di Sergio Baratto
“È il metallo che sogna!”
(Valerio Evangelisti, Metallo urlante)
2002. Gaak
Nella primavera del 2002, il Magna Science Adventure Park, una struttura ludico-scientifica dello Yorkshire inglese, aveva avviato su un gruppo di robot un esperimento per verificare la possibilità di uno “sviluppo co-evolutivo della macchina vivente”. L’esperimento in questione si chiamava “La sopravvivenza del più forte”.
Un giorno – era giugno – Noel Sharkey, un docente di robotica dell’Università di Sheffield che partecipava all’esperimento, parcheggiò temporaneamente la propria creatura in un recinto e andò a farsi un giro in una pausa tra un test e l’altro. In tutto, quindici minuti.


Per aggiungere elementi alla discussione fra Loredana Lipperini e Carla Benedetti (vedi 
Nella sala si entrava scendendo per scale strette, e poi schivando costose casse stereo allineate come sassi rituali. Seguendo l’invito del commesso si accomodarono nell’ambiente, racchiuso da una porta di vetro infrangibile. P. vide le pareti rosse e irregolari, ricoperte di quel materiale spugnoso che serve a spegnere e contenere le vibrazioni sonore. C’era un solo divanetto, senza schienale, e all’altra estremità dell’ambiente una fila di amplificatori e casse da collegare. Gli schermi appiattiti sulla parete sembravano pannelli di un tempio, di cui non si leggeva più il messaggio. «La soluzione migliore», disse l’uomo del negozio, «potrebbe essere questa». Sollevò da un angolo un altoparlante piuttosto compatto, sul cui lato si aprivano complesse aperture circolari concentriche. «Non ha la mascherina. Si usa come spia. Ma ha il miglior rapporto qualità-prezzo. Il visore è al plasma, quello al centro».






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