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La vanitas di Damien Hirst

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di Sergio Garufi

finch10-4-1s.jpg“Le immagini di mattatoi e di carne mi hanno sempre molto colpito […] Che altro siamo, se non potenziali carcasse? Quando entro in una macelleria mi meraviglio sempre di non esserci io, appeso lì, al posto dell’animale”.
Francis Bacon, La brutalità delle cose, 1991.

Ha ragione Anna Detheridge: “Damien Hirst è più antico di quanto non sembri”; e l’allestimento della sua prima retrospettiva al Museo Archeologico di Napoli, intitolata Il Tormento e l’estasi, suggella la sua appartenenza ad una genealogia illustre e secolare. Il tema centrale della sua produzione è quello della vanitas, intesa come totale soggezione di ogni cosa terrena al potere del tempo e della morte. Hirst, l’artista trasgressivo e scandaloso idolatrato dagli happy few e detestato dai benpensanti, è in realtà un conservatore; perché l’ossessione della carne sta alla base del pensiero reazionario e sancisce l’ineluttabilità del destino dell’uomo.

Le scimmie… (76)

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di Dario Voltolini

Siamo vivi, bastardi!!!

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Alla faccia di Pietro Citati siamo vivi e vegeti. E come se non bastasse funzionano pure i commenti.
Ringraziamo volentierissimo, per l’apporto tecnico, Max e Claudio, di Interzone (che sono poi questi qui: www.interzone.it). Caffè pagato!

In quanto ai nostri amici, lettori, troll e compagnia cantante: forza, scateniamoci!

Segni di vita

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“Dopo il 2001, la letteratura italiana non ha dato segni di vita”, scrive oggi su “Repubblica” Pietro Citati, che con questa frase ha dato un ennesimo segno del suo coma. T.S.

CARLO LEVI: architettura, società, restauro

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di Gianni Biondillo

carlolevi.jpg 1. I Sassi di Matera

A sessant’anni dalla pubblicazione (fu proprio nel 1945, per Einaudi) forse oggi non riusciamo a capacitarci di come le poche, drammatiche pagine dedicate a Matera nel Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi furono alla base di una polemica che pose la città e i Sassi al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale. Di certo ciò che sappiamo è che il legame fisico ed emotivo fra Matera e Levi sarà da quel momento assolutamente indissolubile.

Ecco a voi: mio padre (ucciso da me)

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di Franz Krauspenhaar

americanstort.jpg22 Dicembre, oggi ucciso mio padre. Semplicissimo, atteso al varco dell’età mia e sua. Giovedì compiuti 18 anni. Ieri lui 59. Entrambi capricorni. Non voglio vederlo compiere sessant’anni, non voglio un altr’anno per la sua cifra tonda, ho pensato. Tanto vale eseguire subito la sentenza, ho pensato. Il mio regalo di compleanno, ho pensato. I regali agli altri rendono gli altri riconoscenti per principio, e la riconoscenza è il prodotto di un ricatto morale, ho pensato. Questo non è il mio caso, che ho scelto di fare a mio padre il regalo più non ricambiabile in assoluto dei regali in assoluto più non ricambiabili.

L’uomo con l’impermeabile #3

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Gloria e tragedia dell’esibizione

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di Tiziano Scarpa

Una parte dei casi clinici di esibizionisti raccolti da Krafft-Ebing riguarda gli epilettici, affetti da intermittenze della coscienza. Molti di loro si esibiscono in stato di trance, oppure non ricordano affatto di aver compiuto quegli atti, è come se si risvegliassero da un mancamento. Questa caratteristica non è marginale: ci dice che il gesto dell’uomo con l’impermeabile si sottrae al racconto: non è storico, ma iconico. Non è romanzesco ma lirico. La sua natura è il lampo, l’epifania fulminea; non la storia, non il racconto. Non esistono epopee dedicate all’uomo con l’impermeabile. La sua è una vicenda istantanea, che brucia nel fotogramma, non nella sequenza. Al massimo è una dialettica duale, discreta, digitale, fondata su Zero e Uno, impermeabile chiuso / impermeabile aperto.

