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La via lattea 2

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di Franco Arminio

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Se la vivi
è mezza eternità la vita.

post-it

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di Michele Zaffarano

(in memoriam of monday, 26th july 2004, 7am)

il congiuntivo aiuta lo spontaneo formarsi di immagini

tutto questo tende a imporre un certo stile alla scrittura, si vuole imparare da soli, osservare
con gli altri; come si può proseguire nell’apprendimento, quali mezzi e materiali si dovrebbero
usare per imparare, l’obiettivo è la conquista di punti contro quelli che pare abbiano altre
prospettive
/penso comunque che non abbia senso se non si interpreta alla luce dei processi

Ciao, come stai?

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di Matteo Serpente

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La città si era risvegliata con il sole e con un sorriso bonario inciso tra le pieghe del cielo e le insegne degli esercizi commerciali. Mentre il profumo del pane fresco proveniente dal forno antistante si spargeva tra i capelli dei passanti, Dario De Sio si avviò verso l’ingresso della metropolitana accompagnando l’ancheggiare del busto con piccole torsioni delle spalle.

Balada in cü in aria

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di Edoardo Zuccato

A vöri dìtal inscì, spatasciâ,
parché l’é ‘na lengua da gent menga fen
ma che mi ta vöri ben
sa pó dì dumâ “mi ta vöri ben”.

A vöri dìtal inscì, spatasciâ,
parché vuraria dìtal in tütt i lengui,
anca quej ca semm no
parché mi ta na vöri püssê da quel ca só.

Vertigine, il n°5

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988820844g.jpgÈ uscito il quinto numero di Vertigine, il periodico di scrittura e critica letteraria curato da Rossano Astremo

Estratto dell’Editoriale:
Vertigine è un cantiere creativo in continuo divenire, uno strumento non contundente che fa dell’indipendenza la sua ragion d’essere, un’arma nelle mani di grafomani in preda a isterici e dissociati raptus di scrittura. Il precedente numero, interamente dedicato alle forme nuove della narrativa italiana, ha ottenuto consensi da parte dei nostri affezionati lettori e dissensi da parte del pubblico più esigente, di quelli che tutto distruggono aprioristicamente, degli intellettuali con la pappagorgia ben in vista, di operatori del mondo editoriale che esaltano visceralmente ogni minimo prodotto marchiato con il loro logo, i quali, senza molti peli sulla lingua, hanno etichettato la nostra piccola rivista come prodotto merdoso da dare in pasto a mosche portatrici di malaria incurabile.

Essere di sinistra nel 2005

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di Aldo Nove

Essere di sinistra nel 2005 vuol dire non dimenticare
che le parole sono armi e chi ha le armi ha i soldi per produrle
ad esempio la parola “flessibilità” arriva dal fuoco nemico distrugge
la verità della “precarietà” in cui viviamo per legge viziata di mercato.

Gradi di scrittura

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di Elio Paoloni

hemingw.jpgSono uno scrittore di secondo grado. Intendo dire che la scrittura, per me, sta in secondo piano. “Mi occupo d’altro, io” scriveva Hemingway in Verdi colline d’Africa. “Le assicuro che faccio una gran bella vita” diceva all’interlocutore, e alla domanda scettica “Cacciando kudù?” rispondeva “Certo, cacciando kudù e facendo un sacco di altre cose”.

Gli scrittori di primo grado sono reclusi che sacrificano tutto alla loro opera: D’Arrigo, Proust, Eduardo (che verso la fine confessò – più o meno: “Mi ha accompagnato il gelo. Tanto gelo”) ma anche, non trattandosi qui di eccellenza della scrittura, autori minori che, senza ottenere risultati grandiosi, hanno deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, di consumarsi in questa monomania. Io non intendo consumarmi. Non intendo consumare neanche l’interno dei pantaloni (nel suo diario di viaggio in Russia Antonio Moresco racconta serafico di essersi ritrovato – poco prima della partenza -a pinzare con la cucitrice il cavallo dei suoi unici calzoni pesanti).

