
traduzione di Silvia Casertano
Eccolo, lo si scorge appoggiato ad una parete. Jack Ludwig col suo fiato pesante lo tiene bloccato lì, un torrente di Yiddish defluisce dal muso imbronciato. Lui – Saul – osserva con occhi inespressivi. In mano regge un drink. I suoi occhi disposti irregolarmente riflettono sentimenti diversi, esasperazione più che altro. La sua bocca è larga, i capelli prepotentemente invasi dal bianco. E’ il 1953. Ha lasciato la sua prima moglie, e anche Princeton, dove insegnava, forse perché troppo vicina a New York. Lì si è lasciato dietro Humboldt e Delmore Schwartz, anche se non lo sa. E non sa neanche che quell’uomo grande e grosso davanti a lui sta dando vita a Herzog. Ma questo non lo sa nemmeno Jack Ludwig. Siamo a Barrytown, NY, vicino il Bard College, un satellite penosamente piccolo (150 studenti) e legato ben stretto alla cassa del Sarah Lawrence, a due ore a nord di New York nella calda valle – sono gli inizi di settembre– del fiume Hudson. Siamo entrambi nuovi assunti, ma a dare la festa non è il college bensì Chanler Chapman, nipote del grande John Jay Chapman.