Affittasi lavoro

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di Aldo Nove

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Cilia (questo è il suo secondo vero nome, e ci tiene molto ad usarlo) ha lavorato per anni per una delle più grosse agenzie interinali italiane. Forse c’è ancora qualcuno che non sa esattamente che cosa sia, un’agenzia interinale, o per quale motivo piacciano così tanto ai padroni ed abbiano così successo da diventare il simbolo di un’economia che sta scoppiando nell’irrealtà della sua fuga da sé stessa. Un’economia che vive di artifici studiati ad hoc per gli interessi padronali, per rendere il lavoratore pura merce di scambio… Ma facciamoci raccontare le cose direttamente da Cilia

Da Kiev (#2)

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di Giovanni Catelli

krestchatik3.jpg Osservate la foto. Proprio qui, sull’arteria monumentale di Kiev, il Kreshatik, vasto e severo viale di architettura staliniana costruito dopo le feroci distruzioni naziste, accurate anche nel cancellare il preesistente quartiere art nouveau, in questo luogo di interminabili parate sovietiche, esibizioni decennali di missili e carri armati, luogo dove il potere ha sempre dispiegato le sue seduzioni metalliche, le sue illusioni di pietra e cartone, le sue bandiere ormai mutate (dal 1991 la parata militare celebra l’indipendenza della nuova nazione, l’Ucraina), proprio qui è sorta, nei giorni successivi al primo ballottaggio fra Yushenko e Yanukovich, la tendopoli pacifica della rivoluzione arancione, il presidio permanente dei sostenitori di Yushenko, intenzionati a dimostrare la propria determinazione dopo i vistosi brogli elettorali,sino a circondare i palazzi del potere chiedendo un nuovo ballottaggio.

L’uomo con l’impermeabile #2

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Gloria e tragedia dell’esibizione

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di Tiziano Scarpa

Metà crocefisso, metà spaventapasseri, l’uomo con l’impermeabile spalanca se stesso allo sguardo degli altri. La sua è una critica sociale, una denuncia dell’ipocrisia. Non è vero che il re è nudo. Lo siamo tutti! Sotto il vestito c’è il vero io: ma non perché un corpo senza volto, decapitato, sfacciato, sia più vero del volto. Il volto: il rappresentante esclusivo, l’agenzia corporea dell’identità, il franchising del chi sono io. È nella nudità che anche il volto, esposto là in alto come una bandiera sulla sommità della torre, in cima al corpo nudo, il volto denudato anch’esso insieme a tutta l’altra pelle, dalla testa ai piedi, acquista il suo vero significato.

Ballata del letamaio. Remix

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di Giuseppe Caliceti

cartaigienica.jpgCaro Tiziano, ti invio un testo rimixato che se vuoi puoi pubblicare su Nazione Indiana. A me piace. Il merito è soprattutto di Balestrini. Nelle mie ultime letture pubbliche è già diventato un piccolo must. All’inizio, e poi a scelta, mentre si legge/interpreta, bisogna sospendere la frase e chiedere al pubblico di ripetere sempre la stessa parola, in coro: Merda!
Tu, Aldo9 e chiunque voglia, deve provarla. Funziona! E pare che abbia anche un effetto terapeutico/scaramantico. (Scherzo). Il testo cita diversi versi della poesia di Nanni Balestrini La signorina Richmond constata incredula che c’è chi loda il letamaio, tratta da Le avventure complete della signorina Richmond (edito da Testo&Immagine, 1999).

5 poesie di Claudia Ruggeri

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Da IL Matto

il Matto I (del buco in figura)
Beatrice

“vidi la donna che pria m’appario
velata sotto l’angelica festa…” (Pg. XXX-64)

come se avesse un male a disperdersi
a volte torna, a tratti
ridiscende a mostra, dalla caverna risorge
dal settentrion, e scaccia
per la capienza d’ogni nome (e più distratto
ché sempre più semplice si segna ai teatri,
che tace per rima certe parole….).

