Chiaiano è sola?

Maurizio Braucci mi manda questo appello a cui potete aderire inviando una mail all’indirizzo che compare qui sotto e un bel video realizzato dai bambini della scuola Virgilio IV realizzato con Giovanna Pignataro, la figlia di Felice Pignataro.hj

Nell’attesa del responso sull’idoneità dei terreni delle cave, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano continuano a presidiare pacificamente i luoghi della contesa. Nei giorni di fuoco della protesta, i cronisti di radio, giornali e televisioni hanno spesso descritto chi si opponeva alla discarica come una folla di egoisti o di oscuri personaggi, inventando storie di armi, droga e camorra. Lo stesso era accaduto a gennaio a Pianura, mentre allora come oggi il consiglio comunale e quello regionale si sono tenuti a distanza dalle tensioni che hanno contribuito a provocare con le loro assurde politiche sui rifiuti. A loro e al governo Berlusconi, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano chiedono
• di non realizzare una discarica in un terreno non idoneo, già destinato a parco naturale.
• di interrompere la gestione straordinaria dei rifiuti che perdura dal 1994 e che ha causato l l’attuale disastro ambientale.
• di iniziare immediatamente la raccolta differenziata a Napoli e in Campania applicandola legislazione europea
• di lasciare libera la magistratura di indagare sulle reti di illeciti intorno alla gestione dei rifiuti.
Sui media, la popolazione campana appare sempre passiva rispetto alla cosa pubblica, oppure se si mobilita lo fa perché prezzolata da loschi interessi. Si cita spesso la camorra. Se analizziamo il passato recente, la camorra sembrerebbe più incline all’apertura che non alla chiusura delle discariche, avendo dimostrato di saper entrare nel loro funzionamento. Come per la camorra, l’emergenza rifiuti è stata finora anche per politici ed imprenditori un’occasione di speculazione e di violazione dei diritti sociali ed ambientali. Il decreto Berlusconi si inserisce perfettamente in questa filosofia emergenziale e tenta di rimuovere gli ostacoli alla sua realizzazione. E lo fa in più punti: nella costituzione di una superprocura che controlli le inchieste accettabili e quelle “inadeguate”, nella possibilità di stoccare in discarica diverse tipologie di rifiuti speciali e tossici, nello stanziamento senza controllo di altri 150 milioni di euro che permetterà di assegnare le infrastrutture senza gara d’appalto, nell’imposizione di uno stato d’eccezione con norme penali ad hoc per colpire chi protesta. Ma esistono altre vie d’uscita dall’emergenza: la riduzione drastica degli imballaggi, la separazione almeno del secco dall’umido, l’allestimento d’impianti per la trasformazione dei rifiuti differenziati, in grado di ricavare compost (utile per bonifiche e agricoltura), nuovi polimeri dalla plastica, nuovo vetro. Perchè non si può virare il piano in questa direzione? E perchè si continuano a fare scelte così bizzarre: aree vulcaniche come Terzigno o la Selva di Chiaiano, unico polmone verde di Napoli. Ancora una volta, si chiede ai cittadini di sacrificarsi al buio, senza nessun segnale di inversione reale di rotta, di emancipazione dalla sudditanza agli interessi forti.
Con questo appello intendiamo esprimere la nostra solidarietà alle persone che abitano nella zona delle cave di Chiaiano, che animano i presidi e partecipano alle manifestazioni contro la discarica e rivolgiamo ai mass media l’esigenza di un racconto dei fatti non pregiudiziale.
Aderiscono all’appello tra gli altri:
24 Grana-Anselmo Marcello-Biasiucci Antonio-Braucci Maurizio-Capone Maurizio-Cerciello Carlo-De Luca Erri-Esposito Patrizio-Evangelisti Valerio–Farina Riccardo-Ferrara Luciano-Frasca Gabriele-Geremicca Fabrizio-Lanzetta Oreste-Loguercio Canio-Longobardi Sergio-Martinelli Marco-Onorato Antonio-Orioles Riccardo-Pavolini Lorenzo-Persico Luca Zulù-Philopat Marco-Piccoli Guido-Piro Sergio-Riccio Alessandra–Rossomando Luca-Salvia Marco-Scateni Luciano-Sepe Daniele-Wu Ming-Zanotelli Alex

