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Nuovi autismi 10 – La mia felice infanzia

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di Giacomo Sartori

a Pauline De Margerie, editrice (in memoria)

Io sono nato senza un pezzetto, ma in fondo poteva andarmi ben peggio. A molti neonati mancano pezzi molto più grandi, o insomma i pezzi presenti funzionano da cani, sono già mezzo marci. A parte il pezzo mancante io stavo benone. Insomma benone, avevo sempre la febbre. Ma a parte la febbre alta, e il fatto che vomitavo in continuazione, tutto il resto era a posto. Del resto era logico che avessi la febbre e vomitassi, anche se erano tutti troppo presi dalle loro carsiche pastoie individuali per accorgersene. L’ho capito da solo una trentina d’anni dopo, leggendo un libro di psicologia dell’infanzia: quel tomo in una lingua straniera spiegava tutto. Ormai però era tardi per farmi passare la febbre, e i protagonisti principali erano defunti. Ma non è questo di cui volevo parlare: piangevo sempre, tuttavia la mia era un’infanzia felice. All’asilo vomitavo e piangevo, ma ero felice. Prima di rigettare avevo dei mal di testa strazianti, poi di solito liberandomi passavano (la febbre se ne era andata, non era più una questione di febbre). L’ospedale per i bambini della mia cittadina si chiamava “Ospedalino”, e io ero sempre all’Ospedalino: me lo ricordo alla perfezione, a cominciare dall’odore e dall’attaccaticcio della finta pelle delle sedie metalliche. Quando arrivavo mi salutavano e mi facevano le feste, perché ero un habitué. Mi incollavano gli elettrodi tra i capelli e scuotevano la testa, quasi volessero levarsi l’acqua dalle orecchie.

anarco test

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di Paolo Morelli

Chi ha imparato a morire, ha disimparato a servire
Montaigne

1) Secondo voi, nell’attuale panorama geomentale dell’anarchia non è forse rimasto il meglio, l’anarchia non è oggi lo stato della mente di uno che dedica tutto se stesso, ci mette tutta l’energia, l’energia di una vita per un obiettivo che magari prima intuisce poi sa con certezza che è impossibile raggiungere, può essere la pace come l’eliminazione del male dal mondo, ma soprattutto è l’anarchia stessa come idea che se io sono capace di far pochi danni e dare poco fastidio devono esser capaci tutti gli altri, perché io non sono meglio e gli altri non sono peggio tranne che hanno obiettivi raggiungibili, cioè è un fatto di pigrizia mentale, ma come sa chi va in montagna lo sguardo continuo all’obiettivo fa perdere forza, cosí tale contezza invece di causargli emicranie o depressioni lo rende libero al massimo grado di quanto può esserlo uno che ha un corpo, cioè poco, perché solo quando non ci aspettiamo niente possiamo metterci tutta l’energia di cui, a quel punto in quello stato mentale usufruiamo soltanto, che però è moltiplicata rispetto a quando avevamo là avanti l’esca dei bei tornaconti, e la coscienza dell’inutilità del nostro agire invece di avvilirci non lo renderà forse invincibile?

□ può essere □ è una cazzata □ non so

M’ ICI DIALE

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di http://www.ilmale.net

Elenco immobili Ici-esenti a Roma e Milano
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Istituto Suore di S.Anna della Provvidenza
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Via Gualtiero Castellini, 29
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CATTOLICA INTERNAZIONALE
AL SERVIZIO DELLA GIOVANE – ACISJF
Via Urbana, 158
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Via del Mascherone, 59
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Via della Camilluccia, 120
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ISTITUTO PICCOLE ANCELLE
DI CRISTO RE
Via Aurelia, 325
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Via Biagio Pallai, 4
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MARIA MARGHERITA CAIANI
Via Fabio Massimo, 26
00192 Roma (RM)
12. CASA BETANIA
Via Portuense, 741
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13. CASA BONUS PASTOR
VICARIATO DI ROMA
Via Aurelia, 208
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14. CASA BUON PASTORE
VILLA DUE LEONI
Via Siculiana, 4
00133 Roma (RM)
15. CASA CATERINA VOLPICELLI
Via XX Settembre, 68/B
00187 Roma (RM)
16. CASA D’ACCOGLIENZA
TRINITA’ DEI MONTI
P.za Trinità dei Monti, 3
00187 Roma (RM)
17. CASA DEL PELLEGRINO DEL
SANTUARIO MADONNA
DEL DIVINO AMORE
Loc. Castel di Leva – Via Ardeatina, Km 12
00134 Roma (RM)
18. CASA DELFINA
Via Tommaso Salvini, 10
00197 Roma (RM)
19. CASA DELLA GIOVANE
Annibale di Francia Circ. Appia, 142
00179 Roma (RM)
20. CASA DELL’AVIATORE
V.le dell’Università, 20
00185 Roma (RM)
21. CASA DELL’AVIATORE
dipendenza Via Lazzaro Spallanzani, 42
00161 Roma (RM)
22. CASA DI ACCOGLIENZA
Borgo Santo Spirito, 41
00193 Roma (RM)
23. CASA DI ACCOGLIENZA
BETANIA MARIANA
V.le Jonio, 10
00141 Roma (RM)
24. CASA DI ACCOGLIENZA DELLE
RELIGIOSE DEI SACRI CUORI
DI GESÙ E MARIA
Via Tuscolana, 327
00181 Roma (RM)
25. CASA DI ACCOGLIENZA E
SPIRITUALITÀ ENRICO DE OSSÓ
Via Valcannuta, 134
00166 Roma (RM)


