di Oretta Bongarzoni
Per i giovani la Resistenza non solo continua, ma rinasce. Dicono: «I problemi sono ancora tutti in piedi, quindi non c'è che da andare avanti»
di Davide Orecchio
Diceva il saggio: “I refuse to join any club that would have me as a member”. Ma questo club di lettura ha un solo membro, e mi tocca accettarlo
di Davide Orecchio È proprio quando la storia si fa più acuta, violenta, intollerabile che il ragionamento sulla storia fa (è costretto a fare) un salto di qualità, mosso da uno sforzo esistenziale di comprensione del mondo
di Martina Ciullo
Inizia così: siete vicini a una radura, per niente diversa dalle solite radure di cui si legge nei racconti, anzi pressoché identica, solo che in questa radura un neonato sta piangendo
di Marco Pianti La morfologia del luogo è soggetta a improvvise mutazioni. La gente viene qui per prelevare il sale. Carovane trainate da cammelli si incamminano nel deserto, uomini, donne e bambini incidono le lastre e se ne vanno con i blocchi di sale
di Davide Orecchio
La morte di Goffredo Fofi è una cosa importante perché importante è stata la sua vita. Fofi è stato l’intellettuale più libero e seminale del secondo Novecento italiano. Il raro esempio che si poteva esistere e fare cultura (e politica) senza conformismo né servilismo
di Michele Muresu
La ragione genealogica di questi appunti che con molta spocchia proverò a far passare per un diario è una sola: benché sia un momento di grande rivalutazione terapeutica della solitudine, io non ho mai avuto il privilegio di stare solo
Danilo Chillemi Qualcuno (chi? L’inglese John Lennon?) diceva della morte: è solo scendere da un’auto per salire su un’altra. La frase mi trova d’accordo. Salgo sul primo autobus che incontro nell’ora magica crepuscolare delle sei
di Davide Orecchio Manca un mese al referendum. 5 SÌ per il lavoro e per la cittadinanza. Su "Collettiva", grazie a un'idea di Carola Susani, abbiamo messo in piedi un'iniziativa di militanza narrativa
di Giulia Zoratti
Non era un segreto che mia madre non mi avesse voluta. Anche quando era incinta non provava a immaginare che aspetto avrei potuto avere. Forse è stato per quello che si era trovata impreparata quando aveva scoperto che ero identica a lei
di Silvano Panella
Ero nella mia camera d'albergo. Bussarono alla porta. Aprii. Nel corridoio non c'era nessuno, a terra una busta da lettera, nella busta un cartoncino scritto a penna. Il direttore mi invitava a visitare le segrete dell'edificio. Andai in recezione
di Francesco Iannone L'ora incerta è uno spazio vuoto che è sua volta struggente attesa di ciò che è agognato ma che attiene all'enigmatico inaccessibile e che perciò ci lascia fermi sulla soglia, nonostante lo stesso Perrella ci incoraggi a entrare
di Davide Orecchio
Lo scrittore francese Mathias Énard ha presentato il suo ultimo romanzo, Disertare. Ero lì ad ascoltarlo e mi sono venute in mente un paio di domande che avrei voluto rivolgergli. Domande che non gli ho fatto. Allora provo a scriverle qui.
di Marco Marra Sogna. E nel sogno c’è un lago e nel lago abita il drago. Il drago è enorme e terribile e ha il corpo lercio squamoso rossastro che sbrilluccica d’una luce impossibile. Il drago sta fermo a mo’ di fenicottero rosa al centro del lago, la coda penzoloni che pare una mazza ferrata
di Silvano Panella
So quel che ho letto, quel che ho studiato, appreso. E so quel che dico. Ancora oggi trovo la voglia di stupirmi, la voglia, i modi, i tempi. Il passato sovrabbondante di spiriti mi incuriosisce. Il mio è un interesse letterario, antiutilitaristico, non sociale. Volubile, floreale, insomma formale
di Chiara Merli
Stavi bene qui anche se le usanze napoletane ti sembravano le più strette possibili, e per questo leggevi molto sull’argomento: Goethe, Lewis, Benjamin. Sapevi più cose di me che ci ero nata. Goethe ti sembrava una personcina modesta e a modo, Lewis ti irretiva per le faccende guerresche e con Benjamin dividevi l’intolleranza alla città
di Mattia Gargiulo
Non lo so dov'è mio padre.Mia madre sì, lo so benissimo, ma mio padre no, non me lo sono mai chiesto. A parte oggi. Oggi è così, un giorno in cui certe cose ti vengono in mente senza averle pensate o chiamate.
di Igor Antonio Lipari Ho un binocolo. Una notte ho visto le luci, dalla finestra di camera mia.
