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Appunti su “Endoglosse”

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Di Gherardo Bortolotti

Due aspetti, soprattutto, mi sembrano interessanti di Endoglosse di Marco Giovenale, dando luogo a quella che potremmo definire un’estetica della dichiarazione, che ritengo nuova e, probabilmente, decisiva per una letteratura in grado di offrire strumenti e modelli di esperienza per i nostri giorni.

Endoglosse

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early_learning franko b.jpgDi Marco Giovenale

The notion of some infinitely gentle
Infinitely suffering thing

[ T.S. Eliot ]

I.

Non c’è necessità di premere contro il nervo per vedere cristalli dietro oggetti. (Le esegesi esatte). (Riflette: endogenesi).

I colpi dal piano di sopra. Passa fuori un’acqua e senza dubbio qualcuno bendato per scherzo.

Come non avessimo già abbastanza vuoti di memoria e potere, ora questa pioggia sottilissima

Vacanza

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di Franz Krauspenhaar

fuerteventura.jpg

eri felice nuda ispessita contro finestre al vento ti vedevo mostrare le natiche sciolte nel vento carezzevole/////tanto tempo fa////
/////felice eri felice io ero sabbia /////percossa///// io ero saliva /////sbandata///// io ero lo schiavo che adorava una stupida salsa di statua viva///// eri sazia mi piacevi nuda al sole di Fuerteventura nel vento, la sabbia/////

The Ancient Egyptian

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dessin_de_Desnos4.jpgdi Michel Leiris

(Inedita fino ad oggi in Italia, questa poesia è apparsa per la prima volta nel 1929 nella rivista “Documents” diretta dall’amico George Bataille. Essa ha dato per altro origine alla moda del “gothique-égyptien” tranto sfruttato, in seguito, da alcuni surrealisti. A. I.)

Avez vous vu des pyramides ?
Avez vous vouvoyé des pyramides ?
Avez vous dedans vous des pyramides ?
Avez vous essayé de vanter des pyramides ?
Qu’avez vous foutu des pyramides ?
Seriez-vous une invention des pyramides ?
Combien de pyramides dans une cabine téléphonique ?
Combien de cabanes dans un cabinet de pyramides ?
Mettriez-vous fin à la croissance des pyramides ?

Piccoli torinesi coraggiosi

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Su La suora giovane di Giovanni Arpino

di Helena Janeczek

sironi_05.jpg Vi avviso subito: la prenderò alla larga. Prima di parlarvi di La suora giovane di Arpino , voglio raccontarvi come ci sono arrivata. Perché credo che i ragionamenti che posso fare con voi su questo percorso di ricerca lievemente accidentato si inseriscono perfettamente nel progetto di queste lezioni e quindi possono essere utili o perlomeno interessanti, altrettanto interessanti di quanto proverò a dirvi sul libro scelto.
Quando Dario Voltolini mi ha invitata a partecipare a questo ciclo, io avevo in parte capito male. Avevo capito che si trattava di presentare la lettura di un qualsiasi libro del novecento italiano, dove la particolarità sarebbe derivata dal contesto non accademico e dalla libertà interpretativa che si prendono gli scrittori quando affrontano altri scrittori, anche i più illustri. Pensavo dunque a libri santi e canonici come Il partigiano Johnny o La cognizione del dolore, non perché santi e canonici, ma perché continuano ad essere libri che si incidono in chi li legge, punti di riferimento fondamentali.
Poi Giorgio Vasta mi ha informata che non erano esattamente i titoli ai quali avevano pensato. Preferivano che si scegliesse un’opera del novecento italiana dimenticata.
Dimenticata come?

da “Ring”

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bath after marat franko b.jpg Del Maestro Francesco Forlani

Perché da qualcuno o da qualcosa bisogna pur prendere

Nella camera ardente della resa dei conti
Io ed il banchiere e noi due soli un mondo
Dalle carte separati e cogli sguardi vaganti
Cerchiamo il pieno in mezzo a tanto vuoto