Sullo scrivere. Dieci consigli ai giovani scrittori

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di Keith Botsford
Casa Kike, Biblioteca

“Awl, rut, jot; bag, beg, big, bog, bug; sap, sep, sip, sop, sup”.
Tutte parole di tre lettere. Se conoscete il significato delle prime tre, conoscete anche le loro possibili commutazioni? Sapete che ci sono altri cinque modi di utilizzare tutte le vocali ed altrettanti le consonanti? (Ci sono). Non pensavo che esistesse una parola come “sep”, ma c’è. E’ una vecchia parola che significa “sheep” (pecora). Gli scrittori amano curiosare nella loro lingua, in tutte le lingue, non solo nella lingua in cui parlano e scrivono, ma nelle lingue della matematica, della musica.

L’insostenibile leggerezza dell’essere registi come Paolo Sorrentino

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di Giuseppe Zucco

Di cosa puzzerà il male?
Di zolfo? Di inferno? Di Zyklon B?
Oppure il male ha perso odore e colore,
come tanta altra parte del mondo morale?

J. M. Coetzee

Mi ero ripromesso di non scrivere di questo film. Era già successo una volta, dopo l’ultimo di Sofia Coppola. Somewhere e This must be the place – mi ero detto allora, mi ripeto qui – non sono film, ma scatole dorate. Sciolto il nastro, sollevato il coperchio, ti restituiscono l’ennesima esperienza del vuoto, di quanto il vuoto e la mancanza di idee o la confusione di idee o l’accanimento mandibolare su idee già spolpate possano essere dispiegate in un’abbacinante superficie specchiata su cui rimirare lo sfarzo dei bagliori e nulla più.

Dal 5 dicembre il nuovo numero di alfabeta2

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Sulla copertina del numero 15 di «alfabeta2», sopra l’immagine di un’opera di Giuseppe Spagnulo, campeggia una striscia rossa con tre parole: Debito Crisi Potere – riassunto del triangolo che di questi tempi sembra tenerci prigionieri, e soggetto di un focus a cui intervengono Andrea Fumagalli, Francesco Indovina, Stefano Lucarelli, Marino Badiale e Fabrizio Tringali, Maurizio Lazzarato, Christian Marazzi (tra i temi affrontati, la dittatura finanziaria, la fabbrica del debito, il dogma – vero o presunto – dell’euro).

Per un contrasto ovviamente voluto, al centro del secondo focus proposto troviamo la poesia, anzi la Poesia-Mondo-Festival, così come la declinano i responsabili di alcune delle manifestazioni poetiche più importanti del pianeta, da Jairo Guzmán, del Festival Internacional de Poesía di Medellín, a Peter Rorvik di Poetry Africa a Cape Town.

Tra gli altri materiali della rivista, le riflessioni sul(tramonto del) postmoderno di Alberto Abruzzese, Massimiliano Fuksas e Vittorio Gregotti, la conversazione con Ida Dominijanni a cura di Enrico Donaggio e Daniela Steila all’interno del ciclo su Intellettuali e potere, il reportage da Cuba di Omar Calabrese.

