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Cara Condoleezza

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di Hamid Mir

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Intervista di Hamid Mir con il Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice condotta ad Islamabad, Pakistan.

SECRETARY RICE: …..E’ una buona cosa anche il fatto che il Presidente Musharraf stia andando a qualche incontro di cricket che stanno vedendo in campo le squadre delle due nazioni. L’altra sera ha provato a spiegarmi il gioco del cricket ed io ho promesso di provare a capirlo…

L’insurrezione al Teatro i

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lunedì 21 MARZO 2005, Ore 21
Teatro i, via Gaudenzio Ferrari 11 – 20123 Milano

Quarto appuntamento di Nazione Indiana al Teatro i
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di Antonio Moresco

Lettura scenica della sceneggiatura inedita per un film sul Risorgimento di Antonio Moresco.

Voce dell’autore.
Musica di Giuseppe Verdi.

Il Papa UHT

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di Piero Sorrentino

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Il latte UHT a lunga conservazione subisce un trattamento termico di sterilizzazione ad alte temperature (Ultra High Temperature). Questo procedimento consiste nel riscaldare il latte a 140 °C per un tempo non superiore ai 2-3 secondi per raffreddarlo subito dopo. Il latte così ottenuto è conservabile in dispensa per 90 giorni, ma una volta aperta la confezione dovrà essere tenuto in frigorifero e consumato entro pochi giorni (non più di tre o quattro).

L’infibulatore # 3

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di Carla Benedetti

– Però, ti rendi conto? La semiotica che si sposa con il complottismo. Con l’esoterismo! Con la visione postmoderna della storia. Con la New Age. Chi l’avrebbe detto! Un cerchio si chiude.

– Ho curiosato in rete, per vedere le reazioni ai thriller di Dan Brown. Recensioni ecc.

– Cos’hai trovato?

– Lo sapevi che il Codice da Vinci ebbe un importante lancio mediatico sul “New York Times“?

– No.

– Il 17marzo 2003, un giorno prima dell’uscita del libro, sulla prima pagina della sezione “arts”, Janet Maslin scriveva: “La parola con cui lo raccomando è un palindromo: wow!”. Una recensione tutta all’insegna dell’excitement…

– Davvero? Allora anche lì c’era un book-jay! … E di recensioni negative ne hai trovate?

L’infibulatore #2

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di Carla Benedetti

Angelie de.jpg– Ma ti rendi conto? L’eroe più popolare dell’impero è un professore di semiotica esperto in simbologia!

– Ancora ci pensi?

– E tu, ti rendi conto o no? La semiotica! Disciplina che studia i segni e la loro interpretazione… Chi se la ricordava più!

– Già. Trent’anni fa egemonizzava il sapere e l’accademia. Si presentava come una “teoria generale della cultura”. Ambiva a dire la sua su tutto, su ogni aspetto della comunicazione: di massa, letteraria, artistica… persino animale. C’era infatti anche la zoosemiotica. Poi è tramontata, superata da altre teorie… Sarà per questo che professori di semiotica come Umberto Eco sono diventati autori di fiction.

Dan Brown ha fatto di più. Ha messo il professore di semiotica nella fiction..

Le massaie tornano in piazza

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Le Massaie Improvvide Veronesi tornano in piazza per le Grandi Pulizie di Primavera, in occasione della Seconda Fiera Nazionale della Massaia Improvvida, domenica 20 Marzo a Verona (angolo via Roma – Piazza Bra) a partire dalle ore 15.00.

Intervista a due cassintegrati

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di Aldo Nove

mani.jpgArmando ha cinquantadue anni. E’ in cassa integrazione dal 2003. Sposato, con un figlio che fa il terzo anno delle scuole superiori. E’ entrato in Italtel nel 1969. Lui è la sua famiglia vivono con mille euro al mese.
Angelo ha quarantasei anni. E’ in cassa integrazione dal 2003. E’ single. Vive con 820 euro al mese. E’ entrato in Italtel nel 1974.
Questa è la storia di due ex operai di una ditta prestigiosa che nel corso degli ultimi decenni ha attraversato intemperie che sono anche riflesso di una storia (di tante storie) che hanno portato l’Italia a dove si trova oggi.

Il chiodo fisso

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di Sergio Garufi

Coubert.jpgDiciamolo sùbito a scanso di equivoci: in arte non si stilano classifiche, e i superlativi vanno sempre adoperati con estrema parsimonia. E’ una questione di bon ton culturale, prima ancora che di logica. E poi, in genere, la passione smodata per le graduatorie, le formule consolatorie (il genio è 90% traspirazione e 10% ispirazione), le simmetrie dei chiasmi e i rigidi aut aut da tertium non datur è tipica degli incolti.

L’infibulatore #1

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di Carla Benedetti

DanBrown 1.jpg– E’ uno degli eroi più popolari dell’impero. Indovina di chi parlo!

