Di Andrea Inglese
Finalmente, di nuovo, anch’io, ho un mestiere. Sono pagato per fare qualcosa. Dopo anni di Sussidio di Disponibilità. Anni passati in uffici dell’amministrazione pubblica, a compilare moduli, a telefonare ad ore precise a signorine precise. Anni a sottoscrivere la mia piena, incondizionata, disponibilità a gettarmi sul più astruso e sordido dei lavori, anche se limitato ad una sola settimana, ad un mezzo pomeriggio, ad un paio d’ore notturne. Ho vissuto come la guardia medica, come il pompiere, come la sentinella di guerra, dormendo con un occhio aperto, pronto ad entrare in azione, a provare sul campo la mia disponibilità. Ma non c’è mai stata occasione, non c’è mai stato lavoro, neppure di lavacessi e per qualche ora soltanto, da espletare. Nulla.

di Fernando Arrabal
E’ morta a 88 anni Felicia Bartolotta. E’ morta a Cinisi. Sino alla fine è rimasta a Cinisi. La terribile Cinisi di Gaetano Badalamenti. La Cinisi di suo figlio, Peppino Impastato.
Giovedì 9 dicembre, ore 18,30

L’impero dei segni è esploso. La grande bolla non c’è più, e la sua schiuma cola da tutte le parti, grassa di merci e corpi, immaginari o reali poco importa, vischiosa di immagini. Come un caleidoscopio impazzito, sottoposto alle maree del mercato, Tokyo combina i propri colori e li dissolve in infinite forme differenti. Tutte da desiderare. Tutte da comprare. E’ il mondo che è approdato al futuro e lieto di questo continua a proiettarsi le immagini di sé. E’ un mondo che ti schiaccia. Ti culla in una melodia fatta di milioni di note eseguite allo stesso momento.
Fino al 6 febbraio 2005, al MAXXI di Roma, il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, resterà aperta una personale antologica delle opere di Stefano Arienti.

Nel mese di agosto sono stato invitato da Antonio Scurati al festival di Ravello, per un incontro con lo scrittore americano William T. Vollmann, e per un successivo incontro e lettura, questa volta da solo, a Capri. Non ero stato in vita mia né a Ravello né a Capri, che ho visto in quei giorni per la prima volta. Era con me l’attrice Federica Fracassi e il regista Renzo Martinelli di Teatro aperto, la prima per recitare brani dai libri di Vollmann e da Canti del caos, il secondo per occuparsi dei suoni.