Nel supplemento alfalibri le stroncature di Pietro Citati e Marc Fumaroli ad opera, rispettivamente, di Daniele Giglioli e Stefano Chiodi; due pagine francesi (Valerio Magrelli su Antonin Artaud e Massimo Raffaeli su Louis-Ferdinand Céline; il testo Con gli occhi aperti Isola Iceberg Invasione di Vincenzo Latronico.

Indypendentemente: per una cartografia delle librerie indipendenti (IL Terzo Luogo – Sarzana)

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Questionario Librerie Indipendenti: risponde la libraia Chiara Lasagni della Terzo Luogo di Sarzana.
A cura di effeffe

Ci parli della tua libreria? Presentazione, storia, caratteristiche sul territorio, criticità e anche dei momenti belli tosti, se ti va

“Il terzo luogo” è una libreria generalista che si trova nel centro storico di Sarzana, in Lunigiana, nata nel marzo del 2010. Spiegare perché l’abbiamo chiamata così ha spesso costituito il modo più immediato per presentare la nostra libreria, o meglio, l’idea originaria di libreria che ci ha guidati nell’aprire questa. Il suo nome si rifà al concetto di third place formulato da Ray Oldenburg nel saggio The Great Good Place, dove l’autore, com’è noto, individuava per le nostre esistenze tre diversi “luoghi”, valorizzando i “terzi luoghi” come gli spazi della socialità, della crescita civile, della partecipazione e condivisione democratica, e differenziandoli così dal “primo luogo”, ossia la casa, l’ambiente famigliare, e dal “secondo luogo”, ossia il contesto lavorativo. La nozione di third place è stata variamente applicata a enti di diversa natura, anche commerciali − come appunto una libreria −, ma accomunati dalla capacità di offrire spazi di socialità e condivisione.

The Last Ringbearer: una fanfiction tolkieniana

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di Jan Reister – E’ appena uscita una nuova versione de The Last Ringbearer di Kirill Yeskov, tradotto dal russo in inglese ad opera di Yisroel Markov. L’ebook è scaricabile dal blog del traduttore come pdf, epub e mobi.

Pubblicato in russo nel 1999, il libro è un tributo a J.R.R. Tolkien, dalla cui opera trae ispirazione per raccontare la storia della Terra di Mezzo all’indomani della caduta di Mordor. Non è però un sequel, ma un vero e proprio rovesciamento  complementare de Il Signore degli Anelli, raccontato con la voce degli sconfitti mordoriani, epigoni di una civiltà razionale e scientifica distrutta da un’alleanza oscurantista abilmente guidata dagli Elfi:

c’era una volta

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di Chiara Valerio

Queste cose dette da nonna, che le ripeteva continuamente, avevano il sapore della maldicenza: per il bene, non per il male. Lei calunniava il bene, la grazia che aveva ricevuto, perché era il bene a essere latente, non il male. Qualcosa di enorme, la cui perdita era nientemeno che atroce, le era sfuggito nel tragitto dell’esilio. Il suono dei nostri passi di Ronit Matalon (Atmosphere 2011, trad. di E. Loewenthal) racconta di una famiglia ebrea egiziana con nonna sempre presente e padre ogni tanto, che, in seguito all’ascesa di Nasser e alla nazionalizzazione del canale di Suez, da un giorno all’altro deve lasciare il Cairo, insieme a una comunità di circa ottantamila persone, perché in Egitto non è più possibile lavorare, studiare e dunque vivere. È il millenovecentocinquantasei e la famiglia della voce narrante si trasferisce in un container in qualche Erez Israel tutt’altro che mitica, un prefabbricato anzi, senza fondamenta, appena appoggiato sulla sabbia. Paul Celan osservava Non si può scrivere fuori dall’Egitto e Ronit Matalon, ne Il suono dei nostri passi, aggira la questione mimando, con una scrittura in forma di nastro, il racconto orale. Sì, si può raccontare fuori dall’Egitto.