Per sottoscrivere l’appello, scrivete una mail con vostro nome, cognome, professione, città di residenza a: antoniabasura@gmail.com . L’appello, con l’elenco completo di coloro che hanno aderito, è sul sito: www.rifiutizerocampania.org/

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11 Commenti

  1. Mi adeguo ma non capisco perché a Napoli, da qualunque parte si cerchi di aprire una discarica, non va mai bene! Sono 15 anni che sono sepolti da una gestione di sinistra e dalla merda; probabilmente gli va bene così e può darsi che sia più salubre tenere i rifiuti per strada e bruciarli.

    Pur con tutta la buona volontà faccio fatica a capire perché SOLO lì le discariche non si trovano, mentre funzionano e bene, a pochi chilometri di distanza: in una hanno il parco, nell’altra le renne, nell’altra babbo natale che prepara i doni e nessuna va bene. Ora pare che il salvatutto sia la raccolta differenziata. Sono stato a Napoli, per lavoro due anni (6 anni fa) ed era normale vedere la gente che passava in macchina o in moto, lanciare i sacchetti dello sporco in direzione dei cassonetti, senza fermarsi. Sulla strada che porta a Pozzuoli e passa davanti alla base NATO, per terra si trovava di tutto: assorbenti, pannolini, pezzi di materasso, bottiglie rotte e a Pozzuoli, di fianco alla spiaggia pubblica, in mezzo agli scogli, c’erano frigoriferi vecchi, passeggini, pezzi di recinzione divelta; tutto il prontuario dell’umana stupidità, con i topi a pasteggiare di fianco ai bambini che giocavano sulla spiaggia.
    Ma come pensano di far partire la raccolta differenziata con una mentalità simile? O sono tutti rinsaviti da quando ha vinto le elezioni il centrodestra?

    Qualcuno me lo vuole spiegare dove si devono mettere i rifiuti di Napoli? Qui tutti sanno dove NON si possono mettere; c’è qualcuno che sa DOVE si possono mettere?

    Blackjack.

  2. Ciao. Leggo il tuo commento. Infatti questo appello lo facciamo girare nel tentativo di spiegare cosa succede in campania. Non si tratta solo della discarica di chiaiano ma di vari anni di contestazioni contro lo scandalo dei rifiuti di cui puoi leggere qui
    http://www.rifiutizerocampania.org/articololibero/breve-storia-dellemergenza-rifiuti-campania

    per il resto che scrivi: mentalità etc
    tu dici di esserci stato 2 anni a napoli e mi pare di capire che non ci vivresti
    io ci vivo da sempre e ti dico che qui possiamo e dobbiamo per i rifiuti fare la raccolta differenziata, quello che dici tu lo affermano anche quelli della pubblica amministrazione i quali non hanno mai avviato la RD. Tu lo pensi come opinione, loro come obiettivo politico. Credo che sia tempo però che parliamo noi che abbiamo subito queste decisioni e che non buttiamo materassi fuori dalla nato (la quale da 50 anni riempie la regione di scorie tossiche) ma esigiamo un ambiente sano e l’applicazione delle più recenti indicazioni in materia: raccolta differenziata, fine del ciclo basato sulle discariche, eliminazione degli inceneritori. Si tratta di una lotta ecologista contro il malaffare pubblico e privato, quello della politica, degli imprenditori, della camorra, dei militari e del cittadino. Ci stiamo provando, ma hanno appena emesso un piccolo decreto che dice che se protesti vai in galera x 5 anni. Ti invito a soffermarti su questi aspetti. Per il resto quella che scrivi resta la tua opinione, ma come dice una canzone: dovresti essere qui, adesso.