La crisi – e non sono scuse- è solo al suo cominciamento
Bisognerebbe chiudere ogni ponte e fare di energie un impianto
– o un’altra guerra, una rivoluzione – penso
e nemmeno sottovoce perché lui mi guarda

Dialogo di Andrea Raos con Giacomo Sartori (2)

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sul suo Anatomia della battaglia, Milano, Sironi, 2005, p. 242

GS Io volevo parlare di mio padre, della sua epica agonia. La storia è venuta fuori mio malgrado, perché il personaggio che andavo delineando ispirandomi a mio padre non avrebbe potuto esistere senza dare spazio anche alla storia, e nella fattispecie al fascismo e alla seconda guerra mondiale. E anche la catastrofe è venuta fuori mio malgrado, come punto di incontro, come minimo comune denominatore, tra il fallimento del padre e quello del figlio. Ma anche qui non sono partito da schemi preconcetti. E’ anzi il romanzo, il lavoro di scrittura che ho fatto e che ha dato origine a questo romanzo, che mi permette di capire meglio, adesso, il senso della morte di mio padre, la sua valenza di catastrofe non solo individuale ma anche storica. Prima non lo sapevo, non mi sembra di averlo saputo. Avevo forse solo qualche vaga intuizione. Ma nello stesso tempo questo vuoto finale di cui parli è quello che ho da dire, è la mia verità più profonda, questo lo sapevo anche prima. Diciamo che non ero cosciente che esso potesse rappresentare il punto di contatto tra due generazioni apparentemente tanto diverse e distanti, detto in altri termini non ero cosciente dell’importanza della guerra e del fascismo per me e per quelli della mia generazione, nati quando la guerra e il fascismo erano finiti. Un critico recensendo il romanzo mi rimprovera di “saltellare in maniera convulsa da un periodo all’altro”, senza dei piani temporali ben separati. Questo critico non ha capito che dei piani temporali incomunicanti sarebbero stati artificiosi, avrebbero separato due mondi che in realtà non sono separabili né dal punto di vista strettamente storico né tanto meno da quello della psiche, che come è noto non conosce la diacronia.

Poesia di un sabato pomeriggio, e altre

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di Franco Arminio

castelfranci.jpg

POESIA DI UN SABATO POMERIGGIO

ho scherzato con la mia vita
l’ho tenuta piccola
l’ho tenuta tra la madre e il paese
e questa moglie
che mi tiene come un naufrago
che mai finisce di asciugarsi.
l’essere è in onda, ma io sto qui nel camerino
mi trucco scrivendo
veramente non ho avvenire
se dovessi scoprire che era un trucco
perfino la paura di morire.

IS THIS SUSTAINABLE AT ALL?

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di Mattia Paganelli

Canto popolare e altre poesie

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di Tomaz Salamun
tomaz_salamun_421.jpg

Canto Popolare

Ogni poeta autentico è un mostro.
Annienta la voce e la gente.
Il canto crea una tecnica che devasta
la terra per non farci mangiare dai vermi.
Il beone vende il cappotto.
Il furfante vende la madre.
Soltanto il poeta vende l’anima per
separarla dal corpo che ama.

tradotto da Jolka Milic

Stilos diventa una testata indipendente

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(Ricevo da Piero Sorrentino e pubblico. F.K.)

Dal 21 giugno Stilos esce dal quotidiano La Sicilia e diventa una testata indipendente. Cambia veste, pagine e collocazione: un quindicinale (in edicola il martedì) a diffusione nazionale, con 24 pagine al costo di un euro. A sette anni dalla nascita, il magazine nato con La Sicilia compie un salto importante. Stilos uscirà nelle edicole italiane e del Canton Ticino con una rinnovata veste grafica più mossa e vicina a una vera e propria rivista letteraria.