– Beh, dammi qualche elemento! E’ un investigatore?

– Naturalmente… Però non lo fa di professione. Non è un poliziotto. Il suo è un mestiere un po’ più…

– Un hacker?

– No.

– Un operatore umanitario? Un missionario…

– No

– Un giornalista? Uno che indaga sul mercato delle armi…

– Nemmeno… Fa il professore a Harvard.

A proposito di un vecchio romanzo giallo

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di Franz Krauspenhaar

duerrenmatt.jpgCi sono libri che non si possono non leggere, a mio parere. Per carità: esistono libri capitali, come Il Capitale, guarda caso, che andrebbero letti senz’altro. Io non l’ho fatto e forse ho fatto male, magari sarei diventato comunista. Ho fatto comunque sicuramente benissimo a leggere per la prima volta parecchi anni fa “La promessa” di Friedrich Duerrenmatt. Definito da più parti un “antiromanzo giallo”. Definito dall’autore stesso, nel sottotitolo, “Requiem per un romanzo giallo”. Nel quale romanzo-requiem del grande svizzero (autore definito dal critico tedesco Reich-Ranicki “la nostra coscienza, una coscienza che non ci lascia mai in pace”) le consuete regole del genere vengono distorte senza però stravolgere o soppiantare lo stesso genere, che in effetti ha continuato a prosperare fino ad oggi con –artisticamente parlando – alterne fortune.

Occhi sulla graticola in tascabile: COPIE DIFETTOSE

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Cari amici, perdonate se faccio un annuncio che riguarda la mia attività (per “stile di comportamento” condiviso, qui su Nazione Indiana evitiamo sempre di farlo).
E’ uscita oggi in libreria l’edizione economica di Occhi sulla graticola (tascabili Einaudi, pp. 113, euro 8,50). Purtroppo questa edizione presenta un errore di stampa: la pagina 102 viene riprodotta tale e quale a pagina 109. Quella che avrebbe dovuto essere pagina 109 (l’inizio del capitolo 28) è scomparsa. Si tratta fra l’altro di una pagina chiave per comprendere la storia. Le copie attualmente in commercio sono da considerarsi quindi non corrispondenti al testo che ho scritto.
L’ho scoperto stamattina acquistandone una copia in libreria.
Scusate se ho approfittato di questo luogo per dare la notizia, ma mi sembrava giusto avvertire gli eventuali acquirenti e lettori.

Tiziano Scarpa

Il nuovo Stilos in edicola da aprile

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stilos.gifRicevo dai collaboratori di Stilos e pubblico volentieri. (T.S.)

Dopo una difficile trattativa e un periodo di basso profilo, nel quale Stilos è stato ridotto a poca cosa quanto al suo aspetto, non certo al suo contenuto, l’inserto ha ottenuto dal suo editore, Mario Ciancio Sanfilippo, una svolta: Stilos esce dal quotidiano “La Sicilia” per diventare una testata del tutto indipendente dal giornale. Diventa un quindicinale bicolore di 24 pagine e avrà una diffusione nazionale, cambiando formato e colore. Avrà un prezzo di copertina ancora da determinare, comunque basso (un euro o un euro e cinquanta cent) e sarà presente nelle principali edicole di tutti i capoluoghi di regione e dei più grandi capoluoghi di provincia. E’ una scommessa importante e difficile che Stilos spera di vincere. Se la fase di preparazione non dovesse trovare ostacoli, il nuovo Stilos sarà in edicola il 2 aprile. Ciò che significa che il giornale – che sarà inizialmente quindicinale – uscirà il sabato. Fino a quella data, Stilos continuerà a uscire con “La Sicilia” per non creare vuoti.

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di Roberto Saviano

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Battezzo il locale come lo battezzarono i nostri tre vecchi antenati. Se loro lo battezzarono con ferri e catene, io lo battezzo con ferri e catene. Alzo gli occhi al cielo e vedo una stella volare è battezzato il locale. Cade una stella, scende una belata: con parole d’omertà è formata società.” Queste le parole di Raffaele Cutolo svelate da Giuseppe Marrazzo nel suo libro “Il camorrista”, sono pronunciate per battezzare il luogo dove avverrà l’entrata nella Nuova Camorra Organizzata.

Duo da camera (5)

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di Andrea Inglese

Anche la mia guerra è finita, schiacciato
a terra, l’odio stillato fino alla punta
delle dita, risalito ogni volta nel sangue
come un conato (sarà comunque nostro,
indiviso, il male che espelliamo invano,
che spingiamo l’uno contro l’altro).
Ma se mi fermo in mezzo, nella striscia
di nessuno, cercando cieco un pezzo
anonimo, né mio né tuo, in questo buio
d’assedio, tutto di noi si confonde
nuovamente: le armi, le corazze,
le più intime ferite.