    Per la tua domanda
    c’è qualcuno che sa DOVE si possono mettere?
    c’è il trattamento bio-meccanico a freddo
    provalo, fa la differenza

  3. @BlackJack
    C’è una cosa che credo non ti faccia comprendere, e non faccia comprendere a buona parte dell’italia il perchè la gente qui si opponga in maniera così radicale ad ogni intervento ufficialmente volto a ‘risolvere’ l’emergenza.
    Quella cosa si chiama fiducia nello stato.
    Blackjack, qui non esiste.
    la gestione del ciclo rifiuti in campania negli ultimi quindici anni è stata (e continua normalmente ad esserlo) il più grande scempio che sia stato compiuto sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sul denaro pubblico che nella mia ancor breve vita ho visto.
    Nessuno, e dico nessuno, fra gli attori principali che si sono succeduti in questo arco di tempo, i vari commissari, subcommissari, Sindaci e Presidenti di regione (in questo negli ultimi quindici anni effettivamente è cambiato poco), governi e ministri ha mai agito realmente con l’obiettivo di uscire dal disastro.
    Si parla di Inceneritori. quello di Acerra è pronto dal 2006. Non lo dico io, allora lo dicevano tutti, vai a leggere i giornali del tempo. a gennaio dissero che sarebbe partito a marzo, a Marzo giugno, a giugno a ottobre, a ottobre dissero a gennaio 2007, a gennaio per l’estate, e poi, e poi, e poi?
    le dichiarazioni confortanti del nuovo premier dicono che sarà pronto per l’inizio del 2009.
    tu credici.
    Stai pur sicuro che prima che parta l’inceneritore di Acerra, che, nel modo più dannoso e obsoleto possibile (è stato costruito su un progetto del ’72, nella gara d’appalto fu valutato come il più pericoloso per la salute della popolazione ed il più dannoso per l’ambiente ma offriva il miglior prezzo di smaltimento)potrebbe far fronte alle fasi acute dell’emergenza, saranno partiti i soldi per costruirne altri tre.

    Si parla di camorra. c’è una ditta che per anni e anni realizza ecoballe e compost per l’agricoltura. Ha un’appalto importante con il comune ed ha clienti importanti in tutta italia. Ma poi si scopre che il compost che ha nutrito per anni ed anni le coltivazioni di tutta l’area non era propriamente regolare. Si componeva principalmente di fanghi industriali provenienti dall’Enichem di Priolo e da decine di altre ditte.
    E’ febbraio 2006, insieme all’ imprenditore vengono arrestati dipendenti del comune e praticamente un intero comando dei carabinieri che favorivano in ogni modo il lavoro dell’imprenditore. E poi?
    E poi l’imprenditore, in attesa di giudizio, grazie a banali prestanomi apre una nuova società, e ad Ottobre 2006 si aggiudica un appalto con la regione. per cosa? per attività di smaltimento rifiuti.
    ma questa volta è una cosa pulita.
    tu credici.

    Si parla di raccolta differenziata. a casa mia è partita la raccolta differenziata. è partita un sacco di volte. la prima il comune fece le cose in grande, assunzioni, volantinaggio, bidoni blu, gialli, viola, sacchetti di ogni fattezza e dimensione, appalti a chi doveva raccogliere, appalti a chi doveva selezionare, appalti a chi doveva riciclare, e poi, e poi, e poi?
    La raccolta non ha funzionato per la mentalità della popolazione.
    tu credici.