Dialogo di Andrea Raos con Giacomo Sartori (1)

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sul suo Anatomia della battaglia, Milano, Sironi, 2005, p. 242, 14 euro

AR Allora, Giacomo Sartori, avevo letto e apprezzato Tritolo (Il Saggiatore, 1999); adesso ho appena finito Anatomia della battaglia. La fabula del libro è semplice. Ci sono due assi : da un lato, il padre del protagonista si ammala di cancro (a causa di Chernobyl), tiene duro per alcuni anni, poi muore. Questa lunga agonia è seguita passo a passo da uno dei figli, voce narrante, che per l’occasione torna in Italia dall’Africa, dove lavorava e dove si era rifugiato dopo un periodo di militanza (tormentata, opaca) in un gruppo armato; da questo ritorno scatta il secondo asse : ricostruzione di infanzia, adolescenza, giovinezza, (primo abbozzo di) maturità del figlio di un padre autoritario e fascista (in senso storico e mentale) e dei suoi tentativi di liberarsi da questa eredità (militanza politica di estrema sinistra, sconfinamento nella lotta armata, partenze all’estero, tentativi di costruzione di una personalità di scrittore).
Detto così, sembra semplice, nonché un po’ “reducista”, con affrettate equazioni pseudo-socio-psicanalitiche (padre fascista e dunque… e però in quegli anni almeno lottavamo… e la scrittura che ci salva… e via lagnando). In realtà non è così, per fortuna tua e dei tuoi lettori. Si tratta invece di uno dei libri più sobrî, asciutti, scolpiti, impressionanti che ho letto negli ultimi tempi.

(il coltello)

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di Éric Houser

traduzione di Andrea Raos

1.

g. in tondo / l’unica via d’uscita
t. la solitudine / si r. dalla sua stanza
si r. dalla società / si s. come un uomo di frontiere
ogni racconto crea un po’ di effrazione / per il semplice sopravvenire dell’evento
r. nella sua stanza / il cielo di un nero spesso
a. la natura / le sensazioni interne ed esterne
collimate esatte le une con le altre
le palpebre / dolcissime al tocco
per non ferire la pupilla / l’unica via d’uscita

Appunti sulla distinzione uditiva – 2

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di Massimiliano Viel
www.maxviel.it

1 – Musica e rumore.

Eccoci dunque nella situazione di dover identificare l’inizio di un brano musicale all’interno del continuo sonoro. Anche nel caso dell’assenza di “segnali”, come gli applausi e l’orchestra che si accorda, è comunemente un’operazione banale distinguere l’inizio di un brano musicale dai “rumori ambientali” che lo precedono. In effetti, l’identificazione di uno stacco tra il prima e il dopo è parallela a quella che comunemente si dà tra “rumore” (ma altre denominazioni sono tipiche, come “ambiente”, “rumore di fondo” o semplicemente “sfondo”) e “musica” (o “suono”).

Courage

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di Ferdinando Tricarico

Scena prima (reclutamenti)

Martizziamo clanneschi affigli euro for plasmo gamurra slippate matutae sgozze
travuagliotte in coberteras cadaverbo sanculo in sirenas prena pronas minigotte
oliododio seculo arrastrellette bambule para sgommar de sangre corne y sorde
Mary Quant mitragliosa nikita lolita vampita cazzimmosa cafè borghetti chi beve
are sine coso amo sine titte latte chiummo bellomunno arriccastra pel pupomìne

venite ad me zoccolas rimembrate imeni cotti fresca toppa faida lux sbrodolotta
grappe gnappe bande desolè decolté mestruolotti fucilotti alè fotti motti cappottè
stramba cazza velatonga ponga tanga na paranza ganga ganza famelenza adè
malasorte malavita malamorte nunziatine accorte lucielline cuncettine nidiatine
bruscoline cipolline ridoline tritoline raggierelle nanninelle bricconcelle acidelle

pollicina mollichina bijou bignè buffet spieziatina briciola braciola flipperosa cerebra
ramazzuola cenciofila defenestra arrampicante edemoso foco damigiana damigèl
rugosoffri raguglù raffa attocca ein filippa dos tres pulvera strofiga crina ragnatella
gnoraqui gnoralip baciacalli scappelletti brodi maribù bikinodi star d’igloo in the blue
salpare sul vascello dell’innocente macello stupri d’anime carnivore nell’ampolla

