di Davide Racca
I santi sono rinchiusi
nei loro nomi
con le tuniche nere
sotto cieli bianchi,
nelle discariche,
per non fare vendemmia.
giovedì 20 ottobre 2005
dalla ore 22.30
AMBASCIATA DI MARTE
Via Mannelli 2 – Firenze
http://www.ambasciatadimarte.org
teatro dell’esausto
presenta
Fluorescenze
live della nuova poesia fiorentina
con RAPSODI, Alessandro RAVEGGI,
Marco SIMONELLI, Tommaso LISA,
special guest: Arsene del duo DESPAIRS.
Il testo che segue fa parte di un dossier
TRE ERRORI A PROPOSITO DI MALAPARTE
di
Traduzione di Martina Mazzacurati
________________________________________
riccardo orioles
La Catena di San Libero
17 ottobre 2005 n. 306
________________________________________
Preliminare 1. Sara’ l’Australia il primo paese occidentale a vietare
formalmente gli scioperi dei lavoratori. L’annuncio e’ stato dato dal
primo ministro John Howard e sta suscitando un dibattito alquanto aspro
nel paese. “E’ una riforma”, sostiene la destra. “Ma forse tutto sommato
sarebbe giusto che pure i lavoratori ogni tanto potessero avere anche
qualche diritto” obbietta pensosamente la sinistra. La “riforma” in ogni
caso prevede il licenziamento senza giusta causa per le aziende sotto i
cento dipendenti, la possibilita’ di dichiarare illegali gli scioperi
che il governo considera dannosi, contratti personali e non di
categoria, contrattazione individuale anche su ferie e orario di lavoro.
Quanto al sindacato, gli verra’ semplicemente vietato l’ingresso nelle
aziende dove non e’ gia’ presente ora.
quella che segue è l’ultima parte di un’intervista che
”La culture ne rend pas plus humain’‘
propos recueillis par Dominique Simonnet
L’Express du 28/12/2000
-Une nouvelle morale athée, qui serait éclairée par les infamies du XXe siècle?-
Malraux avait dit: “Le XXIe siècle sera religieux ou ne sera pas.” J’ose le contredire: je crains que, si ce siècle est religieux, il ne sera pas. J’ai l’espoir qu’il y ait des hommes pour penser notre condition humaine, et non plus transcendantale. Que le fanatisme idéologique devienne le péché originel! Nous sommes avant le langage humain, affirme Heidegger, nous n’avons pas encore commencé à apprendre à penser et à parler.
-Où puiser cette nouvelle morale?-
di Franz Krauspenhaar
Lo scrittore Edward Lewis Wallant (1926-1962) prometteva benissimo, nel mondo letterario americano degli anni 50: ma a 36 anni morì improvvisamente, lasciando un paio di romanzi pubblicati (cito L’uomo del banco dei pegni, ridotto per il cinema da Sidney Lumet con uno straordinario Rod Steiger ) e un altro paio usciti postumi, tra i quali si annovera questo Gli inquilini di Moonbloom, appena pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai. Si tratta, nel caso di Wallant, di una importantissima riscoperta, salutata con grande favore dal pubblico e dalla critica statunitense.
di Serena Sostegni
Eccomi. Finalmente ero arrivata. Per trovare la palazzina al civico 170 in via Ponte di Formicola, e relativo citofono al portone marchiato scala E, mi ero fermata almeno dieci volte con stradario alla mano. Quando non bastava, abbassavo il finestrino accostandomi a qualche passante. Poi, dopo, ero costretta a spingere il riscaldamento al massimo. Era un freddo inverno, trovavo soltanto consolazione nella voce della radio. Mi pensavo in una nuova comunità, tra quelli che in macchina vi abitano, che strutturano l’abitacolo con tutti i comfort: acqua, snack, vivavoce al cellulare, radio di sottofondo.
![]()
21-22 ottobre: Auditorium, Poesia ultima
23 ottobre: Fondazione Baruchello, L’esperienza-divenire delle arti
28 ottobre: Auditorium, DOCtorCLIP
13-29 ottobre: letture e incontri in tutta la città

di
monarchi, visti dalla distanza. si va giù
per scalini di scantinato in cemento imperiale. questa è tosta. questa
qui la cripta dei cappuccini. guardàti da vicino è senso morto:
E’ stato da poco pubblicato in Italia, per i tipi di Guanda, Le umiliazioni non finiscono mai traduzione di Mortification: Writers’ Stories of Their Public Shame, raccolta di scritti curata dal poeta scozzese Robin Robertson.
Ve lo dico di cuore: è semplicemente, e tragicamente, esilarante.