Cinque poesie di Michail Ajzenberg

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A cura di Elisa Baglioni

Ora in forma di saggio, ora in versi, è tutto un frantumare zolle di terra per riportare semi a un suolo censurato. Particelle di pensieri o di discorsi in Unione Sovietica, durante gli anni Settanta, si sono impigliate nelle pagine di Ajzenberg e qui, più che in ogni altro poeta non ufficiale, hanno ricreato il carosello della Stagnazione: vecchio, arrugginito, che neanche i bambini trovavano più attraente. In questo terreno l’individuo, privato di una posizione pubblica, si chiude all’interno di un paesaggio interiore, corazza difensiva e luogo della resa dei conti, dove sono inutili maschere e inganno. Se all’esterno regna l’idolo e il feticcio, all’interno lo spazio è vuoto, impalpabile e sprovvisto di utopie. E nella situazione in cui il corpo bloccato respira a mala pena, la lirica arriva a dare uno spazio di libertà interiore, contenuta e discreta. La poesia si manifesta con un balbettio o un dialogo tra sé e sé, dove si cerca di arrivare a una soluzione e trovare la forza di continuare, poiché Ajzenberg ha imparato la lezione di Puškin quando scriveva “Al mondo non v’è gioia, ma v’è libertà e pace”.

Ingeborg Bachmann Invocazione all’Orsa Maggiore

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MANTOVA Palazzo Te Sala dello Zodiaco [1579] Lorenzo Costa il Giovane?


Dietrich Buxtehude [1637 -1707] Ciacona in E minor

Orsa Maggiore, scendi irsuta notte,
animale dal vello di nuvole
e gli occhi antichi, occhi stellari;
sbucano dall’intrico scintillanti
le tue zampe e gli artigli,
artigli stellari;
vigili custodiamo le greggi,
pur ammaliati da te, e diffidiamo
dei tuoi lombi stanchi
e delle zanne aguzze per metà scoperte,
vecchia Orsa.

NUOVI INQUADERNATI 6.

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MARCO SIMONELLI

Pretty Picture

Si sciolsero i Soft Cell nel millenovecentottantaquattro
e questo è confermabile, lo dice wikipedia, è un fatto vero
come è vero che il synth-pop negli anni ‘80 contendeva
le vette d’ hit-parade ad internazionali megalomani melodici
ed è vero come è vera la tequila, il lemon soda, il tuo bicchiere
uno schermo di ghiaccio, di bottiglia da cui mi vedi a tratti
come dietro al vetro zigrinato di una doccia con qualcuno –
ed è vero come è vero che accendo una sigaretta dietro l’altra
solamente quando percepisco nell’ambiente un’insolita tensione.

Ed è vero come è vero che Marc Almond si chiede con Sex Dwarf
se non sia carino veramente, con zuccherini e poi con spezie varie
attirare un bambolotto, un tipo truzzo, un tizio danzereccio
in una vita scandalosamente piena di vizio abbacinato
come è vero che nell’ottantaquattro avevo solamente cinque anni
e davvero pensavo che da grande in una discoteca succedessero
le cose che un bambino non dovrebbe certamente mai vedere
ma ero un tipo attento e interessato, divoravo conoscenze
e inoltre ballare mi piaceva, soprattutto poi davanti ai grandi.

Le nostre vite gettate sul tavolo verde della finanza – Per un audit del debito pubblico

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di Marco Rovelli
Stiamo soffocando di debito pubblico. Ma che cos’è davvero questo debito sovrano? E’ da poco uscito, per DeriveApprodi, il libro “Debiti illegittimi e diritto all’insolvenza” di François Chesnais. Esso ripercorre, in maniera rigorosa ma comprensibile a tutti, la resistibile ascesa della finanza speculativa, e la creazione di uno spropositato debito pubblico dagli anni ottanta in poi contestuale alla deregulation finanziaria e all’abbassamento generalizzato delle imposte per gli strati più ricchi – ciò che, riducendo le entrate di bilancio, ha creato un deficit pubblico finanziato con l’indebitamento. Ma in che modo le banche acquistano titoli di debito pubblico, scaricando poi sulle spalle della collettività tutta il peso dell’austerity e del risanamento?

i-Cinema

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[Il Calendario del Popolo è un mensile culturale che nasce a Roma il 27 marzo 1945, un mese prima dalla completa liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
La rivista è pubblicata ininterrottamente dal 1945 ad oggi e si occupa, di numero in numero, di temi monografici differenti. Quello in uscita in questi giorni è intitolato “Intervista al cinema”. Gli amici della Sandro Teti Editore ci regalano un articolo in anteprima, fra i tanti che potrete trovare sulla rivista.
G.B.]

di Sergio Bellucci

L’avvento del cinema rivoluzionò la possibilità di raccontare il mondo. Molto più di altre invenzioni, segnò l’ingresso nel “secolo breve”, prima della radio e della TV. Per la prima volta, infatti, una tecnologia integrava modalità espressive che, fino ad allora, erano rimaste separate e fortemente specialistiche. All’autore cinematografico era consegnata la possibilità di “ricostruire” una sintesi narrativa che coinvolgeva due dei sensi principali, l’udito e la vista, e tutti i linguaggi sviluppati intorno a essi. Era una rivoluzione. Immagini in movimento e testo, prima, suoni, parole e colore, poi, accelerarono sia la possibilità espressiva per l’autore, sia la conoscenza del mondo per chi fruiva di quel racconto. Le possibilità di raccontare esplosero in fiume di proposte, soggettività, emozioni.