    Io ti dico che ad Acerra, come a Caivano, come ad Aversa, come in ogni quartiere di Napoli, come a Marcianise e Castelvolturno ogni volta che è partita la raccolta differenziata (ad ogni nuovo picco mediatico dell’emergenza arrivano i soldi e quindi si riparte) ci sono stati Bidoni blu, gialli, viola, appalti, assunzioni, eccetera, eccetera. dopo il vuoto. camion che raccolgono tutto insieme e lo portano in discarica, bidoni nuovi abbandonati a migliaia e migliaia in depositi fino ad usurarsi, numeri verdi inesistenti, uffici vuoti come le chiese quando ti vai a confessare, società che scompaiono da dove sono arrivate (nel nulla, dal nulla) e poi, e poi, e poi? E poi non ci sono più soldi.
    Non fa niente, alla prossima barca carica che arriva ci si può riprovare.
    E come arriva questa barca?
    La storia si ripete, ciclicamente due volte l’anno. Dicembre/Gennaio e Maggio/Giugno. per comodità ti racconto l’ultima.
    A Chiaiano è venerdi, tardo pomeriggio. sono le 18 e 30, nella piazza del Titanic c’è l’assemblea cittadina per la questione, la gente torna dal lavoro, siamo al centro, sulla strada principale, ed il traffico di auto e persone è al suo massimo settimanale.
    Pensa che di notte, in quegli stessi giorni, a presidiare la cava ci sono dalle tre alle sette/otto persone.
    Va bene, sembra una strategia leggermente migliore, ma non si può attendere oltre, non c’è più tempo, l’emergenza sta arrivando. Le forze dell’ordine si moltiplicano improvvisamente, i giornalisti ci sono tutti, bisogna prendere la cava, bisogna caricare. e cariche sono, e poi foto, e poi video, e poi la gente, tanta, troppa, e poi le macchine, il traffico, il caos. e poi?
    E poi è emergenza, tutti i giornali del mondo ne parlano, Consiglio dei Ministri, missione del premier a Napoli per risolvere l’emergenza. Il progetto c’è, servono soldi e subito, soldi per fare tre inceneritori, soldi per fare 10 discariche, soldi per avviare la raccolta differenziata, soldi per fare, insomma.
    L’opposizione appoggia compatta, c’è l’emergenza e c’è Bassolino.
    Insomma, in poche parole, si riparte.
    Ma c’è una differenza: questa volta finalmente sarà quella buona.
    io ci credo.

  4. Vedro la video questo pomeriggio: non posso alla scuola. La vista dei bambini è importante perché è la voce del futuro e della speranza. Di più i bambini hanno una manera nuova, bella, generosa di vedere il mondo.
    Agli adulti mancano la generosità.

  5. Grazie per questo appello che fornisce una informazione chiara, spiega motivi e situazioni e dimostra che ci sono tante persone che si rimboccano le maniche e cercano di fare la loro parte per proteggere la propria terra dai più diversi e assortiti generi di inquinamento, alla faccia dei triti e squallidi luoghi comuni sui napoletani e sui meridionali in genere. Il video dei bambini è davvero bellissimo, si vede che è il frutto di un lavoro sincero, di un impegno che gli insegnanti hanno saputo trasmettere e condividere con i bambini. Come sempre la speranza per il futuro viene dai più piccoli: una bella lezione per tutti noi adulti, cerchiamo di non deluderli.

  6. La gente di Chiaiano sulla discarica, quella di Vicenza sul Dal Molin, quella di Brindisi sul rigassificatore, i comitati No Tav… insomma i capri espiatori di un sistema di imprenditoria, politica e dis-informazione che distrugge innanzitutto la tua credibilità, ti fa passare per meschino, egoista in difesa del tuo piccolo orticello. Il bombardamento mediatico è l’artiglieria pesante da cui è praticamente impossibile difendersi. Il Nimby (non nel mio giardino) è la nuova parola d’ordine dei guastatori di queste fragili roccaforti del diritto a scegliere il proprio futuro.
    Poi, che i napoletani siano sporchi, i brindisini indolenti, i vicentini intolleranti etc sarà anche vero. Ma perchè le cattive abitudini devono sempre giustificare i soprusi? C’è gente che lavora per creare consapevolezza e coscienza non solo dei diritti, ma anche dei propri doveri. Al lavoro di queste persone va tutto il mio rispetto.

  7. COMPLIMENTI!

    E’ un lavoro magnifico. I piccoli hanno fatto una creazione di qualità con piccoli mezzi: colori, oggetti, testi. Si ascolta il coro dei bambini, e nella voce si dice la voglia di creare un mondo più bello.

    Chapeau: gli insegnanti hanno fatto un lavoro straordinario; so che è facile svegliare l’entusiasmo dei piccoli, ma è più difficile organisare il lavoro.