Come no. Potrebbe essere stata qualunque cosa, o niente del tutto. Tu vedi sempre qualcosa: ma quanto capisci, di quello che vedi?
di Silvano Panella La villa era composta, silenziosa, non ostentava il disfacimento del lutto improvviso, era governata come in un giorno qualunque e in effetti, se non si fosse indagato negli animi di chi sapeva, sarebbe davvero risultato un giorno qualunque
di Enrico Di Coste Nessuno sapeva quanti fossero sopravvissuti. Le abitazioni agibili erano occupate per chilometri. I beni primari si ottenevano con immane fatica. Le trattative con i forestieri si concludevano quasi sempre tramite baratto. Ogni barlume di civiltà annichilito dallo sciacallaggio, il denaro un indecifrabile ricordo
di Alberto Pascazio Su quella spiaggia hai provato a dimostrarmi che anche tu ne sapevi di poesia e mi hai letto Alda Merini cercandola su Google e io ti ho compatito perché non sapevi niente — e per fortuna non sai davvero niente — e allora tu sei tornato a fare le tue cose e ti sei messo a saltare sul fuoco
di Marco Pianti Era asciutto, prosciugato. Alcuni lembi di pelle pendevano dal collo e dalle braccia. La faccia era anch'essa decaduta sotto il peso della fronte, ammucchiata e sfigurata in un unico punto, da cui emergevano due piccoli occhi con i quali indagava la sua ristretta porzione di mondo. Un dettaglio degno di nota erano le sue camicie, candide e prive di grinze
di Jacopo Biolatti Un'ombra si trascina ossequiosa tra le logore lapidi del cimitero di Bouchet, all’ora del crepuscolo in cui si accendono i primi lampioni. Questa metropoli di fioche luci, le uniche visibili tra le colline blu notte, esiste dall'alba dei tempi
di Roberto Lana
Ho avuto l’immeritato privilegio di frequentare Veronica, la sorella di Carlos Kleiber. Nel corso di uno dei nostri incontri, Veronica mi ha consegnato l’intera corrispondenza con il fratello, dal 1948 al 2003
di Delfina Fortis Quando ho acceso la luce è saltato il contatore. Sono rimasta al buio, in silenzio. Ho acceso la torcia del cellulare e ho trovato l’appartamento pieno d’acqua, i soffitti ricoperti di macchie, i muri deformati dall’umidità, pieni di escrescenze e di muffa nera
di Anna Toscano
Osservare, ascoltare, guardare la vita degli altri, assistervi, parteciparvi, lottare. Grace Paley, della quale ricorre oggi il giorno della nascita, era una donna fuori luogo, una scrittrice fuori luogo, una che non amava stare dove la mettessero
di Valeria Zangaro A vederla non sembrava avesse mal di denti, mal di gengive, mal di qualcosa insomma. Niente di gonfio, niente di rotto. Solo un dolore sottile e costante che dal naso arrivava fino all’orecchio, e certe volte si irradiava fin giù alla gola; un dolore diramato, senza un centro preciso, o con un centro ogni volta diverso
di Francesca Lazzarato È dagli anni Settanta che María Moreno va anticipando tendenze e mutamenti di rotta in campo letterario, anche se continua a definirsi una giornalista, ancor prima che una cronista, una romanziera, una saggista.
di Astronauta Tagliaferri È il sei settembre e sono alla scrivania a scrivere con la mano sinistra perché stasera alle otto, alla spalla destra, m’hanno messo un tutore blu che puzza di nylon. Sono caduto mentre alleggerivo l’albizia il cui tronco è stato svuotato da un fungo cresciuto a causa della poca luce, tutta assorbita dalle imponenti acacie
di Silvano Panella
Foglie color del sangue ossidato per esposizione all'aria aperta, perduto da chissà quale preda sacrificale, la tigre decide di punire chi, come me, si addentra troppo nel suo territorio, gli uccelli si danno il cambio e vocalizzano canti più cadenzati e querimoniosi...