Mind-building col televisore

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cerveau.bmpDi Andrea Inglese

A tutti coloro che hanno paura di pensare oltre i confini prestabiliti, propongo un esercizio di mind-building col televisore. Si tratta di deformare sufficientemente alcuni vostri assunti di base, in modo tale che il concetto riguardante il vostro elettrodomestico preferito torni ad essere nitido. Fissate l’apparecchio TV. Sembra cresciuto nel vostro appartamento come un ciuffo d’erba in un terreno umido. Sembra una pietra immemore e morta. Provate a immaginare che quel prodotto di natura è invece un precipitato di rapporti sociali, una pietrificazione di rapporti di forza a favore di qualcuno e a sfavore di qualcun’altro.

Commenti

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Come avrete notato è di nuovo impossibile accedere ai commenti del sito. Stiamo però lavorando per arrivare a una soluzione in tempi brevi. Ci scusiamo ancora una volta per l’inconveniente. Grazie per l’attenzione.

Referendum: due esortazioni e una considerazione (importante)

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di Tommaso Giartosio

1. La prima esortazione la accenno appena, perché circola già largamente in rete: andare a votare domenica mattina, il più presto possibile. L’affluenza elevata registrata dai media di solito esorta anche i dubbiosi e i demotivati a recarsi ai seggi.

2. Provate a pensare a qualcuno che probabilmente non andrebbe a votare. Sarà magari qualcuno al di fuori delle vostre conoscenze immediate, un parente, un amico distante, un collega. Tre nomi, due, uno soltanto. Alzate la cornetta, chiamateli e provate a convincerli di persona. Prendetevi questo piccolo impegno.

L’aspirapolvere

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di Sergio Nelli

Un’impronta esplicita di N. I. era fin dall’inizio uno spirito radicale di innovazione e di sfida rispetto alla normalità e la ritualità spesso depotenzianti delle riviste letterarie e di varia umanità. La reazione immediata alla ricerca di un cambio di livello e di slancio ha indotto, piuttosto che a interrogarsi e a immaginare, a curvare le spalle sulla propria identità, ad additare le forze buone che ci sono e a occupare uno spazio. Ne prendo atto anch’io con quel ritardo che mi è fisiologico.

Equilirismi

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NoProject Milano e METAS presentano

EQUILIRISMI
POESIA E MUSICA PER VOCI MULTIPLE

3 serate di poesia contemporanea, musica elettronica e jazz

Al Barrio’s Café in Via Boffalora (angolo Via Barona – Milano)

Giovedì 16 giugno – ore 21.30

Letture di TIZIANO SCARPA, FRANCESCA GENTI e FLORINDA FUSCO

Quintetto jazz-elettronica:
MAURIZIO ALIFFI – chitarra elettrica
LORENZO ERRA – tastiere
FRANCO DAURIA – percussioni

GIOVANNI COSPITO e STEFANO DELLE MONACHE – computer music

Poesia da fare

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È on line Poesia da fare, rivista mensile in pdf
www.cepollaro.it/poesiaitaliana/E-book.htm

Numero Uno, giugno, 2005

Dall’Editoriale di Biagio Cepollaro

L’attenzione richiede una drastica riduzione di ciò che si osserva. C’è, è vero, l’attenzione rilassata, o il rilassamento vigile, ma nell’accezione che qui si vuol usare, attenzione è fare davvero caso a ciò che si sta facendo, oppure se non si sta facendo nulla, davvero non fare nulla.
L’attenzione rivolta ad un testo poetico non necessariamente coincide con lo studio di esso: alla fine si sarà attenti al metodo, alla tradizione critica, alle strutture linguistiche, alla ricezione documentata –tutte cose utili e buone-, ma si rischierà di distrarsi dal testo.