di Andrea ‘mubi’ Brighenti
Il confine più importante è quello tra bene e male. Suor Claudia non si stanca di ripetermelo, e anche quando non parla ce l’ha scritto in faccia costantemente. Le suore sono così ottuse, hanno una pazienza che ti fa saltare i nervi. Una pazienza da bue, una lentezza da bue, una pesantezza da bue. Odio le suore. A volte mi verrebbe voglia di tirarmi giù le mutande e dire a suor Claudia: “E questo è bene o è male?”. Ma so già cosa succederebbe: mi darebbe una sberla da farmi schizzare contro la parete. Significa che è male. E il male fa male. Come una sberla.


Ah, quel cartellone pubblicitario alla fermata dell’autobus… ho rischiato di esser vittima di un arresto cerebrale. Invento questo termine medico per chiarire che nel mondo attuale il cervello può essere soggetto a trombosi letali. Ma sì, da un momento all’altro la centrale del pensiero può, come il cuore, rifiutarsi di funzionare. In questi casi il corpo continua a vivere normalmente: sente, beve, inghiotte, digerisce, scoreggia, fa l’amore impeccabilmente, si stanca e dorme. Ma il raziocinio va in tilt. Bloccato. Non si tratta di follia, e nemmeno di un delirio. È peggio. È come se d’improvviso uno spesso sipario ci calasse dentro il cranio, separandoci dalle nostre facoltà critiche. Tremendo. 



