di Marco Alderano Rovelli
Armando Punzo è ben noto per la sua attività registica con la Compagnia della Fortezza, compagnia teatrale di attori detenuti nel carcere di Volterra. Nei giorni scorsi c’è stata la prima nazionale del suo spettacolo ‘Il vuoto, ovvero quel che resta di Bertolt Brecht’, il primo che Punzo ha messo ideato e messo in scena al di fuori della (Compagnia della) Fortezza. Ecco come l’ho visto, e vissuto.
L’introibo è un’innodia weilliana, in un paesaggio arrossato di forme sbilenche degne del dottor Caligari. I fantasmi di Grosz e Dix campeggiano da squarci di un fondo che è tutto superficie, e al centro della scena un’ultima cena che gareggia in blasfemia con Viridiana: vescovi, spose, canti, balli e sodomie. Un imbonitore con la testa in gabbia come un pettirosso declama Nietzsche e ride come Butthead, mentre due gemelli siamesi in frac con protesi ferrigne sulla bocca accolgono il pubblico non più pubblico.



Jean-Claude Kaufmann, insigne sociologo. Lo intervisto a proposito del suo libro “Quando comincia l’amore”. Un libro che parla di quando ci si sveglia al mattino accanto a una sconosciuta. O a uno sconosciuto. Insomma, a scelta dell’ interessato. O dell’interessata. Insomma, a scelta e basta.
Sara lavora nel mondo del web. La sua storia è quella di tanti giovani che hanno vissuto le illusioni di un un “nuovo” che non ha significato nuovo lavoro ma nuove illusioni, vecchie prefigurazioni di un futuro che non è mai arrivato. Ecco, dalla sua voce, come è andata la sua vita. Per sua volontà, i nomi (il suo, quello delle città dove ha lavorato) sono stati cambiati. Perché, dice, “se mi riconoscono, non mi prende più nessuno, a lavorare”.
Anche a seguito del recente intervento di Antonio Moresco, segnalo un libro sul tema “letteratura popolare e altro”, aperto dopo la pubblicazione sull’Espresso dell’articolo di Carla Benedetti (
Nel dibattito in corso su editoria, “letteratura popolare”, best seller ecc. (che ha preso le mosse dall’articolo di Carla Benedetti sull’Espresso) emergono continuamente -oltre alle immancabili semplificazioni e caricaturalizzazioni infamanti- anche alcuni luoghi comuni e assiomi dati per scontati e anzi usati come capisaldi da cui far partire le critiche e sferrare gli attacchi.
Abbiamo fatto alcune domane sul dibattito in corso sulla “letteratura popolare” a Valerio Evangelisti, riconosciuto all’unanimità come il re della letteratura di fantascienza italiana. Il suo ultimo libro, pubblicato nella collana “Strade blu” di Mondadori, si intitola “