  8. Vorrei chiedere a chi vive in Campania: com’è l’operato dell’assessore Walter Canapini? Non doveva essere lui ad avviare la raccolta differenziata a tappeto, o essendoci un commissario questo compito spetta solo a quest’ultimo? Lo chiedo senza acrimonia, ben inteso…

  9. @Maurizio, Eduardo: solo con la raccolta differenziata e il trattamento bio-meccanico a freddo non si risolve questa situazione di emergenza continua che dura da più di dieci anni. Sono modalità diverse che possono contribuire, una volta superata l’emergenza delle strade invase dai rifiuti e dei rifiuti bruciati per strada, a diminuire la quantità dei rifiuti che finiranno in discarica. Da sole NON possono risolvere la situazione di Napoli e richiedono tempi biblici per essere attivate. Mi state dicendo che a Napoli e ai Napoletani sta bene avere i rifiuti per strada ancora per tre anni?

    Abitassi a Napoli non sarei molto contento di una simile prospettiva.

    Sull’assenza dello Stato a Napoli non aggiungo nulla, è già stato detto tutto e il contrario di tutto; persino troppo e non mi pare il caso di aggiungere altro. Per quanto riguarda la base NATO, posso confermarti che è in corso una valutazione per capire come e in che termini spostare la base da Pozzuoli. Qualche giornale, pochi, ha persino scritto qualche trafiletto.

    @Guido: luoghi comuni? Informarsi? Vorrei ricordarti che, una volta eliminate le cose impossibili (rifiuti che si volatilizzano per merito di San Gennaro) rimangono le cose possibili e l’unica via possibile, per risolvere rapidamente il problema dei rifiuti a Napoli, sono e rimangono le discariche. Prova tu a trattare i rifiuti incendiati. A meno che, come scrivevo, a Napoli e ai Napoletani, non stia bene continuare ad avere, per i prossimi tre anni, i rifiuti per strada in attesa che le ‘meraviglie tecnologiche’ e la ritrovata capacità di fare raccolta differenziata, facciano il loro corso e tutto si risolva, come per miracolo, senza più nemmeno una discarica. Di mestiere gioco a carte e, se vuoi, ti propongo una scommessa: una cena per tutti i visitatori di Nazione Indiana (saranno 1500?) sulla costiera Amalfitana, se in un periodo di due anni si riuscirà a raggiungere il 30% di raccolta differenziata (adesso è a ZERO!). Mi sa che quello che si deve informare, relativamente alle pratiche non miracolose, non sono io, ma qualcun altro.

    Blackjack.

  10. Il sito di Chiaiano è idoneo a contenere una discarica. La falda è sotto a più di cento metri, non vi è alcun pericolo di frane, il famigerato fiume che doveva scorrere al di sotto della cava non esiste. I pericoli sono identici a tutti i siti che ospitano discariche in tutto il mondo. Ed è stato dimostrato che le popolazioni che vivono nelle adiacenze delle discariche l’unico disagio che devono sopportare è quello del cattivo odore quando cambia il vento.
    Perchè a Chiaiano, quindi, non si dovrebbe fare la discarica ?
    Tutti i sistemi di smaltimento di rifiuti alternativo a quello attuale sono buoni ma non quando a terra hai centomila tonnellate di rifiuti e sei in piena estate. Fatevi una passeggiata nell’area flegrea o a Ercolano, per favore. Smettiamola di dire sciocchezze: l’unico modo per evitare la catastrofe imminente è quello di aprire le discariche in attesa degli inceneritori. Quello di Napoli, per inciso, sorgerà in linea d’aria a meno di un chilometro da casa mia. Vivo tra i rifiuti, non vedo l’ora che lo costrusicano, ‘sto cazzo di inceneritore. Alla faccia di tutte le alternative possibili. Che, almeno per il momento, non sono fattibili per un milione di motivi.
    Che poi,per finire, nessuno mi ha ancora spiegato perchè gli abitanti delle regioni in cui ci sono anche 13 inceneritori ( vedi Lombardia ) tutto ‘sto casino non lo fanno.

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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