Londra e vedersi dal di fuori

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di Mario Bianco

viso3.jpgMe ne andai a Londra quasi di brutto, scappai di corsa, vent’anni fa, perché non ne potevo più di famiglia, di esigenze paterne, di protezioni e sgonfiamenti materni, di cretinerie sororali e della mia facoltà. Non ne potevo più anche di me stesso, a pensarci bene, perché dentro mi si aggiravano delle cose oscure che allora non potevo né vedere né definire, preferivo ignorare, ma le ombre viscerali pungevano e chiedevano voce, volevano essere partorite ed urlare alla luce del giorno.
Scappai a Londra con Elio, che appena iniziava l’estate non vedeva l’ora di prendersi quel treno e poi quel traghetto e finire là: London. E non soltanto perché a Londra aveva due o tre appoggi femminili ma anche perché lavorare in un grande albergo gli piaceva: faceva abbastanza soldi, durante l’estate, e pure questo gli gustava.

Reasons for Monument – Public Art

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di Mattia Paganelli

[Il testo che segue è stato scritto dall’artista Mattia Paganelli per presentare ad un curatore un suo progetto : costruire una piramide con degli spalti da stadio e piazzarla in un luogo pubblico di una città da determinarsi. Trovo di grande interesse sia il progetto in sé, sia il tono dialogico di questa «arte còlta nel suo farsi».
Il testo originale è in inglese, il curatore a cui è indirizzato è spagnolo. a.r.]

L’origine del mondo

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di Valentina Maran

Coubert.jpg “Se la guardi da qui può sembrare vagamente un sesso maschile. Vedi?”

Mi tiene la testa tra le gambe.

“…queste che si sono divise in due, una volta potevano contenere i testicoli…”

DOGVILLE
Ovvero un trattato di Teologia Politica per capire il nostro Tempo

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di Marco Alderano Rovelli

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Ho rivisto Dogville, di Lars Von Trier. E non posso non cantare le lodi di questo grandioso film teologico e politico. Che ognuno dovrebbe vedere per comprendere la storia del nostro Tempo, e la Storia tout court.
Avevo amato the Idiots, odiato Dancer in the dark. Dogville è magnifico. Esso dice l’etica. Dogville è la città del sottouomo – là dove la vittima è immediatamente carnefice. La ‘zona grigia’. E’ lo spazio cavo dell’etica, ridotta all’osso: la scheletrica e immaginaria scenografia teatrale non fa che presentare l’etica come un gioco di società. In questo gioco, la grazia appare come l’impossibile – e quest’impossibilità non può che materializzarsi come angelo sterminatore, in fine. Nicole Kidman è il tremendo – è il volto di Dio, dalla prima all’ultima inquadratura. E poi, Dogville ha un merito ulteriore: dice l’etica oggi. Dice l’America come spazio scenico dell’etica. Dice la catastrofe del nostro tempo, insomma.

RE: (la rivista)

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988815271p.jpgE’ uscito il semestrale cartaceo di “Re:”, dal titolo
Oltre lo zero (dedicato a Ronald Sukenick).

[…] e allora sotto! Penetrando pornograficamente nei laboratori scrittorî dei classici della iper-contemporaneità italiana, da cui partire per poi risalire alle fonti, o meglio rivivere nella contemporaneità il passato, ma partendo dall’ora, da questi nostri prochaines, senza drammi edipici, ansie d’influenze […] Alessandro Raveggi (dall’e-pistolario-introduzione)

Dalla fede si può guarire

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988815245g.jpgDi Andrea Inglese

Atei, abbiamo un millennio di tempo. Molto è già stato fatto, ma non abbastanza. Dobbiamo pensare ad un rilancio in grande stile dell’ateismo per gli anni a venire, sostenuto da un progetto politico di lunga durata. Ognuno dovrà lavorare dapprima in modo settoriale, dirigendo i propri sforzi terapeutici contro la malattia culturalmente più prossima. Per noi, atei italiani, essa si configura come monoteismo cristiano. L’obiettivo tattico di media durata sarà ovviamente l’abolizione del papato (“morto un papa non se ne fa più un altro”).

