gianCarlo Onorato è cantautore di lungo corso, produttore, scrittore e pittore. Nel 2010 è uscito il suo quarto lavoro da solista, il disco “Sangue bianco”, con la collaborazione di Anna Lamberti-Bocconi per i testi. Oltre a “Il più dolce delitto” ha pubblicato il racconto “L’officina dei Gemiti” (Millelire/Stampa Alternativa, 1993) e la raccolta di racconti “L’ubbidiente giovinezza” (Il Sestante, 1999).
Il più dolce delitto è tutto fuorché una lettura facile, piuttosto un libro da percorrere concedendosi delle pause: si patisce, leggendolo, di eccesso di stimoli.
La scrittura è ingannevolmente tersa, elegante, mobilissima. Dico ingannevole perché l’estrema gentilezza (gentilezza, gentile sembrano essere parole molto care all’autore) non cancella la brutalità, l’efferatezza, la crudeltà dei fatti narrati: un medico che indaga su soprusi e violenze subiti dai pazienti di una clinica psichiatrica, dal nome beffardo di Porta del Sole. La casa è collocata sulle Alpi svizzere, affacciata su un lago, la cui presenza è a tratti ossessiva e ostile, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere. Anche i colori partecipano di una visione ridotta della realtà, quella cui sono condannati i malati: colori algidi, sfumature di luce e di bianco, di grigio e di buio, non colori, forse.
Il protagonista, Marlo, si lascia assorbire totalmente dalla vita della Casa e da una paziente giovanissima, il cui recupero è, a detta di tutti coloro che ci hanno provato, impossibile: invece Geli, inverosimilmente e immediatamente, ha fiducia in lui.