La ragazza dal cappello rosso

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di Mario Desiati

Una lettera, prima dell’estate, accompagnava la foto della ragazza dal cappello rosso. Quella lettera mi chiedeva di prendere atto della “visione fisica”, di guardare attraverso la pellicola del tempo e della carta quel volto e quegli occhi. Era la tenera risposta della madre di Claudia Ruggeri a una mia richiesta di informazioni, testimonianze e materiale.
Era sabato pomeriggio di otto anni fa quando una donna giovane molto bella si era confessata nella piccola chiesa di San Lazzaro di Alessano. Quella donna giovane molto bella aveva percorso i suoi ultimi anni di vita con il carico di una promessa e di un sogno. Era l’età in cui si pensa che la poesia possa cambiarti in meglio la vita. Ma la poesia e la letteratura fanno male al corpo e all’anima.

Le scimmie… (75)

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di Dario Voltolini

L’uomo con l’impermeabile #1

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Gloria e tragedia dell’esibizione

di Tiziano Scarpa

impermeabile1.jpgLe orfane del volto

Qualche settimana fa, a Venezia, sono andato alla chiesa di Santa Maria della Pietà ad ascoltare un concerto. Alla Pietà si fanno molte serate musicali, ma questa era un’occasione speciale. Per la prima volta da cent’anni qualcuno suonava in quella chiesa come si faceva nel Sei e Settecento: a dieci metri d’altezza. In stereofonia. Anzi, in quadrifonia.

La chiesa della Pietà è a pianta quadrata. Nei quattro angoli, a una decina di metri di altezza, si aprono quattro nicchie a semicerchio. Sono le cantorìe, predisposte per le ragazze del coro. Lungo i due lati della chiesa, a destra e a sinistra, anch’esse elevate da terra, corrono due balaustre, lunghe una dozzina di metri, e sporgenti un paio di metri. Lì sopra si disponevano le strumentiste.

I sonni inquieti dell’Occidente

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di Lea Melandri

Le immagini e i racconti che ci arrivano attraverso i giornali e la televisione dai luoghi devastati dal maremoto del 26 dicembre 2004 potrebbero essere definiti da chiunque “sconvolgenti”. Ma è questo il nostro stato d’animo di fronte “al dolore degli altri”, o non piuttosto quello, già descritto da Voltaire a proposito del terremoto di Lisbona, nel 1755, di “spettatori tranquilli”, “spiriti intrepidi” che “dalla bonaccia” vanno investigando le cause delle tempeste in cui hanno fatto naufragio i loro fratelli? Chiedersi, come ha fatto Piero Sansonetti su Liberazione (28 dicembre 2004) “come reagiamo a questa tragedia”, se è vero che ci lascia “tristi e del tutto indifferenti”, dovrebbe essere il presupposto, silenzioso o esplicito, di tutti i ragionamenti che ne indagano le cause, naturali e umane.

Professione: promessa sposa

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di Aldo Nove

Herz.gifMaria Giovanna è bella. Ha ventidue anni e una storia di lavori precari e improbabili. Miraggi di lavori. Miraggi di successo che l’hanno spinta da un piccolo paese della Sardegna alla grande metropoli del Nord. Questa è la sua storia.

Storie di classe

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di Antonio Sparzani

Terza storia.

La nostra classe va in gita scolastica per non restar sempre tra le anguste pareti dell’aula a guardar l’insegnante che disegna triangoli su una tavola di ardesia. Bisogna sapere che quest’insegnante ha la fissazione dei triangoli e ogni mattina ne disegna almeno uno col suo bel gesso bianco. Ma sarà ogni mattina lo stesso triangolo? Tutti gli allievi pensano di sì e ciò non contribuisce di certo ad alleviare la noia.

Le scimmie… (74)

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di Dario Voltolini

4 Poesie di Jan Skácel

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jan_skacel_03.jpgtraduzione di Annalisa Cosentino

Il vento di nome Jaromír

Un giorno
Andremo insieme, lo promettemmo un tempo
Sul tarassaco negli occhi gialli di un merlo.
Lasceremo a casa le buone mogli
e ce ne andremo a pescare il verso,
quello che il fiume impreca sulle pietre
quando inciampa nella notte scura.

Cadiz

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di Alessandro Raveggi

A Mariangeles Piña Batista,

Tuttavia il Littré non lo spiega
perché per dove si giunse fino Cadiz,
lunga playa ardente,
con codesto gorro nefasto
sulla bocca sdrucita,
a captare i deserti del Maghreb: