di Piero Vereni

Questo pezzo è un mio tentativo di contribuire alla preparazione dell’incontro GIORNALISMO E VERITÀ (vedi qui). È volutamente polemico e poco condiscendente nei confronti dei produttori di notizie. Spero che serva ad alimentare il dibattito e a ridurre, per quanto possibile, la tendenza a reificare l’opposizione tra buoni e cattivi oppure tra verità e menzogna. Pur non essendo marxista, ho cercato di apprendere la lezione di Marx, prestando la dovuta attenzione alle “condizioni materiali di produzione”. Con questo cerco inoltre di riaprire la discussione sulla “pubblicazione online” che Nazione Indiana ha alimentato qualche tempo fa. Per agevolare la lettura, ho diviso il mio intervento in tre parti, pubblicate separatamente. Nella prima racconto come si doveva fare (e si faceva) un libro d’inchiesta venticinque anni fa. Nella seconda come si potrebbe fare (e in alcuni casi si fa) oggi. Nella terza provo a sintetizzare in forma “teorica” le mie argomentazioni, proposte nelle prime due parti in forma narrativa.



“Le prove scientifiche del miracolo”, ha scritto qualche tempo fa Missori sul “Corriere della sera” riferendosi alle perizie condotte dai religiosi sulle lacrimazioni di sangue della Madonnina di Civitavecchia. “L’insieme del Dossier è impressionante. Gente di responsabilità, persone autorevolissime nei rispettivi campi e, dunque, abituati a misurare le parole, non esitano a esporsi e ad arrendersi alla realtà. Tutto, dicono unanimi, fa pensare che in quell’angolo di terra alle porte di Roma si sia verificato un evento che non ha spiegazione umana e che rinvia al mistero del Soprannaturale”.
Mercoledì il Corriere della Sera ha dedicato grande spazio al dibattito in corso sulla “letteratura popolare” su cui avevo scritto anche io qui su Liberazione qualche giorno prima. Con un articolo di Cristina Taglietti, che lo ripercorreva partendo dall’acceso confronto tra la critica Carla Benedetti e la giornalista di Repubblica Loredana Lipperini; l’articolo iniziava con una capziosa domanda: “E se dopo anni di orgogliosa elite la cultura di sinistra fosse diventata troppo popolare?”


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Amo le femmine folli. Le accattivate vittime di fasi lunari e maree zuppe di ormoni. Le mestruate teste matte che non si risparmiano mai.