per le donne, non mancavo mai, eh!
È così importante,
sono così dimenticate, le donne,
sono dimenticate con tutti i loro problemi,
i loro bambini,
il lavoro a casa, il lavoro fuori.
Ah!… sapessi.
E poi ce ne sono che non sono felici.
Ce ne sono tante.
Tante.
– Lo so.
Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #5
di Edoardo Novelli

Quinta parte dello studio di Edoardo Novelli sulla comunicazione del governo Prodi. Qui e qui la prima e la seconda parte di analisi, qui l’intervista a Gianluca Luzi e qui a Giovanni Floris. Questa volta viene intervistato Valerio Saffirio, pubblicitario e a.d. di Orange Comunicazione. gv.
Cos’è Orange Comunicazione?
È una agenzia di comunicazione che ha la fortuna di lavorare per grosse aziende private ed enti pubblici, come Martini & Rossi, Lavazza, Goodyear, Ministero delle Politiche Agricole, Fiera di Rimini, e molte altre aziende che sviluppano il loro business sul mercato mondiale.
Poesia (semplice) d’amore

di
Francesco Forlani
Adesso che paura di morire non mi segue
Come la ruggine sul ferro e pare intenso
Il salvamento dall’inceppo, dall’attracco
Che il core non mi esplode in petto
La saliva in bocca, il turbamento
Perfino il dolore di perderti mi solleva
Montalbano e la Sirena
di Linnio Accorroni
“Ma poi che gambe, che classe, che gambe! Anche se ce l’ha storte, è troppo sexy e bello! Che mi frega a me se non ce l’ha i capelli. Me lo porterei a casa e butterei via le chiavi: soli io ed il mio Montalbano bello.” Così, dietro a me, mugolava tra il deliquio e la trance erotica, una signora senz’altro âgée, con pelliccia rigorosamente da prima ( così faceva anche la sua mamma, del resto): ‘A teatro sempre con la pelliccia’ anche quando, fuori dal teatro, come quella sera, lo scirocco appiccicoso segnalava l’incongruente dolcezza di una primavera in pieno gennaio).
Résistance
Du mythe positif
Tout d’abord il faut penser qu’il y a une confusion entre le mot de « résistance » et l’acte.
D’où la nécessité de l’analyse du poème Victoire de Pasolini ainsi qu’un de ses rares corollaires cinématographiques : L’armée des ombres de Melville (1). Ces œuvres sont à envisager ici comme des archétypes de l’acte et du mot « résistance mythologique ». Ils sont un espace de définition possible qui nous permet de nommer cette nébuleuse que l’on nomme aujourd’hui encore « la résistance ».
Il est nécessaire de savoir qu’en France, le mot « résistance » a subi une réappropriation qui porte à confusion. En effet, quand Deleuze a qualifié comme « acte de résistance » l’acte de création, qui aurait pour fonction, entre autres, de résister à la bêtise, il a défini la résistance comme une mécanique d’opposition. Dans ce sens, l’utilisation de ce mot peut se justifier. Mais il semblerait que le mot et l’agir se sont désubstantialisés dans une utilisation abusive. D’où la nécessité de définir la résistance comme mythe positif, qui n’impliquerait pas le fait de résister en créant ou œuvrant à la pensée, qu’elle soit picturale, philosophique, cinématographique, ou militante – là, on est dans la résistance mécanique. Le propos de ce texte est de « définir » la résistance comme point d’acmé de la dignité.
C’est en ce sens que le poème Victoire de Pasolini, écrit en 1956, ainsi que le film de Melville tourné en 1961 apparaissent aujourd’hui comme un miroir sémiologique.
Ces œuvres sont le « ça a été » de la résistance mythologique, et ils nous montrent ou nous font entendre ce que j’appelle la « mythologie positive », tout en nous démontrant qu’il est extrêmement dangereux d’utiliser le mot « résistance » à tout va.
Autogrill NI-GLOBAL
di Valter Binaghi
Adattato da: V. Binaghi, I 3 giorni all’inferno di Enrico Bonetti, cronista padano, Sironi Editore, in uscita in tutte le librerie.
Satana nel terzo millennio sarebbe traffico di carne umana? Niente male.
Ma anche il mercato del lavoro, non scherza.
Da queste parti si ha una gran paura dei cinesi: certo, non è bello per un italiano competere con uno che guadagna l’equivalente di cento dollari al mese.
Ma si è sempre i cinesi di qualcuno.
Guerra, mercato, donne e guerrieri (2)
Ripropongo questo intervento, che per motivi imponderabili è sparito in un buco nero della rete (error 404), pur apparendo in hompage.(La prima parte è apparsa qui)
Di Emilio Quadrelli
La tua storia nei bordelli per militari continua nonostante la fine della “missione italiana”. Cosa succede?
Intanto la missione finisce ma la presenza militare, anche se ridotta continua e poi a quel punto il giro dei bordelli funziona talmente bene che iniziano a essere frequentati anche da civili. Sono turisti, per lo più europei ma ci sono anche degli americani e molti arabi che arrivano con dei viaggi appositamente organizzati. La possibilità di praticare sesso estremo senza problemi attira un pubblico internazionale. Prima per avere occasioni del genere dovevano spostarsi fino in Asia o in Sud America mentre adesso, per gli europei, è possibile addirittura organizzarsi un week end di sesso senza regole senza troppi sbattimenti.
