immagine di Fulvio Capurso
S’impara qualcosa da tutti. Da tutti quelli che ti parlano. Anche da chi ti fa del male. Anche da chi sta chiuso in casa, rintanato, lontano dagli uomini. S’impara qualcosa anche da chi non conosciamo (per esempio lo struggimento di volerlo conoscere, quell’uomo sconosciuto). Bisogna avere coraggio, per imparare. E anche per insegnare, bisogna avere coraggio. Viviamo un tempo in cui tutti vogliono fare gli allievi, perché fare i maestri significa disfarsi un po’ di se stessi, e quindi imparare a morire. Mi piacerebbe, un giorno, insegnare quello che ho imparato. Anzi, già insegno, a chi ne sa meno di me, le mie acquisizioni. Ho le idee chiare, su questo. Non sono un giovane scrittore. Non li temo, quelli più giovani di me. Non ho paura di invecchiare. Sono già vecchio. Mi assumo la responsabilità di indicare, a chi mi sta intorno, piccole rotte, mappe, gusti. Detesto quelli di quaranta o cinquant’anni che ancora mendicano un maestro.