Intervista a Francesco Durante
su “Italoamericana”
dal 15 al 20 novembre al Teatro Gobetti di Torino
a cura di
effeffe
Tra il Teatro Baretti e il Gobetti c’è un corso di mezzo. Dal cuore di San Salvario alla gigantesca Meridiana della Mole Antonelliana ci vuol poco, a piedi ed è difficile perdersi. Quando Venerdì sono capitato nel piccolo Teatro di quartiere alle spalle di Porta Nuova, sui titoli di coda de «La notte della tampa lirica», tutto mi immaginavo tranne di incontrare, tra bottiglie di vino e pianoforti a coda sul palco, in una esplosione di ugole e cori verdiani, Francesco Durante. Che appena mi vede, la prima cosa che mi chiede è se l’ho sentito cantare. No, ma mi sarebbe piaciuto. Una volta fuori, in compagnia dell’immancabile sigaretta, il romanziere mi spara nell’ordine tre grandi verità: la prima è che ama Torino, la seconda che se potesse ci verrebbe a vivere e la terza che martedì 15 novembre al Gobetti ci sarà la prima nazionale di Italoamericana, regia di Davide Livermore. Per entrare nel merito della terza “verità” e comunicarla su Nazione Indiana, ci diamo appuntamento l’indomani, al Gobetti questa volta, al momento dell’aperitivo. Si cammina di piazza in piazza obbedendo alle silenziose geometrie del centro e si parla, dello spettacolo. Ci accompagna nella passeggiata l’eccellente Tony Laudadio interprete in scena con Salvatore Sax Nicosia.