Robertson ha chiesto a 70 romanzieri, poeti, scrittori, giornalisti (Welsh, Doyle, Palahniuk, Coe, Atwood, Lethem, etc… tutti autori, ovviamente, di lingua inglese), di raccontare in un paio di pagine a quali
Si legge di tutto: gente che perde i pantaloni durante un reading, o che vomita davanti al pubblico, o che aspetta invano, dietro una pigna del suo ultimo lavoro in un centro commerciale, che qualcuno si faccia firmare almeno una copia. Poi i viaggi assurdi, in giro per promozione, le invidie per i successi altrui. La scrittrice di “genere” all’ottavo romanzo alla quale chiedono quando scriverà “un libro vero”, presentatori televisivi che sbagliano il titolo del romanzo, il tema e il nome dell’autore, poeti che perdono una capsula durante la lettura di una poesia…
di Helena Janeczek
Nell’anno in cui uscì il mio primo e ultimo libro di poesie, uscì anche il suo. Altri tempi: l’ancora per tutti venerabilissima Suhrkamp di Francoforte presentava nello stesso programma quattro poeti esordienti o quasi, più non so quante raccolte di autori già affermati. La cosa buffa è che sia la sottoscritta che un altro poeta mai arrivato a pubblicare la seconda volta con lo stesso editore furono presentati in vesti patinate e costose, mentre finivano nella collana tascabile “edition Suhrkamp” sia
di
traduzione di Andrea Raos
[Una giovane terrorista, accompagnata del poliziotto che ha organizzato la sua fuga dalla Germania, si ritrova a Lisbona per il tempo di un amore, prima di abbandonare per sempre l’Europa. Nel frattempo scrive una storia, di cui questo è l’ultimo capitolo. a.r.]
Sono contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto.
Ci sono molti motivi per esserlo, a cominciare dalla puzza di Opera di Regime che emana (obiezione politica), proseguendo per i costi immensi a fronte dei benefici modesti, per la priorità detenuta da altre opere più urgenti (obiezioni economiche), per la tecnologia incerta, forse arrogante (obiezione tecnica), per la Mafia che già si lecca i baffi (obiezione criminologica?), eccetera.
Infine sono contrario per il vulnus, non solo visivo, che porta al “paesaggio” dello Stretto (obiezione ambientale): quest’ultimo punto è più importante degli altri.
di Giacomo Sartori
Come c’era da temere la contagiosa teoria che la letteratura italiana è morta e sepolta – che noi siamo morti – ha passato le Alpi. Ora è anche in Francia : si è segnalato ieri un primo caso. Probabilmente tra qualche settimana, sarà in Turchia, e poi da lì – portata da anziani ma anche meno anziani critici che trasmigrano tra i vari Istituti Italiani di Cultura – invaderà tutto il sud est asiatico, e da lì tutto il pianeta. E non c’è un vaccino, almeno per ora. Siamo morti, e moriremo ancora di più.
di Andrea Bajani
Quando hai vinto il Dottorato di Ricerca in Storia economica hai fatto festa con i tuoi amici per tutta la notte. Hai bevuto, cantato, ballato e quando alle otto del mattino sei rientrato in casa non ti sei nemmeno sdraiato sul letto. Hai alzato il telefono, hai chiamato tuo padre e gli hai detto Dovresti essere fiero di me. Quando hai vinto il Dottorato di ricerca in Storia economica erano tre anni che provavi a vincerlo. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Bari, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Firenze, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi l’aereo, andavi a Palermo, provavi il concorso e non lo passavi.
a cura di Nazione Indiana
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969), e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della CIA (e in second’ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della CIA, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum.
Nazione Indiana aderisce allo sciopero del 14 ottobre contro i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo
Oggi 14 ottobre cinema, set cinematografici, allestimenti e prove teatrali, musei e gallerie d’arte resteranno chiusi in tutta Italia per protestare contro il taglio del 40% alla cultura previsto dalla finanziaria 2006. I luoghi canonici del “fare cultura”, insieme a quelli più recenti e irregolari principalmente diffusi in rete, hanno deciso di fermarsi per un’intera giornata e, in questo modo, hanno scelto di evidenziare lo stato di mortificazione della cultura in Italia.
Giù per terra
di Paolo Graziano
Una torre è una torre finché sta in piedi, altrimenti è
altezza perduta, polvere e fango, nobiltà che decade.
Ho visto il crollo della prima torre della Domitiana
dietro i vetri dell’auto per ripararmi dalle schegge di
vetro e tristezza proiettate nell’aria come schiaffi senza
autore.
di Haroldo de Campos
traduzione di Daniela Ferioli
Metauro Edizioni
e inizio qui e misuro qui questo inizio e riinizio e qui mi auspico
quando si vive sotto la specie del viaggio ciò che importa non è il viaggio
ma l’inizio del per questo misuro e per questo inizio a scrivere
di Piero Sorrentino
“Sai qual è la prima cosa che fa la polizia quando arriva sul posto per i rilievi dopo un incidente grave?”. Scuoto la testa. L’eco delle sirene dei pompieri che sale dal fondo della strada si mescola con il basso continuo e insistito di uno stereo acceso poco più in là.
Giù alla via, dietro i palazzi alti sullo sfondo, una tetra colonna di fumo si allunga, nera e grigia sul cielo chiaro. L’officina è grande e luminosa, piuttosto pulita e soprattutto incredibilmente silenziosa. La macchina sta su una piccola torre di metallo, una costruzione lucida di grasso e illuminata da numerose fonti di luce che splendono a intermittenza come piccole esplosioni di lampi imbottigliati.
________________________________________
riccardo orioles
La Catena di San Libero
10 ottobre 2005 n. 305
________________________________________
Cancelli. Il cancello fra i ricchi e i poveri si trova in una citta’
dell’Africa, che e’ per ragioni storiche ancora sotto dominio europeo e
si chiama Ceuta. Questo cancello, che e’ alto e forte e sempre
sorvegliato da custodi, e’ il luogo piu’ desiderato dell’Africa: i
poveri, tuttavia, di solito ne girano al largo, cercando di aggirarne le
guardie e di girargli attorno con gl’itinerari piu’ lunghi e strani.