La compassione del vero scrittore

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di Sandro Veronesi

sandro onofri images.jpg «Ma serve ricordare?». Si chiude così, con questa domanda terribile, Cose che succedono , il volume postumo di Sandro Onofri che raccoglie il meglio della sua attività di reporter, svolta tra il 1992 e il 1999, anno della sua scomparsa. E Sandro Onofri era uno dei pochi scrittori che potesse permettersi di farsela, questa domanda terribile, senza che suonasse anche solo vagamente retorica o demagogica. Credo di poter dire questo perché ho conosciuto Sandro fin da prima che entrambi diventassimo scrittori, quando già in lui pulsava un’integrità veramente rara e radicale, quel che si dice «essere a posto» rispetto a qualsiasi cosa ti possa riservare il destino. Fin da allora, alimentati com’eravamo tutti e due dal sogno di scrivere, e senza che nessun editore ci avesse ancora pubblicato una riga, la sua statura morale mi stordiva, mescolata com’era col talento, la pazienza e l’umiltà.

La via lattea 3

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di Franco Arminio

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Ora la letteratura è morta

perché la prudenza

le ha limato le unghie.

Eccola, è come vedere un insetto

che salta mille volte dentro un fiore

senza mai uscirne fuori.

IL POETA E LA FOGNA

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Di Jacques Vallet

traduzione di Martina Mazzacurati

«Voi mi chiedete, idioti:
– Perché non torni in Grecia?
E già, sono greco, per forza,
Ma il mio paese mi deprime.
Non voglio mettere mai più piede ad Atene.
E dico a mia moglie:
– Quando creperò qui, a Parigi,
Crema il mio cadavere,
E getta le ceneri nelle fogne.
Questo è il mio testamento».

BILANCIO PREVENTIVO

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di Gianni Biondillo
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18-1-1995

E sarò vecchio canuto poeta,
benedirò la mia modestia
da statale in pensione
ma dotto, oh si!, dotto
esemplare, guardato ad esempio
da giovani in versi:
con che sguardi brividi
mi parleranno ossequiosi
temendo la sconfitta placida,
che di me temo ora,
come spettro remoto.

Elogio dell’ateismo

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di Sergio Nelli
rondini.JPGSi parte sempre dagli effetti, non è un caso, nel discutere la questione dell’ateismo. Partire dagli effetti è rientrare nel dominio della psicologia che l’ateismo cerca di lasciarsi definitivamente alle spalle, di frantumare.

Se la religiosità umana in tutte le sue forme è originata da un bisogno psicologico, da una serie di bisogni psicologici, come sosteneva ad esempio Freud nell’Avvenire di un’illusione, con un radicalismo che richiama lo spirito dell’ala atea e materialistica dell’Illuminismo e il Nietzsche cosiddetto “illuminista”, il ruminare sulle conseguenze, sugli effetti, è un ripiombare in pieno nella palude dalla quale si vuole uscire.

Labilità

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Intervista a Domenico Starnone di Linnio Accorroni

starnonelab.jpgIn una pagina del suo diario, Flaubert , ad indicare la forza seduttiva della bêtise, racconta questo episodio: di notte, in un battello,è irresistibilmente ammaliato dalla conversazione futile e sciocca di due cacciatori: quelle chiacchiere, invece di respingerlo, lo attraggono, tanto da affiancarsi a loro, “in virtù di quell’istinto depravato che ci fa talvolta mettere il naso sotto le coperte per sentire l’odore di un peto”.
Qualcosa di simile è avvenuto in occasione dell’uscita di Labilità, l’ultimo libro di Domenico Starnone: mossi dallo stesso ‘istinto depravato’ di cui parla Flaubert, molti hanno ‘voluttosamente aspirato’ l’odore massmediatico, di chiara derivazione gossipara, scaturito dalla presunta sovrapposizione identitaria tra Elena Ferrante e Domenico Starnone; il subitaneo compattarsi di ranghi, soi- disant, intellettuali in questa pseudo querelle, con toni queruli e voyeuristici da talkshow televisivo di metà pomeriggio, appare illuminante, puntuale paradigma di quella ‘inerzia della critica’ di cui si è discusso in questi giorni, anche su Nazione indiana.

Tema dell’addio

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di Milo De Angelis

Milano era asfalto, asfalto liquefatto. Nel deserto
di un giardino avvenne la carezza, la penombra
addolcita che invase le foglie, ora senza giudizio,
spazio assoluto di una lacrima. Un istante
in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi,
si fece luminoso, si posò respirando sul petto,
sulla grande presenza sconosciuta. Morire fu quello
sbriciolarsi delle linee, noi lì e il gesto ovunque,
noi dispersi nelle supreme tensioni dell’estate,
noi tra le ossa e l’essenza della terra.