Les amours perdus (un intervento politico)

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di Giovanni Maderna

Io credo che l’occasione di far entrare i Radicali nel Centrosinistra sia stata una grande occasione persa.

Quel che è successo è che, dopo protratta trattativa, è stato alla lista “Radicali/Luca Coscioni” proposto, per quanto riguarda le prossime elezioni, di presentarsi insieme alla coalizione solo in alcune Regioni italiane (dove, guarda caso, sulla base dei sondaggi, il loro apporto sembra più decisivo).

Dio doveva essere fiorentino (2 di 2)

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di Gianni Biondillo
olivifiren1.jpg 4.
Con questa massa di affamati molto spesso Firenze è ingannevole. Si mostra bellissima e non dichiara lo sterminato numero di lifting che da oltre un secolo a questa parte continua a fare proprio per apparire così bella e “sospesa nel tempo”. Nella stragrande maggioranza il popolo turista è come un bambino fiducioso ignaro dell’inganno.

Dio doveva essere fiorentino (1 di 2)

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di Gianni Biondillo
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Questo scritto è dedicato alla cara memoria di Walter Sabino – morto troppo giovane, 34 anni, di un male terribile – perché il mondo si accorgesse di lui. Era giornalista, musicista, intellettuale, soprattutto era un entusiasta della vita. Era un mio caro amico e, per una volta, mi fu anche “direttore”, commissionandomi proprio queste pagine.
Che la terra ti sia lieve, Walter.

Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia (100 – Fine!)

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di Dario Voltolini

scimmietta.jpg Bene, eccoci al termine della scimmiata. Ringrazio tutti quelli che mi hanno sopportato, quelli che non mi hanno sopportato e quelli che hanno apprezzato le scimmie. Dedico alla Fuschini quest’ultima puntata, che la vede in presenza di una scimmia vera – non come l’Angelini – qui a sinistra. La scena catanese con cui le scimmie finiscono è idealmente indirizzata al mio amico Liotro. Saluti a tutti voi, amici de’ me’ coglioni. D.V.

Le illusioni costano meno della verità #3

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di Franco Del Moro

Io ho incrinato diversi rapporti d’amicizia semplicemente facendo notare a persone che ostentavano aspirazioni libertarie, amore per la pace, per la spiritualità, per l’ecologia, per le alternative… che prima di dirsi seriamente incamminate lungo questi nobili sentieri dovevano rinunciare al campionato di calcio, alle vacanze di massa, al lavoro salariato, all’uso quotidiano dell’automobile, alla vita inurbata, alla settimana bianca, alla festa in discoteca, agli investimenti finanziari… e a un’altra mezza dozzina di “copioni sociali” che sono, a mio avviso, parte più della malattia che della cura.

Le scimmie… (99)

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di Dario Voltolini

L’ORA DELLA MORTE

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di Herbert Achternbusch

achternbusch.jpg(Qui di seguito le prime pagine del romanzo, tradotto da Werner Waas.)

L’ora della morte” è il resoconto di un sopravissuto. Ho scritto questo libro e ora mi sento piuttosto bene. Dopo la lettura neanche Lei si sentirà diversamente. Io non volevo scrivere questo libro ma poi mi è venuta una polmonite e tutto quello che mi stavo trascinando dietro ha avuto il sopravvento e ho rischiato di soccombere. Ho approfittato di questo stato di debolezza per interpretare la mia vita in modo nuovo e più coerente di quanto abbia fatto finora. Non ho inventato niente, e tutto corrisponde ai miei pensieri. Semplicemente non mi sono curato della linea di confine fra la mia vita e la vita in generale.

La via lattea

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di Franco Arminio

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Stanotte è la notte
più silenziosa dell’anno.
La via lattea
trascina le mie costole
come un fiume in piena.