Una stanza vuota e buia. Al centro, illuminato dall’alto, un uomo. È vestito in jeans, scarpe da ginnastica e con una felpa con la scritta FIAT in evidenza. Ha una pistola in mano. Si muove lungo il perimetro della stanza,agitato, come guardando verso un “fuori” ostile. Diverse voci ripetono la notizia di un operaio che fa irruzione nella palazzina dirigenziale dell’Azienda, uccide tre persone e ne sequestra altre sei. Esecrazione, sgomento: il solito modo di divulgare le notizie. Durante i comunicati stampa, l’uomo canta la più bella canzone d’amore mai composta: Alifib di Robert Wyatt.
Devo prepararmi. Ormai manca poco. Tra breve faranno irruzione. E allora finirà questo capriccio infantile. Finirà. Manca poco all’ora fissata. Tutto è pronto. Sono già disposti intorno al palazzo. Hanno minato tutto il perimetro. Questa stanza sarà la mia tomba. Tra poco. Tutto finito. Tutto. Resterà solo un bagliore roseo. E una strana foschia, ben oltre il linguaggio.