Araki

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Severino Di Giovanni

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di Marco Rovelli

Ha scritto Alberto Prunetti sul suo profilo facebook: “La storia dell’anarchico Severino Di Giovanni di Osvaldo Bayer, il libro che forse ho amato di più nella mia vita di lettore, esce in un nuova edizione che ho tradotto e curato…”. E in effetti Severino Di Giovanni, nella nuova edizione di Agenzia X, merita quell’amore. Durante la dittatura di Videla era il libro più proibito, bruciato nelle piazze, mentre l’autore era in esilio in Europa. Una storia straordinaria, di amore e morte, di passione ribelle e passione sentimentale, di impeto utopico e pratiche crudeli.

DIRITTI DIRITTI

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di Sergio Rovasio

Venerdì 2 dicembre alle ore 15 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano (aula 410, via Festa del Perdono, 7) si apre un convegno dal titolo: “La via giudiziaria delle coppie omosessuali che chiedono il riconoscimento dei loro diritti: un approccio di diritto comparato”, partecipano Marilisa D’Amico, “Le coppie omosessuali nello spazio comune europeo”, Carlo Rimini, “La disciplina della convivenza omosessuale: questioni di metodo fra modello francese e modello tedesco”, Cesare Pitea, “La giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani”, Ugo Millul, “Diritti fondamentali in Europa e negati in Italia”, Livio Scaffidi, “Coppie same-sex: le diverse forme di unione”.
I lavori proseguiranno Sabato 3 dicembre presso il Residence San Vittore (Via San Vittore, 34 – Milano). Sono previste le seguenti ulteriori relazioni :

Christa Wolf

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È morta oggi a Berlino, Christa Wolf, una delle più amate scrittrici contemporanee. Aveva 82 anni. Alla Wolf, Fahrenheit dedica l’apertura delle 15,00, ospiti i germanisti Michele Sisto e Luigi Reitani, e la giornalista Paola Sorge. Così dell’autrice hanno scritto, tempo fa, Anita Raja (la sua traduttrice) e Domenico Starnone: continua a leggere qui

Ebook: investire, innovare, promuovere. Ma chi paga il conto?

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Una riflessione di Maria Cecilia Averame:

Le scelte editoriali sono prima di tutto scelte culturali […]. Scegliere di aprire una collana che parla di geopolitica rispetto ad una di chick-lit, o investire su iApp digitali che potrebbero mettere secondo piano il contenuto, sono scelte editoriali, ma sono anche e soprattutto scelte politiche. Di fronte alle tante wunderkammer multimediali, anche di grande effetto, gli editori, i redattori e gli sviluppatori devono essere in grado di riportare l’attenzione alla cosa narrata e letta, e a riflettere sul cosa rimane al lettore dopo essere entrato ed uscito da questi nuovi prodotti digitali. Perché il rischio è che si continui a parlare di editoria digitale in termini di ebook multimediali, ebook interattivi, social reading, e non si parli mai di sofferenza, di rivolta, di cambiamento e di passione.
Che la cosa narrata resti – insomma – una sorta di appendice e non il cuore di quello che andiamo a fare.

RAI – INFORMAZIONE NEGATA

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di Certi Diritti

Richiesta di mobilitazione affinché la Rai svolga VERAMENTE servizio pubblico.

Chiedi con noi all’autorità garante delle comunicazioni, l’Agcom, che la RAI finalmente apra un dibattito pubblico sulle libertà sessuali e le discriminazioni di genere!

La RAI, oltre a censurare tutte le immagini di baci e matrimoni che non siano eterosessuali (come nel caso di ‘Brokeback Montain’ e ‘Un ciclone in convento’), negli ultimi anni ha dedicato meno dello 0,02% dello spazio all’informazione sulle coppie di fatto, sulle famiglie non tradizionali e sulla riforma del diritto di famiglia, che è una necessità avvertita da milioni di cittadini.