di Christian Raimo
Reagisco proprio a cazzo all’intervento di Zizzi. La sua idea di letteratura propagandata, propagandata esatto non esiste termine migliore, l’istituto luce di se stesso, è la violenza di chi cerca lo scontro da perseguitato, da minore, da non compromesso, da solo contro tutti. E’ un modo di parlare che non dice ma enuncia, come i Megariti secondo Aristotele, non si pone dialetticamente, ma ascrive alle parole una valenza extratemporale, fuori dai mille paradigmi del linguaggio condiviso, si butta in un deserto, per essere vox clamans. Nessuno gliel’ha chiesto.


di Armando Trivellini